5: Proposte Discutibili.

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«Forza Souza!» il professore di motoria mi sbraita addosso, coprendomi così di sputi mentre sono sdraiata sul pratino intenta a fare cinquanta flessioni, insieme ai miei compagni.

Stringo i denti e continuo a piegarmi sulle braccia. Sento che sto per morire.

«Quaranta! Ne mancano dieci!» continua ad urlare, sono completamente sudata, abbiamo già fatto due giri di campo prima degli addominali e sento di aver perso il polmone sinistro.

«Riposo!»

Mi lascio cadere a faccia avanti sul pratino del campo scolastico, non ho la forza di muovermi e respiro affannosamente.

Lenta.

Risento la sua voce e mi metto a sedere di scatto, come se fossi stata colpita da una scarica di adrenalina, i miei compagni sono tutti stesi con gli occhi rivolti al cielo e il petto che si muove velocemente.

«Souza, bene. Vedo che non sei messa male come i tuoi compagni.» si complimenta con me il professore.

Mi sforzo di sorridere e mi passo una mano tra i capelli sudati e legati «posso stupirla...» dico.

Il coach mi guarda sorridendo con aria malvagia. «Bene, bene. Allora fammi un altro giro di corsa.»

Sbarro gli occhi «cosa?!»

«Sei stanca?» mi chiede con un'espressione schifata.

Maledetto, ovvio che sono stanca.

«Io? Ma si figuri» dico con una risata forzata alzandomi in piedi. Accanto a me Nicholas mi guarda come se non fossi umana, mentre inizio a correre molto lentamente così da non morire subito.

Sono a metà campo quando vedo la squadra di pallanuoto entrare per fare le solite prove di resistenza. Continuo la mia corsa velocizzandomi un poco e alzo una mano per salutare Max che mi guarda. Ha la divisa da capitano, con i colori della scuola, rosa e nero, come quelli dei miei pantaloncini. Tutti gli alunni hanno la stessa tuta, con i colori scolastici.

Torno a concentrarmi sulla mai corsa e noto che al mio tranguardo manca più di quanto immaginassi, rallento e mi porto una mano al fianco, non resisto più alle sue fitte. Sento le ginocchia cedere e mi fermo portando le mani su queste, la maglietta a maniche corte bianca si è ormai appiccicata al mio corpo, a causa del sudore. Ho la vista sfocata ed inizio a tremare nonostante il gran caldo che provo.

Non capisco cosa succede e cerco di respirare più velocemente, ma invece di migliorare, inizio a tremare di più. Mi siedo a terra e vedo delle persone avvicinarsi a me, ma non sento ciò che dicono, una mano forte mi spinge verso terra per poi alzarmi le gambe, mentre qualcun altro mi lascia cadere lentamente dell'acqua sulla faccia e sui capelli.

L'acqua fredda riesce a farmi smettere di tremare, una sensazione di sollievo mi fa tornare a respirare tranquillamente. Apro gli occhi e mi porto una mano al petto, sopra di me vedo la testa di Max intento a parlare con qualcuno al di fuori del mio campo visivo. Lentamente le loro voci tornano ad essere chiare.

«Menomale che l'hai vista, Dave...» sento dire da Max «ora torna ad allenarti».

Corrugo la fronte e provo ad alzarmi sui gomiti, ma la testa mi gira troppo forte costringendomi a tornare giù con la schiena. 

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