Capitolo 11

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"Mh." mugolo per poi staccarmi con difficoltà dalle sue labbra. "Che stiamo facendo?"

"Non lo so e a dirti la verità non mi interessa nemmeno saperlo." e ritorna sulle mie labbra subito dopo. Accarezza la pelle nuda dei miei fianchi scostando la maglietta, come se avesse la necessità di toccarmi. Scende in fretta sul mio sedere, chiudendolo tra le sue mani continuando sempre a baciarmi annullando i miei pensieri. Ad interrompere il tutto però ci pensa lo squillo del telefono che proviene dalla tasca di Ignazio. Si scosta da me con uno sbuffo per rispondere senza nemmeno prestare attenzione a chi sia.

"Pronto!" risponde sbuffando scocciato. "Si." continua poi chiudendo la chiamata.

"Ci aspettano giù... Sono arrivati anche Nina e Franz." sospira guardandomi per rigettarsi immediatamente a mordicchiare, succhiare e baciare le mie labbra. Questa volta a farci staccare è un pianto disperato che ci fa guardare negli occhi per poi scappare dai bambini.

"Mamma, papà, via!" piange disperata Virginia, per poi gettarsi tra le mie braccia.

"No amore mio, mamma e papà erano in bagno, non via." la stringo forte al mio petto cercando di calmarla.

"Ignà." lo richiamo notando che ormai Virginia ridorme tranquilla tra le mie braccia.

"Eh." risponde stravolto.

"Forse è meglio se un lettino lo montiamo giù e li portiamo giù. Sono in un posto che non conoscono e per il pomeriggio è meglio tenerli giù."

"Si, ma devi lasciarmi 10 minuti, non posso scendere così." e abbassa gli occhi sul cavallo dei suoi pantaloni.

"Ossignore! Si, forse è meglio se scendo prima io con Virgi." borbotto arrossendo.

"Si." ridacchia. "L'altro lettino e Crì li porto giù io tranquilla!"

"Ma ci riesci a portare giù il lettino e il bimbo?"

"Vai tranquilla." annuisco e mi avvio alla porta con Virginia in braccio.

"Azzurra." mi richiama.

"Dimmi." mi volto e lo guardo ancora imbarazzata. Mi raggiunge, mi lascia un bacio appena accennato sulle labbra e dandomi una pacca sul sedere mi spinge di nuovo in direzione della porta. Esco scuotendo la testa emettendo un risolino, per poi scendere le scale.

"Che cosa è successo?" mi chiede Mary che incrocio prima di entrare in sala.

"Niente perché?"

"Hai gli occhi e le labbra rosse."

"Sono in sala gli altri?" le chiedo non prestando attenzione alla sua frase.

"Si."

"Allora vieni un attimo in cucina che ti spiego." lei mi segue scrutandomi dalla testa ai piedi.

"Parla."

"Oggi ho incontrato Alessandro."

"Alessandro tuo fratello?"

"Proprio lui, è per questo che non ti ho scritto, anzi scusami. Ero così sconvolta che non riuscivo a pensare. Poi quando siamo andati ad addormentare i piccini non mi sono sentita molto bene. Per questo sono rossa."

"Hai avuto un attacco di panico?" mi chiede a bassa voce sapendo quanto ho combattuto contro questi.

"Si, e mi sembra di non averli mai sconfitti, di essere tornata indietro a quando non riuscivo a fare niente."

"Una rondine non fa primavera, sia nel bene che nel male." mi dice con dolcezza lasciandomi una carezza sul viso per poi abbassare gli occhi su Virgi e sulla mia maglia tutta stropicciata dalle mani di Ignazio. "E chi ti ha aiutata?" chiede poi.

Ti sto vicino anche quando non mi vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora