Quella notte, Sarah non riuscì a prendere sonno. Provò a girarsi e rigirarsi più volte, sdraiata tra Rick e Met, ma nulla.
Ogni volta che provava a chiudere gli occhi, immagini orribili si facevano largo nei suoi pensieri per tormentarla. Prima, immense fiamme e poi, il volto senza vita della madre. Era orribile, non riusciva a fare nulla per evitare una cosa del genere.
Sarah si mise a sedere e si guardò attorno cercando qualcuno che, come lei, stesse avendo una notte in bianco. Tutti, però, sembravano fin troppo esausti per avere delle preoccupazioni da farli rimanere svegli.
Di fronte a sé, sulla sinistra, c'era Jim, che dormiva affannosamente per via della febbre che continuava a scendere e risalire di continuo.
Albert, accanto a lui, dormiva poggiato a un'albero con un sonno leggerissimo per qualsiasi evenienza.
Le persone più vicine a Sarah, erano i suoi fratelli, che, per non lasciarla sola, avevano deciso di dormire insieme tutti e tre in un enorme giaciglio fatto da Rick. Sarah non poteva di certo dire che i fratelli stessero dormendo beatamente.Met, anche se dormiva profondamente, stringeva per mano Sarah con la paura che potesse capitare qualcosa. A Rick, invece, sembrava che uno strano incubo lo tormentasse. Continuava a cambiare continuamente posizione mormorando qualcosa di incomprensibile.
Sarah li osservava e di colpo, un senso di nostalgia gli riempì il cuore. Per un attimo, pensò al dolce calore di casa sua e di quanto gli mancasse. Nostalgia di quella vita, che aveva sempre cercato di vivere nel miglior modo possibile.
Nel silenzio della notte, solo alcuni rumori del bosco facevano rimanere Sarah aggrappata alla realtà, alla dura realtà dei fatti.
Tentando di mantere le lacrime, si sdraiò nuovamente e si coprì il volto con la mano destra, mentre con la sinistra stringeva di più quella di Met.
Dopo mille pensieri e mille incertezze, alla fine la stanchezza vinse. Le palpebre si fecero pesanti, il respiro più profondo e sentì il sonno trascinarla via, in una notte che non portava nulla di buono, se non incubi e vecchi ricordi che stavano aspettando una simile situazione per riaffiorire e venir fuori.
Senza preavviso, senza scrupoli, erano pronti per far ricordare a Sarah la verità. Quella notte, quel sogno...quel ricordo...-------------------------
Una piccola bambina dai candidi capelli biondi raccolti in una splendida treccia, correva tra le braccia di una donna sorridente. Solo il sorriso le si vedeva, perché il volto era stato oscurato dal ricordo troppo lontano, e tutto appariva incerto. Eppure, la bambina sembrava non farci caso; spensierata e felice.
La sua risata e quella della donna, rieccheggiavano in quel ricordo, in una stanza familiare. La bambina, sicura tra le braccia della madre, si sentiva protetta.
Però, quella felicità durò molto poco.
Di tratto, dei rumori assordanti irromperono in quel tranquillo momento: delle grida e rumori di spade cominciarono a sentirsi sempre più.
Il volto della donna si dipinse di terrore e di fretta si precipitò a nascondere la bambina in un angolo lontano della stanza.
Poi...il caos più totale.
Le porte si sfondarono di botto, dei passi veloci e cruenti, dei suoni orribili. La piccina, si coprì le orecchie mentre, tremante, cercava di rimanere ferma come quella donna le aveva ordinato.
Dopodiché, in quella stanza, ritornò il silenzio. I rumori si placano e la bambina trovò il coraggio di voltarsi a guardare, nel tentativo di ritrovare sicurezza nella madre.
Ma, la stessa donna che qualche istante prima la teneva stretta, ora era a terra, immobile, al centro della stanza, in un'enorme pozza di sangue. Confusa e terrorizzata, la piccola, le si affrettò ad avvicinarsi e a stringerla mentre, con la sua vocina, continuava a chiamarla.
Poi, dalla porta, un'altra figura umana emerse; un maggiordomo, spaventato e disperato, in un primo momento, rimase immobile davanti a quella scena finché, precipitandosi vicino la donna e sorreggendole la testa constatò un debole battito e un corpo sempre più freddo.
La giovan donna, in fin di vita, mormorò delle parole all'uomo e voltandosi verso la bambina, le sorrise debolmente, accarezzandole per l'ultima volta la guancia con la mano sporca del suo sangue.
Un secondo dopo, la mano ricadde di peso sul pavimento e la vita le fu portata via.
Pietrificata, a occhi sgranati, Mary continuava a fissare e chiamare la donna nella speranza che rispondesse alla sua voce.
Ma, ormai, era tutto inutile.
Il maggiordomo, prendendo la piccina tra le sue braccia, corse via, impotente e addolorato per quella scena.
Di fretta, varcata la porta, ad attenderli nel lungo corridoio, il peggiore degli scenari più rivoltanti: corpi senza vita di uomini armati, semplici cameriere, guardie, e tanti altri, erano lì immobili, uno peggio dell'altro, tutti circondati da quel liquido rosso della morte, schizzato ovunque, perfino su quelle bianche pareti, a cui Mary era sempre stato detto di stare attente a non toccarlo con mani sporche.
La bambina strinse gli occhi e nascose il viso sulla spalla di Albert, stringendosi all'uomo così tanto da sentire il cuore di entrambi battere all'impazzata, mentre suoni orribili di grida e di dolore riempivano l'aria e si imprimevano nella mente della bambina. Quando ebbe il coraggio di alzare gli occhi e riaprirli, la piccina potè solo vedere da lontano il castello, in fiamme, allontanarsi sempre più mentre, in braccio all'uomo, si addentrava, sfrecciando a dorso di un cavallo, nella foresta.
La sua mente era sgombra, il tutto era più di quanto una bambina potesse sopportare. Senza motivo, senza spiegazioni, era successo tutto quello, d'un tratto.
L'incendio del castello dominava la notte e la illuminava. Potenti e tremende, le fiamme mostravano tutta la loro grandezza e forza, mietendo paura e crescendo sempre più. Mary non potè credere di star assistendo a uno scenario così orribile e, allugando il braccio davanti a sè, tentò di catturare quello che aveva perso nella picola mano.
-Ma...madre...- furono le sue ultime parole, prima di perdere i sensi e con essi, se stessa.---------------------
Sarah aprì gli occhi di scatto e li fece guizzare velocemente, mentre il suo respiro veloce era sintomo di un cuore che batteva all'impazzata. Qualsiasi cosa avesse sognato, non poteva riternerlo frutto della sua fantasia.
Non poteva crederci, quello era di sicuro un ricordo della sua vecchia vita."Perché? Perché proprio ora?" Sarah si coprì gli occhi con un braccio e tentò di trattenere quelle lacrime, che a forza, senza pretese, vollero uscire, mentre una fitta dolorosa gli lacerava il cuore.
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SPAZIO FINE CAPITOLOVorrei cominciare scusandomi per la lunghissimissimissimissima assenza. Il fatto è che, in questi mesi mi sono concentrata maggiormente su "Una semplice storia d'amore (?)" e ho finito col trascurare questa...e ho sbagliato, lo so.
Scusate davvero! Ma non ho nessuna intenzione di lasciare questa storia incompleta, come per il resto dei miei libri; però, ecco...può capitare che ci metta un pò di tempo per pubblicare un capitolo (scusate, sono lenta in tutto)
Ma voglio ringraziare tantissimissimissimo voi, il cui, coi vostri commenti mi avete commossa davvero tanto e mi avete spinto e spronato a continuare al più presto questo capitolo.
Ringrazio tantissimo per i consigli che mi date, che mi fanno crescere, e spero di non deludervi...
Ringrazio tutti!!!
Ed ora...
Saluti!
Tizy97 =)P.s. voglio fare un sondaggio per cercare di capire chi migliorare come carattere e personaggio nella storia...quindi vorrei chiedervi:
1) Qual'è il vostro personaggio preferito? E perché?
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L'improvvisa verità #Wattys2016 [SOSPESA/IN REVISIONE]
AdventureCOPERTINA STUPENDISSIMA DI @AL_HAVEN (GRAZIE SIS) La vita scorre spensierata nella casa di campagna dei Welch abitata da Sarah, i suoi genitori e i suoi due fratelli almeno fino al giorno in cui questa felicità non viene spezzata da una tragedia. Lo...