8-Nuovi inizi

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Ibiza pov's
Con Denver il nostro rapporto d'amicizia, stava procedendo alla grande.
Avevamo parlato tanto nelle ultime ore, nonostante il deliro all'interno della Banca
Arturo, come al solito, voleva improvvisarsi rivoluzionario, tentando ancora di salvare gli ostaggi con le sue manie di protagonismo intellettuale, beccandosi un altro pugno sullo stomaco, da Denver
"Arturito, adesso tieni la bocca chiusa. Hai rotto il cazzo" urlò il ragazzo nel pieno della sua ira, scatenando l'odio di Stoccolma
Quella donna mi faceva ridere: aveva tradito Denver e pretendeva ancora che il ragazzo fosse come lei voleva.
Di Denver odiavo ancora il suo modo di giustificarsi con quella donna, come se fosse ancora dipendente da lei.
A quella scena riprovevole, decisi di abbandonare la stanza e andare a fare un giro in hall, per vedere come stavano gli ostaggi.
Nonostante fossimo dei rapinatori, loro erano la nostra priorità.
Con la testa tra le nuvole, piena di pensieri che non divevano stare lì, Stoccolma sbucò alle mie spalle con un aria adirata
"Sei una puttana. Fregare gli uomini alle altre donne, non fa di te una bella persona" parlò a denti stretti, posizionandosi con il dito al mio petto e la faccia quasi a sfiorare la mia.
Quelle parole mi pesarono parecchio, fecero crescere in me una voglia di distruggerla, di rabbia
"Ascoltami bene biondina, dare della puttana ad un'altra donna, non fa di te, una donna. Ma tra l'altro, come biasimarti: pensavi davvero che Denver volesse una come te? Ma ti guardi? Avrai dieci anni in più di lui, hai le rughe, i capelli poco curati, le mani sfatte ed un fisico di merda. Ricorda che lui preferisce le Maserati, le macchine di valore, ed io, essendo una Ferrari, le batto tutte e pure te. Adesso, smettila di rosicare e prima di aprir bocca, guardati intorno, siamo chiusi dentro una banca a rapinare, ognuno di noi qua dentro ha un compito ed il tuo, invece, Qual è? Fare la sgualdrina con Rio?" Domandai sputando tutto il mio veleno sul suo viso, prendendomi delle grandi soddisfazioni.
La sua bocca si chiuse di scatto, il suo viso si irrigidì mettendo in mostra ogni nervo facciale teso come un ramo di legno, sarebbe scoppiata da un momento all'altro ed io non aspettavo altro
"Sei una puttana. Cosa avete fatto ieri lassù, avete scopato?" Domandò cominciando a spintonarmi, arrabbiata più che mai.
Quello che non capiva, era proprio il fatto che io, amavo provocare la gente e lei, stava impazzendo
"Si, abbiamo scopato. È stato fantastico, lo ammetto" sussurrai provocante al suo orecchio, leccando le mie labbra e cacciando un sorriso maligno, prima di allontanarmi e lasciare quel mucchio di ossa e nervi tesi lì, a pensare ad ogni singola parola da me detta.
Le avrebbero fatto male quelle parole e avrebbe capito l'errore da lei commesso, forse, in quel modo.
Quella donna aveva perso ogni cosa, e guai mettersi contro di me.
Con un'aria abbastanza fresca, camminai lungo il corridoio della banca, beccando in una delle stanze, Tokyo e Rio.
Quello che mi si presentò davanti, mi riempì il cuore di gioia.

Tokyo pov's

Stesa su un divano ormai stanca della situazione in quella banca, sentii bussare qualcuno alla porta.
Non mi sforzai nemmeno di guardare chi fosse che subito entrò.
Era Rio
"Per l'amor di Dio Rio, che cosa vuoi adesso, non ti basta quello che hai fatto?" Chiesi avvilita.
Ero stanca di lui, della rapina, della banca e di tutti quelli che provavano a starmi a fianco.
Lui mi aveva delusa, fatta a pezzi, spezzato il cuore in mille frammenti, resa vulnerabile.
Io, vulnerabile..
"Sono venuto a chiederti scusa. Sono stato un vero coglione a farti credere quelle cose. Io ti amo Tokyo, ti amo da morire Dio. Non riesco ad immaginare una vita senza di te, fuori da qua dentro, in qualunque altro posto. Ho avuto modo di riflettere là dentro, quando mi torturavano e sai cosa facevo ogni volta che stavo male? Pensavo a te, al tuo viso, all'ultima notte passata su quell'isola, alla nostra felicità e se solo non te ne fossi andata, non avessi acceso quel maledetto telefono, noi saremmo stati ancora lì, ad amarci, più di prima. Scusa Tokyo, scusa se sono un coglione, Sc-" decisi di interromperlo, quelle parole riempirono i miei occhi pieni di lacrime, il naso pizzicava, lo stomaco era andato a puttane e il mio corpo tremava ormai come una foglia caduta da un albero.
Lo avvicinai a me e dicisi di stringerlo al mio petto come fosse un bambino, perché in fondo lo era, era il mio bambino. Ogni particella del mio corpo stava esultando, tremando, un misto di emozioni mi stavano logorando dentro, ero la ragazza più felice del mondo, emozionata, era tutto così bello.
Lui che mi stringeva forte sussurrando all'orecchio quanto ancora mi amasse e quanto fosse stato coglione, mentre lasciava dei leggeri ma unidi baci sull'incavo del mio collo.
Quella sensazione, la sensazione di averlo di nuovo mio, mi gasava, mi faceva stare bene e per quanto la felicità di una persona non è mai un'altra persona, in quel momento lui lo era e fanculo al destino, fanculo a Stoccolma e a tutti quelli che non ci volevano assieme. Noi eravamo ancora là, più forti di prima. Chiusi il tutto in un bacio passionale e mi abbandonai al suo petto, mentre lui continuava a stringermi forte, con la paura che scappassi.

Ibiza pov's
Erano così carini assieme, ancora una volta, l'amore o se così si chiama, aveva trionfato nonostante tutto.
Un po' mi faceva ribrezzo, non sapevo nemmeno cosa fosse quel sentimento
Forse era un bene, non faceva per me l'amore.
"Mi spieghi che cazzo le hai detto?" Sentii urlare alle mie spalle, era Denver.
Ed ecco proprio quello che mi aspettavo, che Stoccolma riferisse tutto e che lui fosse ancora dipendente da quella donna, che rabbia
"Cosa le ho detto? Quando tu sia stupido a stare ancora ad ogni suo ordine. Ti tratta come un cagnolino, obbedisci alle sue richieste e fai tutto quello che ti dice di fare. Dever non si fa, Denver di qua, Denver di là. Ma andate a fare in culo tutti e non rompetemi. È proprio a causa vostra, delle vostre relazioni che finiamo tutti nella merda, quindi, basta. Non stresaatemi" sbraitai sfinita e distrutta da tutto quello che là dentro interferiva con il mio umore.
Mi voltai, cercando di andare il più lontano possibile, ma le mani di Denver mi bloccarono sui fianchi.
Girò il mio corpo di scatto, facendolo aderire perfettamente con il suo. I nostri nasi vicinissimi e i respiri che balzavano assieme, come il cuore in quel preciso istante.
Non riuscii a dire nulla che mi ritrovai immediatamente le sue labbra incastrate perfettamente alle mie.
Le sue mani sui miei fianchi, le mie sul suo dolce e morbido viso. Tutto quello che stava succedendo era così strano, ma bello.
Tutto con lui faceva quest'effetto.
Ero confusa, ma più la sua lingua danzava con la mia e più non ne avevo abbastanza.
Che strano effetto.
Dopo qualche minuto si staccò, tornando a guardarmi con quelle pozze azzurre che mi incantavano ogni volta, ci si perdeva là dentro
"Sei tu quello che voglio. So che è tutto così affrettato, ma uscendo da qua dentro, non so che fine faremo o nemmeno se usciremo, perciò, voglio godermi ogni attimo, ogni emozione con te. Fanculo al tempo, alle ex relazioni, se sono padre, fanculo a tutto. Tu mi hai messo al posto, hai aggiustato qualcosa che un'altra donna aveva ridotto in frantumi e da quel giorno, qualcosa mi ha spinto sempre più a te. Fanculo al tempo, qua dentro non vale nulla, Ibiza" si dichiarò lasciandomi a bocca aperta.
Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, ma io non volevo che ciò accadesse.
Non sapevo nemmeno come fosse avere una persona a fianco, amare un'altra persona, io avevo rispetto solo di me stessa e stare con lui non era tra i miei piani.
Lo allontanai di scatto correndo via da lì, chiudendomi in una stanza.
Era una delle regole principali: niente relazioni, niente sentimenti. Ed io l'avrei rispettata
"Parliamone, apri, ti prego" lo sentii dall'altro lato della porta..
Non sapevo cosa fare, cosa stesse succedendo...
Ero confusa...

Ecco qua un altro capitolo. Cosa succederà tra i due? Ibiza prenderà la decisione giusta?
Tante stelline e commy
Instagram: @itsibizax

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