capitolo trentuno - dessert per quattro

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Alex aveva sempre ammirato la fedeltà del fratello.
Nonostante l'amore folle per Rose, Jonn non si era mai tirato indietro dalla missione.

<voi avete sempre una scappatoia>
ed era vero.
I dannati potevano scappare dall'emozioni, dai sentimenti. Potevano smettere di provare.
Magari Jonn potesse: non sarebbe così difficile.

"Devi andare ad Hogwarts. Morgana mi ha detto che ci sarà il Torneo Tre Maghi."
Jonn si voltò verso la fanciulla, che ora era affiancata da Albus,
"Non posso andarci, ho quasi sedici anni"
"Ci andrai invece. So come farti entrare in quella scuola"

-

Il ritorno a scuola era sempre emozionante per i ragazzi.

L'anno precedente era stato una sciagura: la morte del fratello di Noah, la tortura, la maledizione, Jonn...

Mentre attraversava il muro, quei quattro anni nel mondo magico parvero così tanti...

Ginny ed Harry, distanti più che mai, fisicamente e sentimentalmente, evitarono di avvicinarsi alla ragazza: a Rose era un mistero il motivo, ma non osava chiedere ad Hugo un'opinione, troppo occupato ad aiutare Sophie con la grande valigia.

Aspettava il treno osservando gli altri: i genitori abbracciavano i figli così stretti da far male le costole.
Mentre lei, senza nessun padre che le allacciava le scarpe o una madre che le coccolava i capelli scuri, restava lì. Poteva solo osservare.

A distrarla fu una pacca sulla spalla da parte di quel maledetto ragazzo biondo platino che la tormentava ogni anno.
"Ciao Scorpius"
"Buongiorno, principessa"
Rose spalancò gli occhi; per un secondo temette di aver immaginato la presenza di Scorpius.
"Un pipistrello mi ha detto che qualcuno qui non si scrive con il proprio ragazzo da ben tre settimane"
"Smettila"
"Mi chiedo se sia vero"
Scorpius sorrideva al suo umorismo che solo egli poteva ridere.
Mancavano meno di cinque minuti e Rose scappò dal ragazzo per prendere posto sul treno.
"Aspetta!" urlò invano Scorpius.
Nel frattempo, lo raggiunse Alice, intenta a sistemarsi la matita tra i capelli per il caldo che percorreva il suo corpo e impediva una corretta respirazione.
"Bella la scuola, non credi?"
"Bellissima"
Solo dopo Alice capì ch'era sarcasmo.

Tra la folla dei vagoni, Rose abbassò lo sguardo sulle proprie maniche della giacchetta alzate: non poteva rischiare.
Frettolosamente, cercò di abbassarle; le mani sudanti impedivano alla ragazza di tirarle giù senza problemi. Sbuffò, camminando e pestando i piedi a un paio di ragazzi e rinunciò all'impresa.

Cercava il vagone dov'erano Sophie ed Hugo tra la marea di studenti: missione impossibile.
Si alzò sulle punte e intravide una chioma rossiccia di un ragazzo e, senza dubbi, era il suo amico.
Sicura della propria scoperta, iniziò a correre e distrattamente inciampò e si ritrovò sul petto di un ragazzo, apparentemente con un corpo ben curato.
Il ragazzo aveva la schiena contro le mura opposte a una cabina e i ragazzi all'interno d'essa assistettero alla scena, ma nessuno si scomodò per aiutarla.

"Il primo giorno del mio tirocinio e già mi sedurri per i voti? Brutta mossa, bel dannato" disse quel ragazzo che l'aveva salvata da una brutta figura.
Quella voce.
Rose sentì un vuoto allo stomaco e le parole le si gelarono in gola.
"Ah, vero, non ci siamo presentati. Io sono Jonn Riddle"
"Stupido che non sei altro, di che tirocinio parli? Hogwarts è una scuola, no un policlinico!"
"Sbagliato! Quest'anno hanno bisogno di una mano e c'è carenza di personale. Così, visto che mi mancavi, ho fatto un colloquio. Ho una bella paga: un letto e cibo gratis"
Adesso doveva vederlo ogni giorno tra i corridoi del castello e fingere di non fregarsene.
"Perché mi tormenti?"
Rose non poteva resistere alla curiosità. Era sorpresa per questo tirocinio; era sospetto.
"Perché mi tormenti tu"
Si liberò dalla ragazza e, con le mani in tasca, scomparì tra la folla.

Entrò nella cabina nella quala intravise Hugo: oltre a lui, c'erano Sophie, Lily, Sirius e Fred Weasley.
Fred, un ragazzo mulatto alto e dal bell'aspetto che Rose vide poche volte in varie occasioni, teneva fra le mani una copia del Gazzetta del profeta.
Una grande foto di una donna bella, dai capelli scuri, il naso sottile e le labbra costrette in un sorriso, occupava la maggior parte della prima pagina.
"

Fred, chi è?"
Sirius precedette la domanda di Rose: egli, al contrario, sapeva benissimo chi era la donna del giornale.
"La regina di un regno, non si dice quale. Pare che abbia firmato un'alleanza con gli inglesi, i francesi e non mi importa chi altro." spiegò non curante l'adolescente.
"Alleanza per cosa?" chiese Sophie mentre prendeva un libro dalla borsa.
Fred rilesse l'articolo e rispose:
"Con questo regno non si dice molto però la regina si chiama Morgana Rèal-Black Grindelwald e pare che lei abbia <chiesto scusa> per un reato da parte del regno"
Sirius puntò gli occhi su Rose; era sempre più convinto che ella era la bambina spacciata per morta: la sua sorellastra.
"Rose, per caso sai come sono morti i tuoi?" chiese Sirius poco dopo, quando il discorso dell'articolo era più che chiuso.
"Perché mi fai questa domanda?"
"Curiosità"
"E sei curioso solo dopo che vedi la foto della regina di non so cosa" osservò Hugo torvo
Sirius ignorò le parole sel cugino e puntò le iridi scure su quelle più chiare di Rose.
"In un incendio nell'ospedale"
La ragazza non sembrò convincente ma Sirius lasciò perdere.
Prese il giornale da Fred e, con bacchetta alla mano, ritagliò la foto.
-figlia di Sirius Black e Susan Rèal. Quindi Rose è una Black. Chiederò a papà di portarci a Grimmauld Place- progettò il ragazzo tra sè e sè.

Il Black dei Tassorosso, James, aspettò la fanciulla, dalla bellezza incantevole di una Veela, all'entrata della Sala Grande.
Il suo cuore battè all'impazzata non appena vide i capelli mossi e il viso angelico avvicinarsi.
"Rose!" urlò percependo subito un pizzicore alla gote.
Ella si voltò e gli andò in contro; sentì l'ansia salire ad ogni ticchettio delle sue scarpe e i sensi di colpa aumentavano ad ogni respiro: aveva baciato Jonn e costui era lì, a pochi passi da loro.
Entrambi erano consapevoli che la loro rottura era inevitabile: lui lo faceva per lei e lei per non prendere in giro lui.
"Hey" sibilò Rose, non riuscendo a dire alto.
"È inutile mentire a te stessa" iniziò James, andando dritto sl punto.
"Rose, tu non vuoi stare con me e io non voglio costringerti"
Una lunga pausa costruì un muro tra i due.
James soffriva, ed era inevitabile il contrario: già da tempo aveva ammesso a sé stesso che il sentimento era forte. Amava alla follia Rose.
"Meglio se mettiamo fine a questa relazione che può diventare tossica, costretta. Ti voglio bene, James e per questo meglio restare amici o ci faremo del male"
Nonostante ci avesse pensato parecchio, riuscì nel suo intento e, dopo un lungo abbraccio, entrarono e si sedettero nei rispettivi tavoli.

Passò un'ora dallo smistamento e, dopo il consueto discorso del preside, venne annunciato un nuovo membro del consiglio insegnanti: il tirocinante.
"Solo chi non è potuto entrare nella scuola per motivi personali, potrà richiedere questo posto" iniziò il preside Silente.
"Pertanto, il primo di una lunga serie è erede di una nominata casata: Jonn Riddle X"
Le porte si aprirono e il ragazzo, in divisa studentesca ms senza stemma o altro, percorse il corridoio voltandosi per i tavoli.
Arrivo al piano dov'era il tavolo degli insegnanti, prese il posto del preside e, tossicchiando, annunciò:
"Un dessert per quattro, oserei affermare. Nonostante abbia solo sedici anni, interessante età per voi fanciulle, sono onorato per questo compito. Farò solo due ore settimanali con il quarto anno più corsi di recupero. Beh, ci vediamo coetanei"
Ritornò a posto e non disse nient'altro, se non qualche commento sui Potter parlandone con Hagrid.

Urgano Jonn pronto a colpire, specialmente il cuore della fanciulla appartenente a tre delle maggiori casate: RoseRèal Black Potter.

𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐧𝐠 𝐡𝐞𝐢𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora