24- Come in un sogno

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Ibiza pov's

Continuavo a guardare quel test incredula,  stupita, ma tanto felice: Era negativo.
Non che non volessi un figlio, ma era dannatamente presto per me, per Denver e per la nostra coppia ancora non stabile.
Ciò nonostante la mia rabbia nei confronti di quel ragazzo era sempre lì,  in un piccolo angolo del mio stomaco che girava e rigirava.
Aveva accettato un figlio non suo, nato dal frutto d'amore di Stoccolma e un completo sconosciuto, ma non avrebbe accettato un figlio tutto suo,  al di là di tutto.
Era tutto così complicato

Placai la mia ansia con del buon caffè caldo, attendendo che Denver ritornasse a casa, accesi la tv e mi sdraiai sul divano per guardare un bel film.

Il rumore della porta sbattere risuonò in tutta la stanza, portando il mio corpo a sussultare dalla paura.
Imprecai mentalmente per aver rovesciato il caffè sulla moquette e sopra la mia camicia bianca appena comprata.
Cazzo!
Mi voltai di scatto, immaginando già di chi poteva trattarsi, infatti Denver era impalato davanti la porta con le braccia stese lungo ai fianchi, il giubotto di pelle e la mascella contratta.
Solo dopo mi resi conto del suo taglio sanguinante sul sopracciglio

"Cosa è successo Denver?" Domandai preoccupata precipitandomi da lui

"Non preoccuparti per me, pensiamo a te e al bambino. Scusami se mi sono comportato da codardo, non pensando a quanto potesse essere difficile anche per te. Davvero, scusami Ibiza" mi supplicò fondandosi al mio petto, per crollare in un pianto liberatorio, mentre con le braccia mi stringeva sempre più a se.

Accarezzai i suoi capelli e stringendolo forte a me anch'io, lo tranquillizzai come fosse un piccolo bimbo

"Sh Denver, adesso ne parliamo con calma, ma adesso spiegami come ti sei procurato questo taglio?" Chiesi accarezzando la sua guancia.

Ero arrabbiata, era vero, ma vederlo in quello stato mi faceva male e ogni problema passava in secondo piano.

Mi procurai del disinfettante, della bambagia e cominciai a pulire con delicatezza il suo viso.
I suoi occhi si chiusero non appena la sua pelle ferita entrò a contatto con l'alcol disinfettante.
Mi fece scappare un piccolo sorriso.
Era così buffo quando arricciava il naso

"Ho reagito in quel modo perché mi sono trovato impreparato, spaventato. Cazzo, un figlio tutto mio, è una bella responsabilità, ma anche una delle cose più belle che possano succederti nella vita.  Eh beh, con Stoccolma è stato tutto diverso, quel figlio non era mio, perciò mi è venuto facile accettarlo. Perdonami se sono stato così impulsivo, ma ho riflettuto tanto nelle ultime due ore, facendo a botte con un coglione che mi ha provocato, ecco spiegato il taglio al sopracciglio." Parlò di scatto interrompendo quello che stavo facendo, per avvolgere le mie mani tra le sue

"Ero arrabbiata Denver, non toglierei la vita ad un piccolo essere se questo vivesse in me. Adesso mi è tutto più chiaro e sono felice di aver chiarito con te. Però,  il test è risultato negativo" confessai con sguardo basso, mangiucchiando le unghie.

I suoi occhi si spalancarono, così come la bocca che mimò un "Wow" silenzioso, come se non si aspettava che il test fosse negativo.
Eravamo stati solo affrettati

"I-io, n-non so che dire" balbettò scendendo dal piano cottura per stringermi tra le sue braccia, sollevato dalla mia notizia.
Mi cullai di quel tocco, era cosi rassicurante stare tra le sue braccia, mi sentivo protetta, piccola ed indifesa, ma dannatamente in pace con il mondo.
Era bello e per una volta mi sentivo tranquilla e felice...

**
Uscii dalla doccia dopo circa  un'ora, ero molto rilassata in confronto alla sera prima,la sera della lite con Denver.
La notte non avevamo dormito molto, avevamo preferito guardare un bel film, ma in realtà eravamo rimasti a parlare di molte cose lasciando che il film guardasse noi.

Entrai nella stanza con l'accappatoio per iniziare a prepararmi, Denver mi avrebbe portata a cena in uno dei ristoranti migliori di Milano,  per farsi perdonare e per passare l'ultima sera in quella splendida città.
L'Italia era ancora immesa e molti posti ci attendevano ancora, prima di partire per Miami dopo aver finito il giro.

Asciugai i capelli per poi renderli mossi con un ferro apposito, leggere e morbide onde ricadevano sopra le mie spalle, il caschetto era leggermente cresciuto, tanto da poter creare quella piccola acconciatura.
Restai sobria per il makeup: passai del fondotinta e del correttore per coprire le evidenti occhiaie, sopra l'occhio passai una leggera sfumatura di argento, fissando con del buon mascara e un filo di eyeliner.
Illuminate e rossetto rosso completarono il mio look rendendomi veramente bella ed attraente,  soprattutto dopo aver indossato l'abito bianco di Dior regalato da Denver, illegale definito da lui.
Borsa, tacchi e profumo, ero finalmente pronta dopo 3 lunghe ore.

"Dai Marta,  sono le 21:00, quando hai intenzione di-" si bloccò non appena feci il mil ingresso nel salone.
I suoi occhi si dipensero di felicità, erano stupiti,  imbambolati

"S-sei stupenda. Con questo vestito addosso non so cosa ti farei" mi confessò all'orecchio con un sibilo di eccitazione.
Il suo fiato caldo sul collo prese d'assalto tutta la mia spina dorsale salendo fino al collo.
Quel ragazzo sapeva che tasti toccare e a me faceva impazzire.

"Anche tu niente male" mi limitai a dire con un ghigno di provocazione sul volto.
Il suo smoking nero gli calzava a pennello,  così come quei ricci ben definiti e gellati che mettevano in risalto il blu dei suoi occhi

"Attenta alla bava signorina" si prese gioco di me facendomi ridere.
Sempre il solito.

Ad attenderci trovammo una limousine nera con il suo autista, affittata da Denver in occasione della serata, era così grande dentro.

"Proporrei un Brindisi a noi" parlò dopo aver stappato una bottiglia di rosato che trovammo al suo interno, il mio preferito.

"A noi" esclamai bevendo un sorso di quel buonissimo vino, dopo aver lasciato un tenero e casto bacio alle sue labbra,  quel tocco mi era mancato.

In men che non si dica arrivammo alla nostra destinazione, nel ristorante più gettonato della città: Mi view Restaurant

Il nostro tavolo era già prenotato.
Non appena il cameriere ci fece prender posto, restai incantata dalla splendida vista su tutta Milano.
Era wow.
La sala era elegante, fine e raffinata  così come i tavoli e la splendida vista.
Denver si era proprio superato

"Ti piace?" Chiese felice prendendo la mia mano

"Si, da morire. Grazie di tutto Denver " esclamai felice e sincera nelle mie ultime parole.

Grazie perché mi faceva stare bene e perché,nonostante  il poco tempo, stava diventando tanto per me

"Grazie a te Ibiza. Con te sono rinato" parlò pacato, con un sorriso sincero in volto.

Era tutto così bello, lui era bello, noi eravamo belli.

Ci gustammo la cena, con l'attesa di continuare il nostro viaggio insieme ed uscirne più uniti che mai...

Ecco qua un altro capitolo. Tante stelline per sbloccare il prossimo.  Vi aspettano ancora delle belle sorprese.
Instagram: @itsibizax

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