19- Un cielo limpido

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Stremati e senza forze, Jim, Sarah e Met riuscirono ad uscire dall'incendio.
Albert e Rick gli andarono incontro: erano tutti messi molto male.

Rick abbracciò Met, sollevando un sospiro di sollievo e prese in braccio a sé Sarah, che era ancora priva di sensi. Poi si cercò intorno, ma non vi era nessun segno della madre. Una semplice scossa di capo da parte di Met, fece immediatamente comprendere a Rick la situazione.
Jim, invece, liberatosi dal peso di Sarah dalle spalle, perse l'equilibrio per la stanchezza, ma Albert riuscì a prenderlo in tempo per un braccio, prima che cadesse al suolo.
-Signorino James sta bene?- chiese preoccupato.

Jim, respirava con difficoltà: la corsa precedente e lo scontro con Alfa, soprattutto sotto tutta quella pioggia, incomincirono a farsi sentire.
-Albert, dov'è Beta?- chiese in affanno il ragazzo.
-Mi spiace Signorino, è riuscito a scappare.
-Allora dobbiamo andarcene, se ritornasse con Alfa saremo spacciati, conciati come siamo saremo una facile preda.

E detto questo, si resse in piedi barcollando, quando un improvviso capogiro gli piombò addosso e, preso alla sprovvista, cedette.
L'ultima cosa che Jim vide fu il cielo limpido della notte. Solo in quel momento si rese conto che la pioggia aveva smesso di cadere, e che al posto di grigie nuvole, vi erano splendenti stelle, mentre il tutto gli appariva come un "non so che" di nostalgico.
Al ragazzo salì una febbre improvvisa, e chiudendo gli occhi, cadde in sonno profondo...

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Un bambino con indosso vecchi vestiti logorati teneva per mano un uomo grosso e robusto. L'uomo farfugliava e parlava con altre persone brutta cera, mentre il bambino si fissava attorno, incapace di apprendere la conversazione, piccolo com'era.

La comitiva di persone che parlavano, si trovava ai margini di un bosco, a pochi metri di distanza da alte mura che racchiudevano un immenso castello.

Il bambino alzò lo sguardo e notò immensi alberi che tentavano di nascondere un Sole splendente.

Notò poi un piccolo coniglio bianco.

Il piccolo coniglio, dalle lunghe orecchie bianche e dai piccoli occhietti neri, si accingeva a strofinarsi il viso con le piccole zampe che aveva. Il bambino lasciò la mano del padre, che non se ne era reso conto, e si avvicinò al coniglio silenziosamente.

-Vieni qui piccolo, vieni- lo chiamava a bassa voce il bambino, con occhi pieni di meraviglia per la bellezza di quel animale. Allungando le sue altrettanto piccole mani tentò di accarezzare il coniglietto, che solo in quel momento, si rese conto della vicinanza del bambino e corse via.

Il bambino non si arrese e con un grosso sorriso in volto iniziò la sua corsa.

Il coniglietto, dopo molti salti, scomparve dietro un folto cespuglio e, sicuro di trovarlo, il bambino lo attraversò.

Chi si ritrovò davanti però, non era il coniglio che cercava.

Una piccola bambina, con in mano dei fiori, si accingeva a raccoglierne altri, con un piccolo sorriso contento.

Era vestita con un adorabile vestitino rosa, e aveva due grandi trecce che raccoglievano stupendi capelli biondi.

-Chi sei tu?- domandò il bambino che da poco era arrivato lì.
La piccola, che canticchiava una dolce melodia, si fermò e si alzò di scatto e, indietreggiando per la paura, si bloccò all'immenso muro bianco del castello, dove fin lì era arrivato, seguendo il coniglio, il bambino.

-Non preoccuparti- tentava di tranquillizzarla -...che bei fiori- aggiunse in seguito, raccogliendo quelli che aveva fatto cadere la piccola dai bellissimi capelli dorati e da lucenti occhi azzurri come il cielo.
Il bambino, porgendogli i fiori, gli regalò un caloroso sorriso, che la tranquillizzò.

L'improvvisa verità #Wattys2016 [SOSPESA/IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora