3-Trovato

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Il colpo

Professore pov's

Mi alzai dalla sedia non appena sentii il rumore di quell'arma metallica alle mie spalle e il cuore mi salì in gola; cominciò a pompare sangue più velocemente e l'ansia si fece spazio, portando le mie mani a tremare. Sudavo freddo, la gola era ormai secca. Chi poteva essere? Chi mi aveva trovato? Perché impugnava una pistola? Ma soprattutto, come aveva fatto? Mi voltai di scatto, con le mani in alto e gli occhi spalancati, con il mio fare spaventato ma in grado di saper tenere la calma.
La trovai lì a fissarmi: Sierra. L' ispettrice Sierra

Flashback

Professore pov's

Rio era stato rapito, non sarebbe successo se non avesse acquistato quei maledetti dispositivi satellitari. Ormai chiunque era nelle loro tracce, chi avrebbe trovato dei cellulari non registrati al mercato nero?
Mentre quelle domande mi frullavano nella mente, un'idea si fece spazio tra ansie, angosce e paranoie.
Qualcosa che non avrei assolutamente fatto se non fossi stato cosi tanto nella merda: mettere in atto la rapina alla Riserva nazionale di Spagna, ideata da Berlino, ma prima di farlo, avevo bisogno di incontrare un paio di persone.
Palermo, aveva aiutato Berlino con il piano, lui sarebbe stato d'accordo, solo dopo avermi fatto sentire una merda per la morte del suo caro compagno.
Ma ce l'avevamo fatta, era dalla nostra parte.
Marsiglia fedele amico silenzioso. Bogotà, miglior saldatore mai incontrato in tutta la vita, miglior ladro e soprattutto buon amico.
Ma un'ultima persona, che non avevo ancora avuto il coraggio di affrontare, sarebbe stata di grandissimo aiuto se non il pezzo principale: Tatiana, moglie e vedova di Berlino.
Era importante in quanto unico aggancio saldo che ci avrebbe aiutato fino in fondo.
Tra un pensiero e l'altro, mi trovai immediatamente al cospetto della sua palazzina. Una grande palazzina formata da 8 piani, l'ultimo dei quali era proprio il suo.
Mentre salivo quelle scale, l'ansia e la paura salivano. Non ero mai andato a farle le mie più sentite condoglianze alla morte del marito, nessuna traccia sua dopo quel tragico evento, come volatilizzata. Ed eccomi davanti quella porta in legno.
Suonaì ed aprì la porta con il suo fare quasi dolce, i capelli aranciati molto lunghi in confronto al mio ricordo, gli occhi vuoti ed un corpo molto esile. Era sempre lei, ma più spenta.
La gola mi seccò e le parole si bloccarono dentro, non sapevo da dove cominciare e infatti, non appena capì chi fossi, chiuse la porta quasi sbattendola con forza, impedendomi del tutto di spiegare.
Ma dopo averla pregata più volte, finalmente mi lasciò entrare, accogliendomi in un abbraccio soffocato da un lungo pianto liberatorio
"T- Tatiana" riuscii a dire quasi spiazzato e con la voce tremolante
"Non chiamarmi più in quel modo, ormai sono un'altra donna. Non sono più la ladra che hai conosciuto " mi fulminò staccandosi di scatto, dirigendosi a prepare una tazza di caffè
Cosa intendeva?
"Non capisco" parlai incerto, non capendo realmente cosa stesse dicendo.
Vedendomi in difficoltà, si affrettò a parlare, raccontandomi parte della storia tra lei e Berlino
"Prima di entrare là dentro, avevo chiesto a Berlino di non farlo, avevo una brutta sensazione, pensavo che qualcuno me lo avrebbe portato via. Tutto immaginavo, ma non che fosse proprio la morte a farlo. Avevamo tanti progetti in mente, partire alle Hawaii per esempio, costruire una famiglia; volevo fargli godere ogni attimo della sua restante vita, volevo godermi quegli anni prima che la malattia me lo portasse via. Così partimmo, girammo l'Italia e poi la Spagna, una vera luna di miele. Divertimento, nuove conoscenze. Era uno sballo, qualcosa di magnifico. Eravamo sposati e felici, nulla ci avrebbe mai separati, come se nessuno dei due sapesse cosa lo avrebbe aspettato. Così, quando il viaggio finì e tornammo per la rapina, prima che lui entrasse, feci il test di gravidanza. Da un paio di settimane stavo male, nausea , mal di testa, senso di gonfiezza ed altri sintomi che ti risparmio Indovina? Positivo. Aspettavamo una femmina, l'avremmo chiamata Xena . Ero incinta da un mese. Immaginati, una piccola per casa, magari l'avresti conosciuta, avrebbe conosciuto suo padre e tutti voi. Saremmo stati felici, tutti. E invece no, mio marito è morto là dentro. Quando sentii la notizia non riuscii a fare nulla, cercai di allontanarmi da ogni ricordo che poteva portarmi a lui, compresa nostra figlia. Abortii spontaneamente e scappai in Norvegia cambiando identità. Tutto questo per cosa? Per una stupida rapina e tutto a causa tua Sergio. Tu sapevi sarebbe morto? Lo sapevi cazzo" Urlò piangendo, colpendo il mio petto con forza, come per sfogarsi, ancora con gli occhi sognanti dal racconto di quella storia.
Tutto quello che mi raccontò mi spezzò il cuore in mille frammenti, riuscendo anche a zittire la mia bocca e ogni pensiero.
Potevano essere felici e lui invece, si era sacrificato per la banda.
La presi al petto e la abbracciai il più forte possibile, cercando di alleviare le sue pene
"Io non sapevo finisse così. Non credevo lui lo facesse e sono stato male, continuo a stare male per lui. A maledire ogni giorno, devi credermi Tatiana" le dissi preso dalla collera e dai rimorsi, gli stessi che non mi facevano dormire la notte. Mi sentivo responsabile della morte di mio fratello e ci stavo male ogni giorno.
"So per cosa sei venuto. Ho visto il messaggio che hai lanciato. Rio è in pericolo. Io voglio vendicarmi Sergio. Voglio vendicarmi con la polizia, con le guardie, con il corpo militare. Con tutti cazzo, tutti quelli che me lo hanno portato via. So che non c'entri, scusa lo sfogo. Tu mi aiuterai, però. Ed io aiuterò te," parlò convinta dopo essersi asciugata le lacrime
"Come ci aiuterai Tatiana?" Chiesi un po' incerto
"Chiamami Alicia, Alicia Sierra. Sono un ispettore ormai. Ti risparmio come io abbia fatto a diventarlo e a cambiare identità. Ho anche io le mie conoscenze. E sappi che l'ho fatto solo per rovinarli, non vorrei essere mai come loro. Come quelli che mi hanno portato via Berlino." continuò il suo discorso con una risata malvagia mentre sorseggiava il suo caffè caldo.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie, un ispettore. Lo avremmo fatto, per salvare Rio, per salvare la banda, ma soprattutto per rivendicare Berlino, era il suo piano e lui lo meritava più che mai. Meritava la pace che noi gli avremmo dato dopo aver sterminato tutto e tutti, senza spargimento di sangue. Li avremmo rovinati in altri modi
"Riusciresti a trovare Rio? Ad ibucarti in questo caso?" Domandai con l'ansia in corpo
"Certo che posso. Ho già fatto delle ricerche. Farò in modo che mi facciano assumere il comando del caso di Rio e una volta assunto, mi imbucherò alla rapina come ispettore, quale sono. Dirige questo caso il colonnello Prieto. Rio si trova nel deserto con delle sue guardie. Ho lavorato con lui e la sua banda in altri casi passati, li ho conosciuti e loro hanno conosciuto Alicia. Sono entrata a conoscenza del caso di Rio pochi giorni fa, Prieto cercava qualcuno da mandare lì per torturarlo, più di quanto non abbiano fatto già quei bastardi. Non sanno nulla della mia vera identità, sarà più facile così. Farò in modo che lui abbia bisogno fortemente di me, a quel punto il gioco è fatto. Filerà tutto liscio e secondo i piani, conosco bene il piano alla riserva di Spagna, ogni minimo dettaglio. Ma sarà difficile, in quanto ispettore dovrò in parte riuscire a ricoprire il mio ruolo, mettendomi contro voi, ma senza mai ostacolarvi del tutto. Ma vi tirerò fuori da là dentro" affermò con sicurezza, dandone un po' anche a me
"Sono un' ispettrice, incinta, determinata e stratega. Mi conoscono per questo loro, eccetto per la morte di mio marito. Sarà il mio asso nella manica. Lascia fare a me questa parte, ti assicuro che ne usciremo sani e salvi" concluse lasciandomi letteralmente a bocca aperta...
Avrebbe giocato le sue carte e nel momento in cui ne avremmo avuto più bisogno, lei ci avrebbe tirati fuori da lì assieme ad Ibiza

Il colpo

Il professore pov's

Sorrisi e corsi subito ad abbracciarla, era riuscita a trovarmi nonostante i pochi indizi. Era di fronte a me e quella pancia finta mi faceva quasi impressione
"Puoi toglierti la parrucca e anche il pancione. Adesso sei dei nostri Francia" comunicai alla ragazza, mostrandole i miei attrezzi da attacco.
Adesso che l'attenzione delle guardie era puntata su di lei, sulla ricerca dell'ispettore che non avrebbero mai trovato, avremmo avuto più possibilità di uscire da là dentro, grazie al secondo piano, quello di Ibiza.
Primo passo: distrarre le guardie per qualcosa di davvero importante, dopo averle distrutte con delle dichiarazioni strazianti. Secondo passo: concentrare la ricerca su di noi in modo da liberare i ragazzi e l'oro da là dentro, non appena avremmo finito la fusione. Terzo passo: uscire da là dentro sani e salvi e con la riserva d'oro "sulle spalle"
Ce la stavamo facendo..

Ecco il terzo capitolo. Lasciate tanti commy e stelline.
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