CAPITOLO 20

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Esco da quella stanza ancora confusa. Che significa quel bacio? Mi è piaciuto? Ma ovvio che mi è piaciuto, e questo non va bene. Per niente. Non voglio innamorarmi. Non di Zayn.

Decido di andarmene a casa.
Prendo una scorciatoia per arrivarci prima. Non mi va di fare molta strada dato che sono stanca.

Questa strada la facevo sempre con i miei genitori da piccola, e dopo che se ne sono andati da questa città, non l'ho fatta più.

È cambiata davvero tanto, è buia e ci sono scarpe legate ai fili dei pali della luce.

Un pò di tempo fa, lessi che le scarpe legate sui fili, significava spaccio di droga in quel territorio. Non può andare meglio.

Affretto il passo, ma sfortunatamente mi cadono tutti i libri per terra facendo un rumore colossale.

"Ehy bambolina, che ci fai in questo posto?" chiede un ragazzo sbucato dal nulla.

È davvero carino. Occhi azzurri, capelli biondi, ottimo fisico e un piercing sul labbro.

Non gli rispondo e mi affretto a raccogliere tutti i libri per andarmene il più in fretta possibile dal quel posto.

"Ehy ehy, stai calma. Vengo in pace" dice ridendo mettendosi una mano sul cuore.

"Scusa, ma dovrei andare"

"Ti va di conoscere i miei amici?" chiede.

"Magari un'altra volta" dico sorpassandolo.

"Dai, sarà questione di due secondi" dice prendendomi il polso.

"Dai andiamo" dice sorridendo.

"Ha detto di no" dice una voce a me conosciuta.

"Zayn" dico quasi scoppiando a piangere.

"Lasciala" dice Zayn con la mascella tesa.

Il biondo molla la presa e io mi precipito su Zayn che, a sua volta, mi tiene stretta.

"Non devi mai più fare questa strada da sola, ci siamo capiti?" dice severo.

"Si, menomale che sei arrivato tu" gli dico.

"Ma aspetta, come mai stavi da queste parti?"

"Ti pedinavo" ride.

"Zayn!" gli do una sberla sul braccio.

"Che c'è?" rido.

"Vieni, andiamo a casa" dice poi.

Camminiamo fino a casa mia.
Apro la porta ed entriamo in casa.

"Senti, per il bacio di prim-" non faccio in tempo a finire la frase, che Zayn mi sbatte sulla porta e mi bacia con foga. Non lo respingo.

Passa dalla mia bocca al collo.

"Zayn, zayn basta" ansimo.

"Non mi vuoi?" chiede quasi deluso.

"È strano" si ferma.

"Cosa?"

"Io, te, noi" dico gesticolando.

Aspetta, esiste un "noi"?

"E perché dovrebbe essere strano?" chiede ancora col suo corpo attaccato al mio.

"Io ti detesto" dico ovvia.

"E perché mai?"

"Dio, mi insulti sempre"

"Mi dispiace" sussurra.

Zayn che si dispiace?

"Come scusa? Ti dispiace?"

"Mi dispiace" ripete. Rimango a bocca aperta.

Unlucky (non più in lavorazione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora