23- Lontani

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Ibiza pov's

Dopo aver finalmente passato tutti i controlli , ci trovavamo sopra ad un aereo diretti in Italia,  dove avremmo visitato gran parte di quel paese che avevo da sempre sognato di vedere

"Sei emozionata?" Domandò il ragazzo al mio fianco con un sorriso in viso

"Un po'" mi limitai a dire sorridendo anch'io

Ero un po' in ansia a dire il vero, trascorrere del tempo con Denver lontani dalla banca mi metteva un po' paura.
Non conoscevo benissimo quel ragazzo, anche se, la vacanza ci sarebbe servita molto.

La vista fuori dal finestrino era afrodisiaca. Le nuvole sotto a noi sembravano fatte di zucchero filato, sembrava quasi di stare in paradiso in mezzo a tutto quel bianco.
Decisi di cullarmi un po' chiudendo gli occhi, il viaggio sarebbe stato di sicuro più veloce.

Aprii gli occhi infastidita da qualcosa, era Denver che amava stuzzicarmi mentre dormivo

"Buongiorno dormigliona,  siamo arrivati" mi comunicò con un dolce sorriso in volto.
Era così carino.

L'Italia ci stava attendendo

**
"MA DOVE SIAMO DENVER?" domandai euforica come una bambina, quando davanti ai miei occhi si presentò un enorme duomo

"Ma come, non conosci Milano? La città che non dorme mai" mi stupì prendendomi per mano, per portarmi dentro ad uno dei centri commerciali lì vicino, avevamo sicuramente bisogno di fare un po' di shopping

I miei occhi si riempirono di gioia, non facevo shopping liberamente da quando ero una bambina ed andavo con mia madre a comprare di tutto.
Passando per le vetrine di tutte quelle grandi marche, mi soffermai di fronte ad una di esse, la più gettonata forse.
Mi innamorai di un vestito bianco, della collezione di Dior: scendeva lungo fino ai piedi,  di raso, con un enorme spacco laterale che lasciava tutta la coscia scoperta.
Aveva la forma di una perfetta sirena, con una profonda scollatura che scendeva morbida fin sopra l'ombelico.
Era fantastico.
Abbinato ad un paio di scarpe con il tacco argento, piene di brillantini e ad una borsa dello stesso colore e materiale glitterato.
Inutile dire che i miei occhietti erano a cuoricino.
Mai visto un abito così semplice,  ma così elegante e raffinato

"Si è innamorata di questo vestitino signorina?" Mi Chiese Denver con fare ironico e di classe, era così buffo ma dannatamente bello

Sorrisi a quel gesto, eppure quel ragazzo riempiva il mio cuore di gioia nonostante i mille dubbi.

Entrai a provarlo dopo essere stata pregata più volte da Denver, insisteva  che fosse perfetto per me,  anche se io ne dubitavo.

Dopo averlo provato guardai la mia immagine riflessa allo specchio, sembravo una dea.
Scendeva aderente al mio corpo, mettendo in mostra le mie forme, ma senza troppo esagerare, sembrava perfetto per me.
Non appena uscii dal camerino, Denver si imbambolò.
Nei suoi occhi si poteva leggere tanta lussuria, uno sguardo furbo si dipingeva nei suoi occhi,  misto ad uno più dolce e quasi innamorato, segno che mi stava veramente bene.

"Sei bellissima cazzo" quasi urlò portando le mani alla testa.
Tutta la gente del negozio si girò a guardarci male, ma poco mi interessava.
Quelle parole mi facevano bene, anche se quasi scontate.

Immersa nei miei mille pensieri non mi resi conto della  grande busta che portava sopra il nome Dior, nelle mani ormai di Denver
Aveva comprato quel vestito assieme agli accessori, nemmeno il tempo di uscire dal camerino.

"Ma sei pazzo" esclamai un po' contraria, quel vestito era così tanto elegante che dubitavo potesse  andare bene per una semplice ragazza come me

"Non provare nemmeno a dirlo. Sei più che portata per questo vestito. Certo, un po' illegale, non so con quanti dovrò fare a botte sta sera, per evitare che ti giardino, ma va bene così" mi fece ridere con quelle sue semplici e scontate parole, ma con un pizzico di gelosia

"Tu sei matto. Ma che intendi con sua sera?" dissi sorridendo di conseguenza, per capire le sue intenzioni

"Sh, tu fatti bella. A quello ci penso io" mi lasciò di stucco con un filo di curiosità che viaggiava nel mio corpo.

Quel ragazzo mi avrebbe fatta uscire pazza prima o poi.

Dopo l'enorme giro per Milano e dopo aver comprato tantissime cose, finalmente arrivammo in una piccola villetta affittata da Denver per qualche giorno.
Il nostro viaggio per l'Italia sarebbe durato un bel po',  quindi sarebbe stato scontato fermarci per più di due giorni in un solo posto.

Intenta ancora a posare tutto nel mio armadio, un conato di vomito si fece di nuovo beffa di me.
Era strano, in quei giorni mi era successo spesso, pensavo fosse lo stress, ma a quel punto forse la risposta era un'altra

"Hei Marta, che ti succede? Domani mattina andremo da un dottore, non è possibile che tu ti riduca sempre cosi" esclamò preoccupato Denver,  mentre con le mani teneva i  miei capelli.

Un'idea malsana si infilò nella mia testa, non feci nemmeno in tempo a parlare, che Denver mi precedette

"E se fossi incinta?" Domandò spalancando gli occhi preoccupato.

Ma cosa diceva? Non poteva assolutamente essere possibile? Non doveva accadere.
Non per il bambino o per Denver,  ma era dannatamente presto per avere un bambino assieme a lui, all'età di 19 anni

"No Denver,  non può essere" quasi urlai alzandomi di scatto da terra

"Io non voglio un bambino o per lo meno, non adesso" urlò anche lui, facendo cadere ogni mia certezza.

Un bambino non era previsto, ma di certo se fosse arrivato non mi sarei tirata indietro, nonostante nemmeno io fossi pronta ad una cosa di quella grandezza e importanza.
Lo avrei comunque cresciuto e se Denver non era con me, a me poco importava a quel punto

"Ma sei forse pazzo? Ma cosa ti dice il cervello? io non farò crescere mio figlio senza un padre.
Ti sei preso le tue responsabilità con Stoccolma, se fosse vero che io sia in incinta, questo figlio è tuo e non puoi sottrarti dal tuo dovere di padre. Nemmeno io sono pronta a tutto ciò,  ma non mi tirerò di certo indietro" mi agitai quasi svendendo, avevo troppa rabbia in corpo

"Io non mi sento pronto ad avere un figlio tutto mio. Hai ragione, ma con Stoccolma era tutto diverso. Non so spiegartelo, sono solo confuso per il momento.  Non posso "  e mi lasciò lì,  da sola, nel bagno di una casa che non era mia, in una città che non conoscevo completamente.

Che cosa avrei fatto da sola e con un probabile figlio in grembo?

Senza pensarci due volte, con il mio cellulare cercai una farmacia vicina per comprare un test di gravidanza, non potevo stare con le mani in mano e cento pensieri in testa.

Mi affrettai a comprare quell'aggeggio per tornare a casa, era ormai sera, le strade di quella città non erano del tutto sicure.

Aprii la porta e mi incamminati verso il bagno facendo il test.
Quei minuti mi sembrarono un secolo, ma finalmente il risultato mi si presentò davanti....

   Ed ecco il continuo della Storia. Come si metteranno le cose?
Tante stelline e commy.
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