E alla fine Sanremo fu!
Il Festival si svolgeva dal 9 al 13 Febbraio.
I ragazzi arrivarono in riviera il 4 per le prove che durarono 2 giorni. Poi presero un aereo e volarono a New York per un concerto straordinario al Radio City Music Hall che era stato schedulato nei mesi precedenti a causa della grande richiesta di biglietti da parte dei fans americani.
L'atmosfera in scena era la solita e le voci dei ragazzi erano come sempre straordinarie, ma giù dal palco la tensione si tagliava col coltello e l'aria era così pesante che spesso tutti si sentivano soffocare.
Barbara guardava i suoi ragazzi faticare ogni giorno di più per mantenere la facciata in pubblico. Le mancavano le loro risate e i loro scherzi. Le mancava sentire Ignazio suonare e comporre alla chitarra, Piero studiare arie liriche e Gian suonare qualsiasi cosa avesse i tasti. Cosa avrebbe dato per vederli chiacchierare fitto fitto, giocare alla Playstation, discutere, mandarsi a quel paese e fare pace pochi minuti dopo.
Adesso Ignazio, Piero e Gianluca si parlavano a malapena. Se c'era una decisione da prendere, le frasi di rito erano: "fai tu a me va bene qualsiasi cosa" o "non mi interessa, fate come volete" e via con una scrollata di spalle.
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Il 9 Febbraio arrivò troppo in fretta e la 'recita' incominciò.
Sorrisi splendidi, chiacchiere, finta allegria e interviste tutte uguali rispondendo a domande poste da persone falsamente gentili che li riempivano di complimenti, ma che i ragazzi già sapevano li avrebbero pugnalati alle spalle alla prima occasione.
Il brano che Il Volo portava in gara si intitolava "Noi" ed era stato scritto mesi prima da autori inattaccabili sotto tutti i punti di vista: musica di Giovanni Allevi e Ignazio Boschetto; parole di Cocciante, Boschetto, Barone, Ginoble.
Il tema era l'amore felice e l'amore triste, declinato in tutte le sue forme. Da quello figliale, a quello di coppia a quello tra amici e, visto quello che i ragazzi stavano vivendo nella vita privata, era ogni volta più difficile cantare quel testo.
Sembrava che quando l'avevano scritto, mesi prima, avessero previsto tutti i loro sentimenti e tormenti, e li avessero poi trascritti su un pentagramma.
Come al solito ogni esibizione dei ragazzi ottenne applausi a scena aperta e standing ovations che non finivano più ma, se in pubblico i loro sorrisi erano perfetti, in privato la tristezza e la rabbia la facevano da padrone.
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La mattina della finale, Barbara incontrò per caso nei corridoi dell'hotel Red Ronnie, loro grande amico ed estimatore.
L'uomo però aveva lo sguardo serio e corrucciato. "Ma cosa sta succedendo?" le chiese sottovoce senza salutarla.
"Cosa vuoi dire?" chiese fintamente sorpresa lei.
"Ho appena incontrato Ignazio," rispose lui guardandosi intorno. "E' l'ombra di se stesso. Dov'è il ragazzone sorridente ed entusiasta che rallegra chiunque lo incontri? E quanto magro è? E' trasparente? Ma sta male? Cos'ha?"
Barbara sospirò. "Vieni," disse.
In quel momento passò Piero a capo chino, che a malapena li salutò, ma entrambi notarono gli occhi rossi e lucidi.
"E quest'altro cos'ha?" esclamò Red.
La donna lo prese per un braccio e lo trascinò in una saletta a pochi passi da loro. Chiuse la porta.
"Allora?" chiese l'uomo in ansia.
"Red... Piero e Ignazio stavano insieme..." lo guardò in cerca di una reazione negativa, ma lo vide annuire. "Lo sapevi? Chi te l'ha detto?"
"Nessuno, ma solo un cieco non si sarebbe accorto che quei due non erano solo amici e colleghi," le sorrise.
Lei annuì. "Michele l'ha scoperto. Gli ha fatto una scenata e... non so cosa gli abbia detto, fatto sta che si sono lasciati e sono quasi due mesi che viviamo all'inferno," Barbara si lasciò cadere su una poltrona e Red le si sedette di fronte. "In pubblico sono fin troppo bravi a mantenere la facciata ma nel privato," scosse la testa. "Oh, Red... è una sofferenza vederli. Tutti e tre, perché anche Gian sta male. Lui non dice niente ma sono sicura che abbia capito tutto," guardò l'uomo con gli occhi lucidi. "Io non so più cosa fare. Li hai visti anche tu... stanno male e continuare a fingere li sta consumando dentro."
"Ma perché sono voluti venire a Sanremo in una situazione del genere? E' folle!"
"Li hanno costretti. Sony li ha costretti. Ieri sera per la tensione Piero per il mal di stomaco ha saltato la cena e Ignazio ha vomitato quel poco che aveva mangiato. Gianluca ormai ha il mal di testa costante, preso in mezzo com'è tra gli altri due che non si parlano e la preoccupazione per i suoi fratelloni," concluse Barbara con il groppo in gola.
Red scosse la testa stringendo le labbra. "Dobbiamo fare qualcosa o qui finisce male," disse pensieroso.
"Sì ma... cosa?!"
"Non lo so, ma qualcosa dobbiamo fare," rispose guardando fuori dalla finestra come a caccia di un'idea e vide Michele passare nel giardino dell'hotel.
Si alzò di scatto e si diresse verso la portafinestra. "Tu pensa ai ragazzi che a quel vecchio idiota retrogrado ci penso io," le disse uscendo.
"Michele!", Barbara lo sentì dire.
Speriamo bene, pensò lei alzandosi e avviandosi stancamente verso la porta.
Doveva andare a vedere perché Piero aveva pianto, organizzare tutta la serata, capire dov'era finito Ignazio e andare a vedere se Gianluca si era finalmente alzato o se era ancora a letto con la testa che gli scoppiava come la sera prima.
Io non ce la faccio più...
Serata Finale - 13 Febbraio
Gianluca, Piero ed Ignazio, elegantissimi nei loro completi neri con camicia bianca firmati Dolce & Gabbana, erano pronti a salire sul palco per interpretare il loro brano per l'ultima volta sul palco dell'Ariston.
I ragazzi si guardarono negli occhi per la prima volta dopo due mesi in cui a malapena si parlavano e quello che videro negli occhi degli altri fece mancare il fiato a tutti e tre.
Paura, tensione, nostalgia e un disperato bisogno gli uni degli altri.
Ignazio alzò la mano, Piero la strinse e Gianluca le strinse entrambe in un gesto che era il loro gesto scaramantico, ma che non facevano da tempo.
Quella stretta fu così forte e potente che le loro unghie diventarono bianche e come un brivido li scosse in tutto il corpo.
"Il Volo in scena!" annunciò l'assistente di palco.
Gianluca tolse la mano e si voltò verso le scale per salire sul palco.
Le mani di Ignazio e Piero rimasero come incollate per un attimo di più... un attimo che li fece girare l'uno verso l'altro.
Si fissarono per un momento che sembrò un secolo. Uno sguardo così intenso e profondo che permise ad entrambi di leggere negli occhi dell'altro un amore infinito e disperato.
Un lievissimo sorriso apparve sul viso di Ignazio che annuì.
Piero ricacciò indietro le lacrime e sussurrò. "Scusa..."
Ignazio annuì nuovamente. "Andiamo," disse sottovoce e strinse nuovamente la mano di Piero.
Spazio autrici
Grazie per averci lette fino a qui. Speriamo di rivedervi nel prossimo capitolo.
To be continued...
Serena e Alessandra AlexSandry2
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Finalmente noi
FanfictionDieci anni di amicizia, fratellanza e lavoro insieme... e di qualcos'altro che non si ha il coraggio di confessare... ma sentimenti così forti non si possono fermare come uno scoglio non può arginare il mare... e un'onda d'amore li travolgerà... Ben...