39: Mostratevi.

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Con Maurizio sotto braccio entro dentro la grande palestra adibita a sala da ballo. Alla parete sono appesi i quadri dei professori vestiti da nobili, sotto vi sono alcune sedie e i tavoli col buffet. Le luci bianche illuminano tutta la palestra, su cui, per coprire le strisce del campo da basket, vi hanno steso un tappeto rosso che ricopre tutto il pavimento. I professori sono sparsi nella sala a parlare con vari alunni e sembra proprio di stare nella sala principale di un castello medievale, sono tutti vestiti perfettamente... È da brividi.

Alla nostra entrata si voltano a guardarci e ad applaudire, ma fortunatamente, dura poco.

Mi allontano da Maurizio il quale mi fa un inchino, per poi avvicinarmi a Valeria che conversa animatamente con Max. Appena mi vedono entrambi smettono di colpo e si voltano a guardarmi sorpresi.

«Sì sì okay, è la prima volta che metto un vestito!» Esclamo esasperata sapendo già cosa pensano.

«Non biasimateci.» Risponde Max sottolineando il voi, alzo gli occhi al cielo prevedendo le volte in cui mi dimenticherò di parlare in questo modo. «Andate ad osservare i cavalieri ora, avete solo mezz'ora.» Mi ricorda poi con un sorriso divertito.

Presa per braccio Valeria e aver scacciato Robinson che voleva portarmela nuovamente via, inizio il giro del giardino per vedere come se la passavano questi cavalieri. A dire la verità, non mi concentro molto come fanno le altre, le quali rimangono diversi minuti a osservare ogni gioco, duello, conversazione o ballo che sia. Vado veloce, non voglio perdere tutto questo tempo con loro, voglio solo andare al buffet!

Nella mia veloce passeggiata mi colpisce un ragazzo dall'armatura nera che a duello riesce a far fuori tutti.

«Se la deve credere tanto...» commento osservandolo.

«Chi pensi possa essere?» Mi chiede Valeria.

Alzo le spalle e senza dargli maggiore importanza proseguo.

Mentre camminiamo un'armatura bronzea si avvicina a noi e solo ora mi rendo conto di quanto mi possano mettere ansia con questi elmi. Sembra stia per dire qualcosa ma, stringendo il braccio intorno a quella di Valeria e allungando il passo, non gliene do modo.

I giochi sono diversi e tra questi non mancano gli scacchi. Sbuffo e li supero decisa. Altre armature si allenano con la spada o intrattengono balli con le fortunate ragazze vestite da paesane. Le guardo con un sospiro invidiandole da morire.

Altri cavalieri fanno gare di corsa a cavallo, in cui bisogna portar via un anello appeso a una colonna, per mezzo della punta della lancia o della spada; oppure scagliano colpi su un fantoccio imperniato su un ferro girevole; o devono raccogliere da terra, mentre passano a grande velocità, guanti, gioielli, fazzoletti, fiori, ecc.

Un'armatura rossa con ricamature dorate con impressionante abilità riesce a sfilare l'anello grazie a un leggero colpo di spada, per poi tornare verso il posto di partenza, a raccogliere un fiore. Sceso da cavallo con altrettanta agilità mi porge il fiore raccolto. Lo osservo immobile per qualche secondo, lui fa un inchino afferro il fiore giallo che mi porge per poi ignorarlo e continuare la mia passeggiata.

Assisto a qualche conversazione impeccabile, i cui termini e la gentilezza che entrambi gli interlocutori usano fanno invidia. Stanca e delusa dal fatto che nessuno mi abbia particolarmente colpito faccio per tornare dentro la sala da ballo, quando dei versi di stupore mi fanno voltare. Provengono dalla parte in cui avvengono i duelli corpo a corpo. Mi avvicino, portando con me Valeria. Noto l'armatura nera a terra con alla gola la spada di armatura rossa. Sono tutti col fiato sospeso aspettando la resa del primo, quando questo colpisce con la punta della spada la coscia del suo avversario, rialzandosi prontamente in piedi. Lascio Valeria per entrare a passo svelto nel campo da duello. Entrambi si voltano a guardarmi, penso, sorpresi.

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