Capitolo 22: Ogni Rosa ha le sue Spine

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La dolce armonia del cinguettio mi ha svegliato, aprendo gli occhi sulla stanza che mi circonda. Mi sedetti nel mio letto sentendo le setose lenzuola sotto di me mentre sorridevo a me stessa. Non ricordo l'ultima volta che ho dormito così bene.

Saltai fuori dal letto e mi vestii, mi misi un semplice camice e lasciai penzolare liberamente i capelli contro la schiena. Mentre spazzolavo le lunghe ciocche i miei occhi scendevano fino al collo. Un piccolo rantolo mi sfuggì dalle labbra mentre la spazzola in mano mi scivolava quasi di mano.

Il segno era sparito.

Un sospiro mi lasciò le labbra mentre mi avvicinavo allo specchio per ispezionare la pelle indenne del collo. Seriamente, perché queste cose continuano a succedermi?

Ho abbassato la mano e mi sono avvicinata alla porta, aprendola per vedere un volto familiare in piedi vicino ai cespugli di rose. Non guardava nemmeno i fiori, perché la sua attenzione era sui vestiti che gli coprivano il suo corpo. Ho ridacchiato mentre mi avvicinavo a lui, guardandolo mentre tirava i molteplici strati di tessuto in posizione e grugniva quando non funzionava e procedeva ad alzare gli occhi verso l'alto sul suo viso.

"San, cosa stai facendo?" Ho gridato mentre girava la testa per guardarmi in faccia. Una leggera sfumatura di rosso gli sfiorava le guance mentre si rendeva conto che l'avevo osservato per tutto il tempo.

"Io... uh... niente! Sto solo ammirando i fiori!"

Gesticolava freneticamente verso il cespuglio di fronte a lui mentre io soffocavo un'altra risata. Mi misi al suo fianco, guardando i grappoli di morbidi petali che giacevano immobili sui loro letti verdi. 

"Sono davvero belli".

Ho canticchiato in risposta al suo commento spazzolando via i fili sciolti dalla mia faccia. 

"Li ha coltivati per me..."

Il suo volto si voltò a guardarmi ma io tenni gli occhi fissi sul cespuglio di fronte a me, un sospiro che mi fece cadere le spalle.

"Non capisco proprio come abbia potuto fare una cosa del genere. Come ha potuto fare tutto questo..."

Ho fatto un segnale alla città che ci circonda. 

"Sapendo benissimo cosa stava facendo?".

"Se ne stava pigramente in disparte accanto a suo padre mentre gli permetteva di usare le nostre vite come garanzia..."

Allungò la mano e mi mise una mano sulla spalla, strofinandola delicatamente con il pollice. 

"Ehi, non pensare a tutto questo. Dopo tutto quello che ha fatto, è solo un vigliacco buono a nulla. Niente di più".

L'ho guardato ma ero un po' confusa quando non riuscivo a vederlo bene. Solo quando mi ha portato il palmo della mano sulla guancia e l'ha sfiorato con il dito mi sono resa conto che stavo piangendo. Mi alzai rapidamente la manica per asciugarmi gli occhi, mentre schernivo il mio attuale contegno. Mi guardò con un sorriso forzato mentre mi guardava in silenzio.

"Mi dispiace per quello San, non sapevo che sarebbe successo. I—"

Sono stato tagliata via da dalle braccia calde che mi inghiottivano intorno alla mia figura mentre San mi tirava nel suo petto. Abbassò la testa nella mia spalla e mi accarezzò i capelli con la mano.

"Per favore, non scusarti mai per aver pianto. Sono io a scusarmi, mi dispiace che le risposte che volevi si siano rivelate così".

Il suo soffice sussurro mi formicolò le orecchie mentre mi sentivo sorridere nel suo petto. Lentamente ruppi l'abbraccio e guardai il suo volto. I miei occhi si spalancarono mentre la luce del sole mattutino splendeva da dietro la sua testa, avvolgendolo in un bagliore trascendente.

𝗔 𝗣𝗶𝗿𝗮𝘁𝗲'𝘀 𝗧𝗮𝗹𝗲 || 𝗔𝘁𝗲𝗲𝘇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora