Unlucky (non più in lavorazione)

CAPITOLO 1

È tardo pomeriggio e io mi sono svegliata solo adesso.

La mia pancia brontola, ma non avrei mangiato comunque.
Un po' di dieta non mi avrebbe fatto di certo male.

Mi alzo dal letto svogliatamente, vado di sotto e accendo la televisione non sapendo cosa fare.

Dopo un po' vari minuti suona il campanello e vado ad aprire.

"Cosa vuoi?" chiedo acida non appena vedo la sua figura fuori alla porta.

"Ehy cosa, statti calmina con me eh"

"Ripeto. Cosa vuoi?" ignora la mia domanda, mi sorpassa ed entra nella mia casa come se nulla fosse e si siede sul divano.

Comodo il signorino.

"Volevo solo vedere come stavi"

"Tu che ti preoccupi per qualcuno? È bella questa! Dove stanno le telecamere Malik?"

"Ho esagerato. Ma comunque ero curioso nel veder la tua casa sfigatella"

"Non chiamarmi così" dico irritata.

Odio quel nome. Non c'era bisogno di screditarmi ogni volta.

"Perché sfigatella? Non lo sei per caso?" si avvicina a me con fare minaccioso.

"Vattene"

"No" risponde fermo.

"Senti, tu non puoi sempre fare come ti pare e piace. E non vai a scoparti quelle della tua stessa razza?"

Le parole escono di bocca senza accorgermene.

Si avvicina ancora di più e io indietreggio fino ad arrivare al muro.

La distanza tra i nostri corpi è pochissima.
Non voglio avere un contatto fisico con lui, no.

Fortunatamente lui rimane al suo posto ma il suo viso si avvicina fino a stare difronte al mio.

"Chi sarebbero quelle della mia razza?" chiede con voce roca.

"Le puttane" dico ferma.

"La ragazzetta sfigatella è ribelle eh"

Il suo corpo si avvicina al mio, ma io cerco di allontanarlo posando le mie mani sul suo torace.

Mi guarda e si allontana di scatto, stavo sudando freddo.

Il suo sguardo fisso su di me mi mette a disagio, ma cerco di nasconderlo.

"Mi devi fissare ancora per molto?" chiedo ironica.

"No" dice confuso.

"Stai bene?" gli poso la mia mano sul suo braccio.

"Non toccarmi" toglie immediatamente la mia mano dal suo braccio.

"Ciao" e se va sbattendo la porta.

Rimango perplessa per qualche minuto cercando di capire quali problemi gli affliggono a quel ragazzo.