Capitolo 2

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I bambini si sono appena addormentati dopo aver pranzato ed io mi getto sul divano spossata. Prendo la coperta vicino a me e mentre faccio per stendermela sulle gambe ad interrompere tutto è il campanello. Così, svogliata, mi alzo e vado ad aprire la porta facendo l'errore di non guardare dallo spioncino.

Appena apro mi trovo di fronte la faccia dura di Piero.

"Come diamine hai scoperto dove abito?" e mi sposto per farlo entrare non volendo che i miei vicini abbiano ancora modo di giudicarmi visto che cresco i miei due figli da sola.

"Sono pur sempre Piero Barone cara mia! Mi basta smuovere le giuste persone ed eccomi qua!"

"Questa è violazione della privacy!"

"Denunciami!"

"Lo farei volentieri potessi!"

Piero per la prima volta si guarda intorno e nota oggetti, che dal suo sguardo deduco, trovi strani.

"Perchè diamine hai due seggioloni?!"

"Per moda!" e il sarcasmo che mi esce giuro che non credevo potesse essere parte di me.

"Non scherzare, non hai solo il bambino?"

"Evidentemente no, anzi abbassa la voce che se li svegli potresti vedere una madre incazzata e non te la consiglio."

"Azzurra quante cose non so più di te?" chiede amareggiato.

"Mi dispiace ma non sai più niente di me, né della mia vita! Ed è meglio così fidati!"

"Ma io voglio sapere!"

"Non ti racconterò la mia vita solo per farmi giudicare e rimproverare da te! Ne ho abbastanza delle persone che giudicano senza sapere tutto ciò che ho dovuto passare in questi due anni e mezzo. Ti basti solo sapere che ho combattuto contro tutto e tutti per i miei due figli, sono rimasta sola e senza niente, ma mi sono rialzata, senza l'aiuto di nessuno diamine!" e sono perfettamente consapevole che è stato il mio tono più alto alla fine della frase a svegliare Virginia. "Ecco, si è svegliata!" così mi alzo e vado a prenderla nella sua stanzetta prima che svegli anche Crì.

Torno in sala con la mia morettina tutta riccioli e occhioni marroni tra le braccia e non mi resta che sperare che eviti di guardarla per bene, perché se anche Cristian assomiglia a suo padre ma ha preso anche qualcosa di mio, beh lei è la sua copia sputata. Timida inizialmente e sbruffona poi, il bisogno di stare al centro dell'attenzione e soprattutto la fantastica abilità di svuotare un piatto di pappa in pochi minuti.

Virginia dopo aver alzato la testina dalla mia spalla, all'accorgersi della presenza di Piero nella stanza rilascia un urletto estasiato, e muovendo le gambette per farsi mettere a terra, corre incontro a Piero accarezzandogli la faccia mentre sorride, per poi voltarsi verso di me urlando un distorto: "mamma! Io Pieo!!"

"Si amore, è lo zio Piero!"

"Zio Piero?" domanda stranito quest'ultimo.

"Beh, sei pur sempre stato uno dei miei migliori amici, è logico che ti avrei presentato così ai miei figli..." ed immediatamente le mie scarpe diventano molto più interessanti.

"È così uguale a lui.. È sua figlia vero?"

"Non sei tu il primo che deve sapere chi sia suo padre! Quindi per favore non chiedermelo più!"

"D'accordo, ma permettimi di tornare a far parte della tua vita! Mi sei mancata così tanto... E non solo a me!"

"Non è stata una mia scelta Piero! Comunque anche a me sei mancato tanto, soprattutto quando ero sola e non sapevo come fare!"

Ti sto vicino anche quando non mi vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora