Capitolo 23

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*POV narratore esterno*

"Cosa abbiamo?"

"Ragazza di 20 anni circa e due bambini di circa due anni. Sono stati travolti da un camion, i piccoli stanno bene, la ragazza ha perso conoscenza ma sembra stare bene."

"Okay, allora i bambini dateli ad un infermiera, la presunta mamma invece portiamola a fare tutte le analisi ed anche una TAC. Sappiamo niente del nome e dell'età esatta?"

"No. Porto i bambini e chiedo alla polizia dottore."

"Si vai."

"Scusi dottore! Siamo la pattuglia che si è recata sul posto dell'incidente. Come stanno?" mostrano il distintivo.

"Salve. Stava venendo la mia collega a cercarvi. Comunque i bambini stanno bene, sono sotto shock, facciamo gli esami di routine, per la ragazza invece non ci possiamo ancora pronunciare, la prognosi rimane riservata, ho predisposto tutti gli esami e una TAC per escludere qualche sorpresa. Sapete il nome e se è possibile chiamare qualche familiare?"

"Si, allora la ragazza si chiama Azzurra Pucci. È nata a Pisa il 9 ottobre 1997. Tra i contatti di emergenza della ragazza ci sono 2 numeri, adesso proviamo a contattarli. E sui bambini non sappiamo niente."

"D'accordo. Arrivederci."

"Arrivederci dottore."


*POV Ignazio*

"Siete due cretini! È possibile che litigate sempre per dei malintesi?" mi dice mia sorella facendomi sbuffare. Lo so già da solo che ho sbagliato. Quando sto per rispondere lo squillo del mio cellulare mi interrompe.

"Pronto. Azzurra! Dove sei?"

"Parlo con Ignazio?" mi risponde una voce che di certo non è quella della mia Azzurra.

"Si, lei chi è? Perché ha il telefono di Azzurra?"

"Salve, sono un poliziotto, conosce Azzurra Pucci?"

"Si certo."

"La sto chiamando dall'ospedale Sant'Orsola di Bologna. La ragazza e i bambini hanno appena avuto un incidente. Le è possibile raggiungere l'ospedale?"

"Cosa? Oddio." le mie gambe cedono. "Arrivo subito, ma mi dica come stanno. La prego."

"I bambini bene! Solo che piangono e chiamano i genitori."

"Dieci minuti e sono lì." chiudo la chiamata.

"Azzurra e i bambini hanno avuto un incidente, sono in ospedale."

"Non piangere Ignazio! Andrà tutto bene!" mi abbraccia mia sorella asciugandomi delle lacrime che non sapevo nemmeno mi fossero cadute. "Andiamo in ospedale! Guido io. Dov'è?"

"Al Sant'Orsola." mi porge una mano con la quale tirarmi su e mi spinge in macchina. Dieci minuti dopo siamo di fronte all'entrata del pronto soccorso.

"Mettiti il cappuccio e gli occhiali Ignazio. Se ti riconoscono in 10 minuti fai il giro del mondo."

"Si." lo faccio e insieme varchiamo la porta. Giuro che se potessi scoppierei a piangere come un bambino. "È colpa mia Nina... è solo colpa mia."

"Non dire stupidaggini Ignazio." mi accarezza un braccio.

"Salve, avrei bisogno di parlare con il medico che si occupa di Azzurra Pucci. Sono stato chiamato dalla polizia."

"Eccolo." mi indica un uomo con il camice bianco al quale andiamo subito incontro.

"Salve sono il primario di Medicina d'urgenza."

Ti sto vicino anche quando non mi vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora