20- Il sacrificio

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Ibiza pov's

Con l'ansia in pieno corpo e le mani tremolanti, mi girai per osservare Tokyo che era rimasta tutto il tempo al mio fianco.
Una lacrima solcò il suo viso prima che mi desse il via per aprire la botola.
Mi abbassai per osservare meglio e notai che tutta la banda si trovava lì dentro.
Scoppiai in lacrime, lacrime di gioia alla vista dei miei compagni sani e salvi, a parte Palermo,  lui era ferito.
Portai le mani alla bocca e mi piegai su me stessa, tirando un sospiro di sollievo.
Ero felice,  stavano tutti bene.
Immediatamente sentii due forti braccia stringermi da dietro, era Rio.
Gli sorrisi,  allo stesso modo fece Lisbona e ad uno ad uno tutti, fino a quando non uscirono completamente da quella botola.
La sensazione di sollievo si fece spazio tra la rabbia e la paura di perdere qualcun altro.
Sbuffai fuori quella tensione che tenevo in cuore e mandai giù una boccata amara, in segno di vittoria.
Ma non ce l'avevamo ancora fatta.

Fasciammo la gamba di Palermo e lo aiutammo a mettersi in sesto. Fortunatamente il proiettile aveva solo sfiorato la sua gamba, non era grave e poteva cavarsela benissimo

"Dobbiamo uscire da qua, e dobbiamo farlo il prima possibile.
Indossate le mute e le bombole dell'ossigeno, usciremo dall'acquedotto di Segovia, dentro la sala blindata" parlai a tutti i ragazzi, una volta che ci trovammo faccia a faccia e più tranquilli.

Non c'era tempo da perdere

FLASHBACK

Professore pov"s

Eravamo in Danimarca.
Berlino aveva insistito nel farmi visitare la città, ma il motivo per il quale ci trovavamo tra quelle strade era legato anche alla rapina in banca.

"Che ci facciamo di preciso su una barca?" Domandai a mio fratello che restava sempre molto vago.

Odiavo quel suo comportamento sempre sulle sue, interrogativo.
Non rispose, ma al suo posto lo fece Palermo, sbucando da sotto l'acqua con la sua muta e la sua bombola dell'ossigeno

"Tu parli troppo Sergio. Prova a goderti un po' questa vista" esclamò con un sorriso beffardo, una volta salito in barca, grazie all'aiuto del suo fedele destriero: Berlino.

Non sopportavo di essere tenuto sulle spine, ma quei due ragazzi sembrava si divertissero nel farlo.

"Calma fratellino, ecco il motivo esatto per cui siamo qua" ad interrompere i miei pensieri fu quel ragazzo sempre fine ed elegante.

Di fronte ai nostri occhi si presentò un grande porto pieno di navi, navi da pesca e non.
Inizialmente non capii.
Scendemmo da quella barca e cominciammo a camminare tra quelle mattonelle lisce e corrose dall'acqua salata, tra l'odore del pesce fresco e gli schiamazzi dei pescatori.
Ci fermammo nei pressi di una piazza, davanti ad una casetta in legno ben strutturata.
Vedevo i due ragazzi camminare e parlare tranquillamente, come se quel posto fosse casa loro.

"Eccovi arrivati finalmente " una voce a me sconosciuta ci diede il benvenuto.

Un uomo sulla cinquantina in giacca e cravatta, barba ben curata e fisico alto e possente.
Un uomo d'affari,  forse

"Questo deve essere il grande professore. Piacere di conoscerla " mi diede la mano in segno di educazione e mi limitai a stringerla con un sorriso confuso sul volto.

Erano ormai passate delle ore, dopo esserci accomodati in casa dell'uomo, capii il motivo delle loro presenza.
Erano due uomini

Si sarebbero uniti alla banda per aiutarci ad uscirne fuori.
In tutto quel tempo,  avevano spiegato che la loro più grande passione era quella delle immersioni, erano dei veri e propri professionisti in quell'ambito.
Erano proprio quelli che servivano per potare fuori l'oro dalla banca e per aiutare i ragazzi una volta finito il colpo.
Sarebbero proprio usciti da lì,  senza fare rumore, di soppiatto, nuotando nell'acquedotto di Segovia, dove Copenaghen e Århus, i due uomini, li avrebbero aspettati dopo aver prelevato l'oro dai fondali marini.

Era un ottimo piano

FINE FLASHBACK

Ibiza pov's

In pochissimo tempo ci trovammo tutti con le mute nere addosso.
Le bombole dell'ossigeno alle spalle e la voglia di uscire che si era ormai impossessata di noi.
Eravamo ad un passo dalla nostra libertà,  fino a quando qualcuno non entrò in stanza.
Uomini armati sbucarono da ogni parte della banca, sparando alla cieca.
La paura poteva ballare in stanza assieme a noi, ma nemmeno in quel caso ci scoraggiammo.
Con la forza in corpo rimasta, cominciammo a ricambiare l'attacco, mettendoci al riparo e sparando a chiunque provava ad avvicinarsi.
A poco a poco sterminammo tutti e fu lì che decidemmo di cominciare ad uscire.
La prima ad entrare fu Lisbona  dopo di lei Stoccolma, li seguirono Tokyo e Rio e subito dopo anche Chicago e Denver.
Decisi anche io di entrare e in un attimo mi vidi immersa dentro la famosa camera blindata, precedentemente riempita d'acqua a causa dell'allarme di sicurezza scattato all'inizio del colpo.
L'acqua circondava il mio corpo e bolle d'aria si infragevano sul soffitto ad ogni nostro respiro.
Aspettavamo dietro quella porta Palermo,  il quale non si decideva ad entrare.
Solo dopo capimmo le sue intenzioni..

Palermo pov's

Tutti i membri della banda erano già entrati dentro la camera blindata, pronti a volare verso la loro libertà, ma io no, avevo deciso di restare lì dentro.
Avevamo sterminato un bel gruppo, ma non avevamo finito.
Ero da solo, non ce l'avrei fatta, ma era proprio quello che volevo.
Berlino era morto per salvare la banda, ed io avrei fatto allo stesso modo.
Non avevo nessuno per cui lottare, tutto quello che amavao mi era stato portato via e tutto, nel peggiore dei modi.
Helsinki mi aveva abbandonato,  quel ciccione era riuscito a conquistare il mio cuore, mai come Berlino, ma entrambi mi avevano regalato delle grandi emozioni che con nessuno avrei mai voluto più condividere.
Gran parte dei miei compagni, mi odiava, avevo seminato il male tra di loro, l'odio e il dissenso per qualsiasi cosa, ma lo avevo fatto solo per la  sofferenza che portavo dentro,  per il vuoto che mi logorava giorno dopo giorno.
Niente e nessuno avrebbe alleviato le mie pene , tranne la morte, lei mi avrebbe ricongiunto con i miei cari e mi avrebbe portato verso la pace.
Ero pronto.
Ero pronto a morire anche io per la banda.

"Siete stati la famiglia mai avuta"
lasciai inciso su una tavoletta d'argento quella frase, nella speranza che fosse stata trovata e consegnata al professore, un giorno
Quei ragazzi erano stati tutto per me  anche se, nessuno lo avrebbe mai detto.

Ed eccoli lì,  che entravano ad uno ad uno da quella porta, tutti armati.
Cercai di proteggermi il più possibile dai loro colpi di pistola, ma mollai.

Gettai ogni arma a terra e alzando gli occhi al cielo, verso coloro che mi stavano aspettando, lasciai che delle calde e umide lacrime rotolassero via, portando con se tutta la mia rabbia, la mia tristezza, il mio dolore represso e tutto quello che nella vita avevo affrontato.
Mi posizionai di fronte a quegli uomini in nero che attendevano solatanto di farmi fuori.
E poco a poco eccoli che li sentii: il primo proiettile colpì la mia gamba, portando ad inginocchiarmi, mentre una lacrima scese prepotente dal mio occhio sinistro.
Tutti i ricordi raffioravano nella mia mente, potevo vederli, sentirli, potevo percepire ogni sensazione di quelle giornate ormai lontane,  di spensieratezza
Un secondo sparo colpi il mio braccio, un'altra goccia salata e amara solcò il mio viso.
Altri ricordi si posizionarono di fronte i miei occhi.
Fu lì che vidi Berlino.
Mi guardava, sorrideva e mi tendeva la mano, pronto ad accogliermi con lui, anche in paradiso,  anche nell'aldilà.
Era sempre così elegante.
Il terzo sparo fu il più doloroso, colpì il mio cuore e lì,  capii quanto dolore un essere umano era in grado di portare dentro di sé, un dolore capace di essere più forte di un semplice dolore fisico.
A quello sparo tutto quel dolore dentro di me uscì in un urlo, un urlo di liberazione, di rabbia, di paura, di felicità, di protesta.
Un urlo prepotente che rimbombò più forte di un proiettile in una stanza vuota.
Un urlo, una lacrima, un dolore lancinante e poi il buio più totale mi circondò,  seguito da un quarto sparo dritto alla nuca...
Presto avrei raggiunto i miei amici..

Capitolo un po' triste. Ho pianto per scriverlo,  ma doveva andare così purtroppo.  Ditemi la vostra, cosa ne pensate di questa perdita?
Tanti commy e stelline
Instagram: @itsibizax

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