capitolo due - la lettera per Hogwarts

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Undici anni dopo...

Una giornata come le altre per la giovane Rose. Erano le dieci del mattino e lei stava ancora dormendo nella umida e vecchia stanza dell'orfanotrofio di Londra. Le pareti grigiastre non erano decorate con nessuno quadro o poster; era vietato dalla signorina Spise, la direttrice. Era una donna severa, soprattutto con Rose e il suo migliore amico Erik, un ragazzino dai capelli lisci e castani. Era molto alto e magro; d'altronde il cibo dell'orfanotrofio non era un granché.
Rose, invece, era una ragazzina dai capelli mossi color castano e due occhi color nocciola.

Entrambi erano lì, in quel posto antico e dalla brutta reputazione per i suoi ospiti, fin dalla nascita.

Improvvisamente una voce allegra svegliò la ragazzina, che stava dormendo profondamente.
"Buongiorno rosellina!" disse il suo amico Erik.
"Indovina chi ha ricevuto una lettera tramite un gufo?"
Rose assonnata rispose con tono stanco:
"Erik dai fammi dormire! E poi chi manderebbe delle lettere tramite un gufo! Te lo sei sognato per caso?"
"No cara. La lettera è per la Signora Rose. È stata mandata da una certa scuola, Hogwarts" rispose Erik, leggendo con difficoltà il nome del destinatario.
" Hogwarts? Non ho mai sentito uno scuola chiamarsi così. Dammi la lettera" disse Rose incuriosita.

Dopo aver letto la lettera si soffermò sulla frase:
"Hogwarts scuola di magia e stregoneria"
"Dice che sono una strega e che devo recarmi alle undici alla stazione di King's Cross, e c'è anche un biglietto per il binario 9 ¾?!"
"Vestiti e vai no? Tanto sempre dovevi andartene da qui."
"Erik! Verranno sempre a sapere cosa è successo ieri pomeriggio. Non ne vado fiera, ma sai cosa sarebbe successo se avesse detto la verità."
"Lo so. Purtroppo è andata così.
Ho un piano: la signorina Spise è occupata con la faccenda di Chuck, quindi puoi predere facilmente il suo motorino"
"Sono minorenne; è illegale!"
"Perché non hai già fatto cose illegali!?"
Rose non rispose. Si limitò a guardarlo in modo severo.
"Comunque, prenderai il suo motorino. Sai come guidarlo, andammo nel nostro posto preferito: da Antonio's pizza"
"Che pizza. Era la più buona che avessi mai mangiato"
"È ovvio, qui si mangia da schifo.
Ritorniamo a noi; prenderai il motorino e andrai alla stazione. È qui vicino. Non ci metterai molto."
"Devo andare quindi? In un mondo che non conosco?"
"È il tuo mondo. Devi andartene e se andassi lì, sarei più tranquillo. Non vorrei che andassi in carcere"
"Non accadrà. Preparo la valigia"

Rose prese la valigia,portò degli abiti e una scatola con alcuni oggetti importanti.
Si vestì e disse:
"Promettimi che ti prendarai cura di te"
"Promesso"
I due si abbracciarono così forte da far mancare il respiro.

Rose scese di sotto e vide tanti uomini vestiti di nero: era colpa sua se erano lì.

Senza ripensamenti, prese le chiavi del motorino, quando la proprietaria di esso era occupata.

Arrivò alla stazione alle 10:40.
Rose si guardò intorno.
Nonostante la confusione che provava, quella stazione illuminata dal sole di Settembre, era sempre magnifica.
Centinaia di famiglie erano lì, con i propri figli che trasportavano carrelli pieni di valigie e perfino gabbie con gufi di tutte le razze.

Scese le scale e si avvicinò ai binari.
La sua attenzione fu catturata da una famigliola composta da tre rossi e una donna alta e magra, dai capelli castani.

Si recò dal rosso più basso, che si muoveva freneticamente e saltellava dalla gioia, e chiese cordialmente:
"Scusami stai partendo per Hogwarts? Sai io da quaranta minuti che so di essere una strega. Sono un po' confusa."
Il ragazzino si girò sorridente.
"Fantastico! Piacere Hugo Granger-Weasley. Vieni ti faccio vedere come si attraversa il muro per arrivare al treno e poi dove stanno i tuoi genitori? Hai galeoni? Come ti chiami?"
Si vedeva che era molto contento di andare a quella strana scuola.

Rose non sapeva che rispondere. Era imbarazzata dalle domande. Dovette allora dire la verità.
"Sono orfana e non ho galeoni, sono monete? Ah, scusa non mi sono presentata. Sono Rose Orvoloson. Dobbiamo attraversare un muro? Farà male?"
"No tranquilla è normale così fanno i maghi per arrivare al treno. Si i galeoni sono monete, mi dispiace per i tuoi genitori se vuoi ce ne occupiamo noi, non ci sono problemi" disse una voce adulta. Era Hermione Jean Granger, quasi Ministro della Magia.

Rose ci pensò un po' e poi accettò.
-Devo fare di tutto per andarmene da Londra. Da quel che vedo, i soldi non le mancano...- pensò la ragazza dopo aver accettato.

Poco dopo, arrivò anche la famiglia Potter, la famosa famiglia Potter.
Harry Potter, il prescelto, sussurrò qualcosa a sua moglie Ginny, una donna dai capelli rossi, che Rose pensò che fosse la sorella del padre di quel strano ragazzino con cui aveva parlato poco prima,e la guardarono intesamente. Aveva gli stessi occhi di James Potter.

Scoccarono le undici e i ragazzi dovettero salire sul treno e salutare tutti.

"In che casa vorresti essere smistata?"chiese il piccolo Weasley, una volta sistemato sul vagone.
"Cosa sono le case?" Rispose Rose incredula di cosa fossero
"Le case sono dove vivrai per sette anni, e diventerà la tua famiglia. Spero che andremo entrambi nella stessa. Siamo amici no?" spiegò Hugo
"Certo..." esclamò Rose.
-Mi sembra ancora un po' strambo, però avere amici mi farà comodo. In che guaio mi sto per cacciare...- pensò la ragazza mangiando una caramella regalata da Hugo, il suo nuovo amico.

Dopo un paio d'ore, un barbagianni molto vecchio scese in picchiata nella cabina. Portava una piccola borsetta viola e un piccolo biglietto.
"È la borsa di mia madre! Ti avrà messo i libri come ha fatto con mia sorella Rosy" esclamò Hugo dando un morso al suo sandwich.
Il gufo si avvicinò al padroncino e diede un morso al sandwich, e anche al povero Hugo.

Nel frattempo Rose aprì la borsetta. Sembrava un pozzo senza fine.
Al suo interno c'erano libri, penne d'oca, pergamene e persino un calderone!
Rose poi vide una scatolina. Era magnifica.
Aprì la scatolina lunga e sottile e trovò una bacchetta.
Affascinata dall'oggetto di legno, Rose aprì il bigliettino.

Spero che non ti dispiaccia che abbiamo già provveduto per il materiale scolastico. Quella bacchetta è la mia di quando varcai per la prima volta la soglia ad Hogwarts. Appena finirai il primo anno, andremo a Diagon Alley per prendere una tutta tua. Non ho potuto prendertela una tua. È la bacchetta a scegliere il mago ricordati!
Stai attento ad Hugo perfavore!

baci, Hermione Jean Granger

Rose si soffermò sulla bacchetta.
"Hugo, che tu sappia, alcuni maghi possono fare magie senza l'utilizzo della bacchetta?"
In quella domanda c'era un po' di stupore unito quasi all'ansia.
"Beh, non tutti i maghi ci riescono. È una dote piuttosto rara."
"Ah, bene..."

Rose si accovacciò vicino al finestrino a guardare il treno che correva veloce, immersa nei suoi pensieri...

𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐧𝐠 𝐡𝐞𝐢𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora