Capitolo 18

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"Ignazio... ti devo parlare."

"Dimmi Azzurra... mi fai preoccupare se fai quella faccetta lì però." mi lascia una carezza sulla guancia sorridendo.

"Sediamoci sul divano." mi siedo agitata.

"Azzurra ora mi sto davvero preoccupando."

"Non hai nulla di cui preoccuparti, non sono agitata, cioè si ma è più emozione che agitazione."

"Continuo a non seguirti." si siede sul divano di fianco a me.

"Abbiamo appuntamento dal notaio."

"Per?" sbianca.

"Per firmare i fogli di riconoscimento dei gemelli." sbotto lasciandolo a bocca aperta.

"Ah."

"Non è quello che volevi?" chiedo preoccupata. Magari ho corso troppo e ho frainteso tutto.

"Certo che è quello che voglio. Lo voglio più di ogni altra cosa. Sono l'uomo più felice sulla faccia della terra." sorride per poi avventarsi sulla mia bocca in modo famelico.

"Sei bello quando sorridi così. Così bello da togliere il fiato." ammetto guardandolo dritto negli occhi. "Avevamo bisogno di un avvocato. Spero non ti dispiaccia se ho chiesto a Piero di chiamare quello che fornisce assistenza al gruppo."

"Ma pensi che mi freghi qualcosa dell'avvocato in questo momento?" sorride euforico. "Piero lo sa?"

"No, ho semplicemente detto che mi serviva l'avvocato in quel posto a quell'ora. Dovevi essere tu il primo a saperlo. Ho sbagliato così tante cose negli ultimi 3 anni che sono sufficienti per tutta la mia vita. Sentivo la necessità di rimediare almeno a questo."

"Hai sbagliato Azzurra, non posso negarlo. Non dovevi nascondermi la gravidanza ma l'errore più grande è stato lasciarci. Per non parlare di quando stavo con lei ma non riuscivo a smettere di volere te. Non avrei dovuto scegliere la strada più facile solo perché cederti completamente me stesso mi spaventava. Ma adesso siamo qua, e ci siamo insieme. Il passato tornerà qualche volta tra di noi, magari in qualche litigio, ma non serve a niente stare arrabbiati l'uno con l'altra. Ci amiamo." a queste parole il mio cuore salta un battito. "E amiamo i nostri figli. È inutile domandarci come sarebbe andata se non ci fossimo mai lasciati. Una volta ho letto una cosa da qualche parte."

"Cosa?"

"Non poteva essere nient'altro, altrimenti lo sarebbe stato." e mi bacia. Un bacio dolce, pieno di sentimento.

"Andiamo. Guido io." prendo le chiavi della mia macchina e usciamo da casa mia.

"Aspetta Azzurra!" si blocca.

"Che succede?"

"Vado bene vestito così?" si indica.

"Sei perfetto." sorrido. Dopo 15 minuti in macchina siamo di fronte al palazzo. Saliamo le scale fino al primo piano dove troviamo l'avvocato. Ignazio gli spiega il motivo lasciandolo piuttosto basito.

"Ignazio non per offendere la signorina, ma sei sicuro di questo passo? Alla fine non hai la certezza che siano tuoi." dice l'avvocato facendomi inorridire. Sto per alzarmi e dirgliene quattro ma il braccio di Ignazio mi tiene ferma.

"Stai calma leonessa! Non ci conosce. Non sa del nostro passato. Fa solo il suo dovere di legale de 'Il volo'."

"Mh." ringhio. Ignazio ridacchia e gli spiega il necessario facendogli comprendere la situazione. Il fatto che Michele mi conosca e sappia tutto lo tranquillizza definitivamente.

"Azzurra Pucci." una donna di circa 40 anni, bionda, vestita elegantemente chiama il mio nome facendoci alzare. La seguiamo nell'ufficio e ci sediamo tutti e tre di fronte a lei.

Ti sto vicino anche quando non mi vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora