5-Dure verità

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Ibiza pov's
Spalancai gli occhi e la bocca e per un momento non volevo trovarmi lì.
Denver da un lato, Tokyo dall'altro e al centro Rio e Stoccolma, colti in fragrante in un bacio molto passionale.
Gli occhi di tutti si puntarono su di essi, catturando la loro attenzione alle urla dei due ragazzi che stavano assistendo.
Si staccarono di scatto, dirigendosi ognuno verso il rispettivo ex partner, mentre io guardavo da lontano con le braccia incrociate e l'imbarazzo addosso.
Non mi aspettavo quel  quartetto amoroso esistesse davvero, sembrava si vedessero solo nei film quelle scene.
Rio discuteva animatamente con tokyo, mentre cercava in tutti i modi di convincerla del contrario di quello che noi tutti avevamo appena visto, stessa cosa Stoccolma con Denver
"Fai schifo, non voglio più vederti. Siamo qua dentro per salvarti il culo. Nairobi è morta e chissà chi ne uscirà vivo e tu, tu ti comporti da imbecille. Mi fai schifo Rio, non voglio più saperne di te" urlava Tokyo immersa in un fiume di lacrime, mentre spingeva Rio lontana da se.
Denver rimase immobile per un attimo e subito dopo sganciò un destro a Rio, facendo in modo che lui cadesse a terra
"L'ex di un amico non si tocca, è terreno contaminato e tu hai fatto lo stronzo" sbraitò prima di abbandonare la stanza, con la rabbia che gli esplodeva dentro.
Stoccolma andò in aiuto di Rio, tokyo scappò via ed io mi incamminai verso Denver, in una delle stanze della banca. Non sapevo il perché lo stessi facendo, ma Denver aveva bisogno di una mano.
Lo trovai seduto su un divano a piangere come un bambino, con le mani in testa ed i gomiti poggiati alle ginocchia, mentre malediceva ogni momento passato con Stoccolma, tutto quello che aveva passato con lei e che era andato in fumo.
Mi avvicinai lentamente senza fargli pesare il momento e mi inginocchiai davanti a lui prendendo lentamente le mani dal suo viso.
Le sue pozze azzurre in un attimo mi fulminarono, stavano soffrendo ed erano distrutte da un pianto ormai durato troppo.
Lo guardai intensamente e gli sorrisi per poi tornare ad accarezzare le sue grandi e ruvide mani.
Con dolcezza presi un fazzoletto dalla tasca ed asciugai quelle lacrime che solcavano ogni lembo del suo viso sbarbato, il tutto sotto il suo sguardo attento, dolce e confuso. Non capiva il perché io lo stessi facendo, nemmeno io a dire il vero, ma era tranquillo e sembrava volesse solo quella tranquillità e quel poco di conforto che gli stavo dando.
Accarezzai le sue guance con due dita e passai la mano tra i suoi capelli arruffati e ricci, per dargli una leggera spinta ad un possibile sorriso che dopo poco, spuntò dalle sue labbra carnose e rosee
"Mi ha ferito" parlò con la voce straziata da quel pianto di liberazione
"Ho visto, ma non devi preoccuparti. Le cose si aggiusteranno" cercai di consolarlo prendendo il suo viso tra le mani e puntando i miei occhi dentro ai suoi, anche se sapevamo tutti e due che non sarebbe andata così
"Non voglio più saperne di lei. È finita" concluse corrugando la fronte con rabbia e stringendo la mascella, per poi alzarsi di scatto e posizionarsi di fronte la finestra.
Lo osservavo da lontano, ogni suo movimento, ogni posizione che il suo corpo in preda ai nervi, assumeva nel giro di pochi secondi, ma la sua bocca era chiusa, come senza parole.
Allora mi avvicinai e poggiai la mano sulla sua spalla, facendo in modo che si girasse.
Quando i nostri corpi si trovarono paralleli l'uno all'altro, mi abbracciò forte e mi sussurrò all'orecchio qualcosa
"Promettimi che almeno tu, mi starai a fianco" soffiò queste parole alle mie orecchie, provocando un brivido che salì lungo tutta la spina dorsale.
Quelle parole mi spiazzarano, non credevo proprio si fosse legato a me o avesse trovato una figura di conforto. Ero felice, confusa e anche un po' turbata, non sapevo spiegare la sensazione
"Sono qua Denver, non preoccuparti " risposi dopo poco, tornando a guardarlo negli occhi.
Eravamo vicini, le punte dei nostri nasi quasi si sfioravano e riuscivo a sentire il suo respiro caldo infrangersi sulla pelle fredda del mio viso.
Il cuore prese a battere fortissimo e le mani a tremare come una foglia.
Non sapevo cosa stesse succedendo, ma un filo d'ansia mi pervase l'intestino, come la normale sensazione delle farfalle nello stomaco, se cosi si poteva chiamare.
Immediatamente i nostri corpi si unirono, combaciano perfettamente l'uno alla forma dell'altro, mentre la mano di Denver mi sfiorò la guancia per poi scendere a toccare le labbra.
A quel gesto i miei occhi si abbassarono a seguire la mano e i tratti del mio viso che stava percorrendo, anche con un filo di imbarazzo dentro.
Sentivo le mie guance andare a fuoco e percepivo fossero rosse ed evidenti, come le sue.
Spostò quelle due ciocche di capelli neri che si trovavano attorno al mio viso, adaggiadoli con delicatezza dietro l'orecchio, mentre pian piano si fece spazio avvicinandosi minacciosamente al mio viso, alle mie labbra.
Un imput mi arrivò al cervello, facendomi scanzare di scatto prima che qualcosa potesse accadere.
Si scostò anche lui, e immersi nell'imabarazzo appena creatosi, nessuno dei due riuscì a dire nulla, fino a quando, tremolante, non presi a parlare
"Facciamo finta non si successo nulla, non sei in te e una mossa cosi azzardata complicherebbe le cose Denver" esclamai dopo aver morso la mia mano chiusa in un pugno, in segno di disapprovazione a quello che stava succedendo
"Hai ragione, Ibiza, non so cosa mi sia preso" balbettò in prenda all'ansia, dopo aver capito che forse non si doveva spingere così tanto oltre
"Per farmi perdonare, preparati per sta notte, non si dorme" sorrise come al suo solito, dopo avermi messo ansia addosso.
Cosa intendeva con "non si dorme"?
Era proprio strano quel ragazzo, eppure stava avendo un effetto su di me, che non doveva affatto avere e saperlo, mi faceva un po' rabbrividire.
Forse era solo il momento che si era creato, non ci sarebbe mai stato nulla tra me e lui, troppo diverso per stare al mio fianco.
Uscii dalla stanza e ritornai dagli ostaggi per dare un'occhiata, mentre la scena dell'attimo prima con Denver, risuonava nella mia testa come una musica alle ultime sue note.
Cosa mi stava succedendo e cosa avrebbe voluto fare di notte? Era tutto così strano...

Ecco un altro capitolo. Cosa avrà in mente Denver? Tanti commy e stelline per il prossimo capitolo.
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