《Hey. Hey! Bell'addormentata,alzati.》 Delle grandi e calde mani,si appoggiarono sui miei fianchi ed iniziarono a scutermi. 《Hmm. No dai,lasciatemi.》 Mugolai quasi incapace di formulare una frase di senso compiuto. 《No,no signorina.》 Disse una voce roca tirandomi su dalla mia comoda posizione. Emisi un verso di lamento e quando ebbi la forza dinaprire leggermente gli occhi,mi ritrovai la faccià di papà che ridacchiava. Gli misi una mano sulla bocca e farlo tacere e lui me ne baciò il palmo. 《Okay,basta sdolcinatezze.》 Dissi secca spostando la mano dalla sua bocca. 《Ah,sei sicura?》 Chiese ghignando prima di fiondarsi su di me. Iniziò a riempirmi di piccoli baci ovunque,dal collo al viso e sulla pancia. Gli titrai qualche ricciolo per farlo smettere,ma ottenni l'effetto contrario ed indesiderato. 《Okay,okay,smettila però.》 Dissi iniziando a ridere. 《Hmmm. Rpima devi dire che ne avevi bisogno e che io sono il padre più figo del mondo.》 Offrì lui ghignando. Sbuffai. 《Va bene,ne avevo e bisogno...e tu sei il padre più figo de mondo.》 Ripeteii a cantilena per poi rimettermi a ridere. 《Brava bambina. Adesso vatti a lavare e vestiti.
Balzai giù dal morbido letto e sgambettai verso il bagno. Il pavimento era freddo e avevo dimenticato di mettere qualcosa ai piedi,quindi mi lavai i denti il più velocemente possibile e ritornai correndo in camera. Tirai fuori dall'armadio dei jeans,una maglietta bianca ed un maglione blu aperto avanti di decisamente due taglie più grande di me. Adoravo quel maglione. Era ormai un pò consumato,ma rimaneva caldo e bellissimo. Infilai le vans e corsi giù per le scale raggiungendo all'ingresso papà che era pronto per uscire.
Entrammo innmacchina ed accese il motore,per poi partire. 《Dove andiamo?》 Chiesi guardandolo mentre teneva gli occhi fissi sulla strada. 《Nel mio ufficio,devo prendere delle carte.》 Disse con tono neutro. 《E perchè mi hai detto di venire?》 Domandai con voce lamentosa. 《In realtà non lo so.》 Rispose lui. 《Forse avevo solo voglia di svegliarti.》 Che? Ma non lo sa che non si interrompono i periodi di sonno dei bambini? Ma che in mondo viviamo se non ti riconoscono neanche il diritto di dormire. Bha. 《Ti pare una risposto ragionevole?》 Dissi spazientita. 《Sì.》 Ridacchiò lui. Sbuffai pesantemente e mi incrocia le braccia al petto. 《Se devo dirla tutta,volevo farti venire perchè ho chiesto ad una mia dipendente di portare sua figlia che ha la tua stessa età. Così puoi socializzare un pò...e magari farti anche un'amica.》 Espose svoltando in una strada piena di grattacieli di vetro magnifici. 《Ahhh. Ma cel'hai prorpio con sta storia! Io ti ho detto che vivo lo stesso da sola,anzi,anche meglio!》 Dissi alzando un pò la voce. 《Ed io infatti ti ho capita. Tu prova,poi al massimo la mandi a quel paese.》disse tranquillo. Ridacchiai. 《Posso anche picchiarla?》 Chiesi divertita. 《No,quello no,se no poi perdo una dipendente.》 Rispose lui iniziando a ridere di gusto.
La macchina scese in un grande parcheggio grigio,dove posteggiò la macchina,per poi invitarmi ad entrare in un'ascensore che ci portò al piano terra di un enorme grattacielo ricoperto totalmente da vetrate da cui si scorgeva una paesaggio magnifico. Papà mi prese per mano e si avvicino ad un grandissimo bancone di ciliegio con scritto 'punto informazioni' e salutò la tipa seduta dall'altro lato del bancone per poi trascinarmi scherzosamente in un'altra scensore spaziosissima e ricoperta completamente da specchi lucidissimi che ci portò al piano dove presunsi ci fosse l'ufficio di papà. Attraversammo un lungo corridoio pieno di uffici da entrambi i lati. Avete presente i classici uffici americani,magnifici e lucidissimi? Perfetto,la stessa cosa.
Quando entrammo nella stanza di papà rimasi sbalordita. Era enorme rispetto a tutte le altre ed aveva una grande poltrona nera dietro ad una scrivani di cristallo posta in fondo alla stanza che si affacciva con una spaziosa vetrata,sulla 'city' di Londra. Le pareti erano adornate da tanti quadri e quadretti ed un divanetto con tutto di tavolino in un angolo della stanza. Rimasi a bocca aperta. Lui si accomodò sulla poltrona nera invitandomi a sedere sulle sue gambe mentre digitava qualche numero sulla tastiera del telefono. Giochicchiai con la cornetta ricciolina attrocigliandomela attorno alle dita mentre papà parlava con qualcuno. *sì...la puoi portare qui e le potresti accompagnare nella sala giù.* disse lui ridacchiando per la mia reazione,che fu quella di dirgli di no,con un broncio impiantato sul viso. *okay,vi apettiamo.* concluse prima di riagganciare.
《Odioso.》 Dissi sempre imbornciata. Lui mi abbracciò spettinandomi un pò. 《Vedrai che vi diverterete insieme.》 《Certo,ne sono sicura.》 Controbbattei ironicamente. E mentre lui continuava coccolarmi,arrivò la troia con la figlia a rovinare tutto. Papà le fece segno di entrare. Una donna con una gonna strettissima ed un top di minimo tre taglie in meno di lei,entrò accompagnata da una mocciosetta dalle treccine ed un vestito a dir poco orrendo. Le scoppiai a ridere in faccia e papà mi fece segno di smetterla quando anche lui cercava di trattenersi.
《Buongiorno,Katelyn.》 Disse papà. 《Giorno signor Styles.》 Rispose lei con occhiata maliziosa. 《Bene.》 Riprese papa ignorandola completamente. 《Porta le bambine nella sala e torna a lavoro.》 Concluse con tono serio. Si abbassò per lasciarmi un bacio sulla guancia e mi incoraggiò ad andare. Mi avviai fuori dalla stanza evidemtemente scocciata e chiamai l'ascensore. Quando fummo dentro,la tizia ruppe il silenzio per niente imbarazzante. 《Come ti chiami piccola?》 Chiese. La solita voce da gallina,lo sapevo. Ma possibile che ste troie le trovo solo io? 《Lara.》 Risposi secca e guardando a dir poco disgustata,la scollatura del suo tremendamente brutto top.
Uscimmo dall'ascensore e la 'donna' se così sinpoteva definire,ci lasciò in una sala giochi per bimbi di tre anni. Menomale che eravamo sole,mi è sempre piaciuto avere le sale giochi a mia completa disposizione. Mi andai a posizionare su un scivolo che ti lanciava dentro una piscina di palline colorate,al centro della grande stanza. Non sarei di sicuro stat io la prima a spiccicare parola,quindi mi lanciai un paio di volte nella piscinetta in attesa di una sua avance. Doveva capire che lì ero io la più forte,quella che non ha bisogno di far del bene nei confronti dell'altro. 《Io sono Denise.》 Disse la sottospecie di secchiona che era nella mia stessa stanza. Mi fermai a sedere sull'ultimo gradino dello scivolo. 《Bene.》 Dissi secca e guardandola con uno sguardo che la pietrificò. Mi piaceva terrorizzare la gente indifesa,mi sentivo più forte. Per una volta,la cosa poteva andare diversamente,per una volta potevo essere io quella al comando della situazione e non sempre quella che tutti maltrattano. Ora ci si diverte.《In c-che classe vai?》 Chiese impaurita. 《Dovrei fare la prima media.》 Risposi con lo stesso tono di prima. 《Perchè quel 'dovrei' ?》 Domandò curiosa. 《Nessuno ti ha mai detto che chi si fa i cazzi propri vive più a lungo?》 Le si coprì la bocca con una mano ed io ridacchiai rigettandomi tra le palline colorate. Poi uscii dalla piscinetta e mi avvicinai a lei. 《Tu invece?》 Dissi dirigendomi verso l'altalena sul quale mi accomodai. 《I-io cosa?》 Oh mamma. 《In che classe vai? Sveglia.》 Le richiesi dondolandomi lentemente su e giù. 《Quinta elementare.》 Balbettò. 《Si vede,sei troppo ingenua.》 Ghignai. 《Mia mamma mi aveva detto che avevi la mia età.》 Continuò spaventata. 《Vero. Ma ho fatto la primina.》 Affermai sicura mentre lei si sedeva sull'altalena accanto alla mia. Scoppiai a ridere quando inciampò nei suoi stessi piedi. Che imbecille. 《Vabbè,tagliamo corto. Volevo solo dirti che se ci rivedremo altre volte,sarò io a comandare. Se ti spaventi adesso,non so cosa farai dopo.》 Dissi ridendo. In realtà non sapevo bene cosa gli avrei fatto,era solo per incuterle terrore,solo per metrere un pò di pepe alla monotona situazione. 《Buuu.》 Le urlai battendo una scarpa davanti a lei,che se la fece sotto e scappò nella stanza accanto.
Rimasi stesa a terra finchè la mocciosa non tornò avvicinandomisi. Mi sedetti sul pavimento su cui ero precedentemente sdraiata. La sua bocca si aprì cercando di metter insieme i pezzi per costrure una frase sensata,ma dalla sua bocca uscì solo aria deludendo le sue aspettative. Ridacchiai. 《Mi piaci così.》 Continuai ridendo.
Dopo non molto,arrivò la tizia che mi riportò nello studio di papà dove gli corsi in braccio scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia. Lui rise e ricambiò, 《allora,come è andata?》 Chiese felice. 《Direi bene.》 Disse la tizia mangiando papà con gli occhi. Lo so che portava sua figlia solo per piacergli,ma con lui non attaccava,infatti la ignorò completamente come al solito. 《Pefetto. Ciao.》 Aggiunse papà facendole uscire dall'ufficio.
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Daughter
FanfictionLei,Lara Styles. Ragazza tranquilla,un bel pò introversa. Ha dei capelli marroni come il padre,grande imprenditore londinese,uomo completamente assente nella vita delle ragazza. Occhi verde smeraldo,piccoli e vispi. Molto,molto magra,con altrettanti...