Quella notte il Lux, locale altolocato della città, era colmo di giovani ubriachi che ballavano al centro della pista specchiata.
Rose vi entrò disinvolta, senza vestiti eccentrici o trucco impegnativo: lo stesso outfit di quando incontrò il clown.
Tra spintoni e richieste indecenti, ella arrivò ai divanetti in velluto bordeaux dove sedeva Lucifer: un uomo alto, muscoloso, dai colori scuri e dotato di una bellezza angelica, cosa che condividevano.
Indossava un completo nero che evidenziava le curve dell'addome scolpito e rendeva più spigoloso il volto.
Egli gli lanciò un'occhiata furtiva e mostrò il suo sorriso smagliante.
Era davvero bello.
"Signorina, mi dica" disse abbottonando un bottone della giacca.
Si alzò per fronteggiarla; era decisamente molto più alto di Rose e ciò la mise a disagio.
Era abituata a un'altezza come quella di Jonn, più della sua, ma no a una come di Lucifer.
"Possiamo andare in un luogo più tranquillo?" chiese sforzandosi di non rendere la richiesta maliziosa ma di far capire le sue più candide intenzioni.
Notò che si voltò velocemente verso una donna pallida e dai corti capelli biondi.
"Ehm, certo"
I suoi occhi ritornarono sulla donna e rotearono al suo sguardo fulmineo.
Rose avanzò su delle scale, anch'esse in velluto, e si ritrovò ls complice del diavolo affiancarla.
Che stava succedendo?
"Oh, detective, non fare così. La ragazza non è un'assassina, è solo una povera maga senza esperienza"
"Ti seguo lo stesso, se non ti dispiace" ribattè lei con lo stesso sguardo agghiacciante.
Rose non osò contestare.Vi si trovò in un attico elegante e costoso: un mobile pieno di bottiglie di alcolici e un pianoforte nero splendente riempivano gran parte dell'immobile.
Il divano, come quello del locale ma più grande, era occupato da un ragazzo che Rose conosceva fin troppo bene.
Più elegante del solito, Jonn si voltò verso di lei e sorrise agitato a Lucifer.
"Come ti è saltato in mente di venire" l'aggredì correndo da lui.
Jonn non rispose; mise le mani sui fianchi e sussurrò <shh>.
Quel gesto le fece tremolare le gambe e traballare lo stomaco.
Doveva essere razionale e non doveva lasciarsi andare.
Schiaffeggiò le ruvide mani dal suo corpo.
"Togli quelle mani dai miei fianchi!"
"Smettila, Jonn" sgridò la detective, tutt'altro che divertita come il ragazzo.
Alzò le mani e si affiancò a Lucifer, appoggiato a una delle colonne di pietra che facevano d'entrata alla lussuosa camera da letto.
"Jonn mi ha detto chi sei. Cosa volevi dirmi?" chiese Lucifer, apparentemente serio.
"Ti ha detto che sono un dannato, che non so se Ginny Weasley è mia madre e che il mio migliore amico è morto per salvare me?"
Lucifer spalancò gli occhi e scosse la testa: qualcuno aveva una storia più drammatica e complicata della sua.
"Voglio sapere di più sulla maledizione. Voglio la storia dell'Angelo Creatore"
Il diavolo non rispose subito: rimuginava sulla storia del fratello bandito, colui che disonorò l'epiteto angelo e lo seguì del mondo oscuro e freddo dell'Inferno.
Il soprannaturale più vulnerabile e sofferente che avesse mai conosciuto.
"Kezial era l'angelo dotato della manipolazione della distruzione. Le sue fiamme nere erano fatali, bruciavano tutto ciò che toccavano"
Si versò del bourbon nel bicchiere e lo sorseggiò lentamente, per gustarlo di più.
Rose lo studiò: tutti quegli atteggiamenti eleganti, i sorrisi alle sue stesse battute, gli occhi puntati su quell'umana biondina, le fecero cambiare visione sull'uscuro re dell'Inferno.
Poi si ricordò della descrizione delle fiamme: nere, fatali.
Come le sue.
Le stesse con cui aveva bruciato il corpo della strega Jovan."Kezial decise di provare a creare, invece di distruggere. Chiese al mio caro papino di creare altro tipo di maghi, voi dannati.
La storia completa non la conosco. So solo che venne bandito"
Era una menzogna: Lucifer sapeva delle atrocità commesse dai nuovi maghi e ricordava il nobile aiuto dato al fratello per evitare l'estinzione.
Era colpa sua se i dannati erano in circolazione; era colpa sua se Rose, essere oscuro come sue fratello, sedeva sul bordo del suo divano.
"Tu sei la sua reincarnazione, gli assomigli" gli sfuggì osservandola con degli occhi diversi.
"Letteralmente la sua reincarnazione" scherzò Jonn
"Ho le sue stesse fiamme, le ali nere di un angelo caduto e gli occhi rossi come i tuoi"
Gli occhi si illuminarono di un rosso incendiante; quelli di Rose erano più scuri e puri.
"Sono come i suoi" aggiunse Lucifer spostandosi dalla colonna.Uno scoppio di vetro riempì l'attico. Urla.
Rose sentì il cuore battere all'impazzata; quei rumori assordanti la riportarono a un paio di giorni prima, al ballo in cui James morì.
"Rose! Ci sono i mangiamorte!" esclamò Jonn impugnando la bacchetta.
Voldemort sapeva dov'era.
Doveva incontrare il più presto possibile le streghe della congrega e scappare.
"Chloe, va' via" disse Lucifer preparandosi a comabattere.
Lui, Jonn e Rose entrarono nell'ascensore, lasciando l'umana bloccata nell'attico.
"Lucifer! Fammi uscire di qui!" la sentirono urlare furiosa.Il piano di sotto era un Inferno vero e proprio: le bottiglie di vetro fracassate per terra, l'imbottitura dei divani riempiva la pista mentre i corpi delle vittime erano pasto per il lupo mannaro Fenrir Grayback, evaso da Azkaban.
Egli venne allontanato da un giovane bruno a furia di schiantesimi da parte di Jonn.
Un altro mangiamorte, Thorfinn Rowle Jr, uno dei pochi rimasti dalla carneficina di Rose e coetaneo di Delphini, si scontrò con Lucifer.
Altri compagni assalivano il locale e lo distruggevano sotto gli occhi del proprietario: non sapevano che avevano a che fare con forze angeliche.Rose assisteva in silenzio, dietro a un pilastro in ferro, aspettando il momento giusto per esibire il suo potere.
"Jonn sarà il prossimo a morire, se non ti sacrifichi"
Il fiato sul collo, freddo e sanguinoso, le bloccò il respiro.
Era lei: Delphini era ritornata.
Il suo tormento, la sua paura più grande era quella donna.
In lei rivedeva il volto spento del suo amore perduto.
Non voleva perdere anche il ragazzo di cui era innamorata.
Lo osservava combattere valorosamente contro due o tre mangiamorte alla volta, senza sforzi né segni di dolore.
"Che dovrei fare?"
Delphini posò il mento sulla spalla destra e schiarì lentamente le proprie parole.
"Scappa"
"Cosa?"
"La congrega ti vuole morta, come me"
Perché la stava aiutando?
E se il gruppo di streghe potesse realmente riportare in vita James?
Doveva correre il rischio di morire, come aveva fatto lui per salvarla.
"No. Devo aiutare Jonn e non ho intenzione di fuggire come una codarda"
Impugnò la bacchetta come un pugnale e la colpì nel basso addome.
"Ingrata!" esclamò prima di cadere.
Rose corse via e si ritrovò l'immagine di Jonn ferito in volto e con i mangiamorte alle calcagne.
Con la stessa arma con cui ferì Delphi, accoltellò uno di essi alla gamba.
"Questo è per Jovan" disse per tenerlo sveglio e vigile.
"Rose, attenta!"
Un colpo lancinante alle costole; le si offuscò la vista e non vide altro che oscurità.
Sentiva il sangue scorrere nei jeans e il corpo liberarsi di esso, debole e imponente.
Le urla di Jonn le parevano lente e pesanti.
Le sue bracce la cingevano forte come le radici all'albero.
Non seppe come i mangiamorte scapparono o come gli umani presenti dimenticarono tutto facilmente.
Seppe solo che dormì per troppo tempo: i suoi poteri la salvarono dalla morte attraverso un sonno.Non si aspettava così il sogno americano di cui tutti parlavano...
*Studentə,
Per voi ecco l'inizio della fine...
Dall'America all'Inghilterra, Rose dovrà affrontare tanti disastri!*
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𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐧𝐠 𝐡𝐞𝐢𝐫
Hayran Kurgu~completo - iscritta ai wattys~ Le streghe più antiche l'avevano predetto: "quando l'ultima goccia di sangue sarà versata, l'ultimo erede nascerà." Dopo il 1998, la fine della guerra nel Mondo Magico, coloro che eran stati fedeli a Voldemort si mis...