16: Domani.

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 L'arbre magique alla vaniglia emana un odore talmente dolce che ci spinge ad aprire di poco entrambi i finestrini anteriori, facendo entrare così l'aria invernale. Sto per premere il pulsante sotto lo stereo, per abbassare ulteriormente il mio finestrino, ma mi blocca la mano racchiudendola nella sua. «Fa troppo freddo, resisti, siamo quasi arrivati»

Sospiro accettando la morte dei miei neuroni olfattivi. Lui sorride senza distogliere lo sguardo dalla strada e gioca con la mia mano, stringendola e scuotendola, finché lentamente mi libero dalla presa.

Volto la testa così da poter guardare fuori dal finestrino gli alberi che si trasformano in una continua linea verde sfumata e il sole nel cielo che lentamente cala.

Ripenso alle parole di Max di ieri. Dopo avermi chiesto che intenzioni avessi col suo migliore amico non sono riuscita a rispondergli, ho balbettato qualcosa di incomprensibile, per poi azzittirmi e sospirare arresa.
Max mi ha detto che sapeva cosa fosse successo, ma non gli chiesi come, avrei peggiorato la situazione facendogli capire che volevo tenerlo nascosto.
Si è avvicinato a me e si è piegato sulle ginocchia cosicché non fossi obbligata a guardarlo con il collo piegato.

Mi ha preso le mani tra le sue «Ascoltami, mi fido di te e mi fido di Dave, ma Lili... sei sicura di quello che provi? Questa relazione-»

L'ho bloccato poggiando una mano sulla sua spalla e scuotendo la testa spaventata «stai correndo troppo, Max...»

Non so come funziona una relazione, è impegnativa e non penso di essere ancora all'altezza di averne una. È tutto ancora troppo nuovo per me.

Max è sempre stato bravo a capire ciò che provo senza che glielo dica, così ha annuito alle mie parole «Va bene, Lili, ma per qualsiasi cosa sai che puoi parlarne con lui e se non ci riesci sai che ci sono io. Okay?»

Sono tuttora confusa dalla sua reazione, mi aspettavo almeno che mi elencasse un centinaio di motivi diversi per cui io e il suo migliore amico non dovessimo più vederci e invece...

Scendo dalla macchina e davanti a me la spiaggia dorata sembra estendersi all'infinito, se non fosse per le onde che coprono una piccola parte di questa come una coperta blu mossa dal vento.

Inalo l'aria di mare e senza aspettare Dave, scendo le scalette di legno, che dal parcheggio conducono alla spiaggia, ed inizio a correre verso il mare. Arrivata sul bagnasciuga mi tolgo le Puma nere e i calzini abbinati, ed in punta di piedi mi avvicino all'acqua.

È  gelata e rido per l'effetto strano che mi fa ai piedi, faccio un passo avanti bagnandomi i risvoltini dei jeans.

Sto per girarmi a cercare Dave, ma degli schizzi sul volto mi segnalano la sua presenza al mio fianco.
Lo guardo con un sorriso e con un gesto della mano faccio arrivare delle gocce sui suoi pantaloni.
Subito Dave ribatte muovendo l'acqua con più forza facendomi bagnare il maglione e di conseguenza ricambio il favore. Finiamo per schizzarci con tutte le nostre forze, come i bambini d'estate, con l'unica differenza che non siamo più bambini e non è più estate.

«Tregua!» urlo girandomi di schiena così da coprirmi da ulteriori schizzi.

Sono completamente bagnata, soprattutto in viso, proprio oggi che mi sono impegnata un po' di più a truccarmi...

Mi giro a guardarlo, lui mi osserva ridacchiando e noto che, a differenza mia, il suo viso è asciutto, così come gran parte del resto del corpo.

«Ma quindi io a chi ho schizzato?» chiedo facendolo scoppiare a ridere.

«Perché continui a sfidarmi se sai già che perderai, Nugg?» mi provoca avvicinandosi a me. Porta le mani sulla mia vita e mi avvicina di qualche centimetro.

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