Capitolo 10

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"Si divertono!!" ammette Piero avvolgendomi le spalle con un braccio.

"Già!" ammetto senza riuscire a nascondere un sorriso di fronte alla scena di Ignazio che si getta nella neve facendoli ridere a perdifiato.

"Che cos'è quel sorriso Zura mia?"

"Niente..."

"Non riesci a smettere di fissarlo."

"Sono i miei figli, è normale che li guardi."

"Tu non stai guardando loro, o almeno non solo."

"Ti stai sbagliando!" anche se maledizione, ha ragione. Non riesco a smettere di guardarlo.

"Allora distogli lo sguardo. Perché se continui così finirai per consumarlo." ridacchia.

"Uffa!" sbuffo voltando lo sguardo verso di lui. "Andiamo a bere la cioccolata calda?"

"Sisi."

"Richiamo anche loro che sennò domani tutti e tre i bambini hanno la febbre."

"Effettivamente credo si diverta più lui dei piccoli." ride Piero rivolto ad Ignazio.

"Andiamo??" li richiamo.

"Si." sbuffa Ignazio, probabilmente si stava divertendo. Prende i gemelli in braccio e viene con grandi falcate verso di me.

"Andiamo a prendere qualcosa di caldo o domani avrete la febbre tutti e tre." sospiro guardandoli, i bambini hanno la neve ovunque, e Ignazio lasciamo perdere come sia ridotto.

"Febbe no!" borbotta Cristian imbronciato.

"Ecco! Febbre no!" gli da man forte Ignazio. "Poi ricordati che sono un tenore donna di poca fede!"

"Perchè i tenori sono immuni all'influenza?" chiedo guardandolo stranita.

"Boh... ma ci stava bene dirlo."

"Andiamo scemo." ridacchio. Entriamo nel bar e ci mettiamo subito ad un tavolo appartato infondo alla sala.

"Sarà meglio cambiarli i bimbi?" chiede premuroso Ignazio.

"Sisi. Anzi passami la borsa per favore."

"Eccola!" prendo le tutone da neve di ricambio e inizio a togliere loro le tute bagnate per sostituirle con quelle asciutte.

"Mamma bella!" afferma Cristian posando le manine sulle mie guance per lasciarmi un bacino a stampo.

"Amore! Tu sei più bello!" gli rispondo emozionata. "E anche te Virgi! Siete i miei bimbi bellissimi!" me li stringo al petto facendoli ridacchiare.

"Ora basta." si scansa Virginia dopo poco.

"È mai possibile che ti fai spupazzare solo da papà ultimamente??" sbuffo mentre Ignazio ride. "Che ridi tu?? Menomale che ho il mio ometto."

Dopo che il cameriere ci porta le nostre ordinazioni ci rilassiamo un po' al caldo permettendo alle nostre mani di riprendere colore.

"Andiamo a casa? Loro devono fare il riposino." chiedo agli altri due.

"Si andiamo." rispondono alzandosi e iniziando a recuperare tutte le nostre cose.

"Nanna no!" si impunta Virginia con le braccine incrociate al petto, le sopracciglia aggrottate e i piedi puntati sul poggiapiedi del passeggino.

"Nanna si!!" ribatte Cristian da sempre un gran dormiglione.

"La nanna con papà Virgi, non la vuoi fare?" le chiede poi Ignazio facendole il labbruccio. Dio quelle labbra, quando lo faceva a me glielo avrei volentieri staccato a morsotti.

Ti sto vicino anche quando non mi vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora