Aprii leggermente gli occhi. Era ancora buio e le persiane alle finestre erano abbassate. Nessun rumore a spaccare quel silenzio quasi spettrale. Si potevano udire i rumori delle cicale fuori in giardino,proprio come quelle notti al mare,nel buio più scuro,illuminato ogni tanto da qualche stella qua e là. Mi voltai leggermente e mi ritrovai sotterrata dal corpo di papà che incombeva letteralmente sul mio. Scostai prima un braccio,poi una gamba e pian piano tutto il corpo per evitare di svegliarlo.
Okay,ora probabilmente penserete che sono pazza,e non vi posso biasimare,un pò lo so,comunque,non so come,non riuscendo a prendere sonno,mi ritrovai a pensare all'oblio. Proprio così,all'oblio. Sinceramente non so neanche io come mi sia venuto in mente,ma sinceramente non me frega. Chissà la mamma e tutti gli altri morti dove sono. A volte mi veniva da provare a morire,non perchè voglia,ma solo per il semplice motivo di provare le stesse senzazioni,per vedere da vai una volta...morta.
Qualche volta mi immaginavo tutto questo come un grande buco/mulinello nero,che più buio non ce nè. Le anime ci inciampano dentro e dopo aver viaggiato tutte insieme andando sempre più in basso,vengono catapultate in due posti diversi. Alcune in una specie di prato ed altre,nel vuoto totale. Immerse dall'oscurità,circondate solo da perenne nero. A volte,però,penso ancora,che l'aldilà è solo un concetto che ci siamo inventati per sopportare meglio il dolore di una perdita,per sopportare meglio la permanenza in questa merda.
Di lì a poco,il sonno ebbe la meglio su di me.
***
Papà ed Hellen erano in cucina a chicchierare,quindi io colsi l'occasione per andare a fare un altro nel 'misterioso' giardino.
Chiusi delicamente la porta d'ingresso e mi addentrai nel giardino sul retro. Quando fui lì,mi risedetti sotto uno dei gazebo a bordo piscina e dopo non molto,risentii lo stesso scroscio delle foglie,uguale a quello dell'altra volta. Sobbalzai leggermente quando il rumore si avvicinò a me. Mi spostai più verso la mia destra,per avvicinarmi a quel punto ed il rumore cessò. Mi riallontai un pochino e lo scroscio diventò sempre più forte. Feci avanti e indietro per un paio di volte,poi mi stufai e rientrai nel piccolo boschetto,vicino alla fontanella. Pucciai un dito dentro ed un brivido mi percosse tutto il corpo,era gelida. Per istinto ritrassi la mano e la infilai nella tasca della felpa. Ad un certo punto,un rumore metallico mi entrò nelle orecchie. Seguii un pò la scia,senza uscire dall'alta siepe che divideva il boschetto da non so che. Feci capolino dalle foglie e scorsi un vecchio uomo barbuto che con un taglia erba,falciava il prato,di quello che credo fosse stato il suo appartamento (?).
Mentre continuavo ad osservare quell'uomo,che molto probabilemente manco si era accorto della mia presenza,una gocciolina mi bagnò la punta del naso. Volsi lo sguardo verso l'alto ed un'altra goccia mi caddè sulla fronte. Perfetto,ci mancava solo la pioggia. Mi alzai sul capo il cappuccio giallo e corsi verso la porta di casa il più veloce possibile.
Dopo qualche minuto,mi affacciai alla vetrata del salotto che dava sul giardino e mille gocce bagnarono il vetro,mentre delle grige nuvole coloravano il precedentemente azzurro cielo.
Salii in camera di papà ma lui non c'era. Vidi un piccolo quadernino sporgere da un cassetto del comodino accanto al letto e la curiosità mi pervase,impedendomi di non avvicinarmi. Mi ci inginocchiai davanti ed aprii il cassetto tirandone fuori il quadernetto. Mi sedetti a terra appoggiandomi con la schiena al comodino ed iniziando a sfogliare le pagine. Erano una marea di foto di papà e mamma. Credo fossero in viaggio,perchè a Londra non c'è il mare. Si abbracciavano e papà aveva una faccia sempre più stupida man mano che andavo avanti a voltare le pagine. Sembravano felici,ma una mi colpì più di tutti:c'era la mamma che rideva,appesa alle spalle di papà con le gambe avvolte intorno alla sua vita mentre gli tirava qualche ricciolo con la punta delle dita. Papà? Ah bhe,lui aveva la solita faccia da cretino di sempre. Mi scappò una risatina pensando alla situazione nella quale si trovavano,poi presi la foto e me la misi in tasca. Chiusi il quaderno e lo riposi nel cassetto chiudendolo,per poi tornare in camera mia. Presi il MIO di quaderno,un rptubetto di colla e mi sedetti alla scrivania. Quello non era un quaderno,quello era IL quaderno,quello dove scrivevo ed incollavo frasi e citazioni,dove raccoglievo tutte le foto di papà trovate nella vecchia casa e della mamma,ecco perchè non volevo che papà lo vedesse,mi vergognavo. Lo aprii e nella prima pagina vuota che trovai,ci incollai la foto trovata precedentemente nel quadernetto di papà. Qualcosa da lui l'avevo presa,non scrivevo mai niente sulla copertina dei quaderni,mai una parola inerente o non,al contenuto delle pagine. Era una forma di privacy,come per far capire che certe cose la vuoi tenere davvero solo per te. Lo chiusi e lo rimisi nel mio cassetto e mentre mi affacciai un secondo alla finestra per osservare la pioggia che aumentava sempre più anzi che diminuire (uffa) sentii la voce roca di papà chiamarmi dal piano di sotto.
||spazio me||
Ecco a voi il tanto atteso capitoloo! TATATATAANNN.
Vabbie,sono da ricovero. :')
Scusate se non aggiorno molto spesso,ma ho molti compiti e ho anche io i miei impegni,come tutti daltronde.
Vi ricordo che potete leggere anche le mie nuove storie: stalker e what strange love. (Tra poco forse ne inizio un'altra).
Per ogni domanda,potete contattarmi in chat e...vi adoroooooooooooooo:3
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Daughter
FanfictionLei,Lara Styles. Ragazza tranquilla,un bel pò introversa. Ha dei capelli marroni come il padre,grande imprenditore londinese,uomo completamente assente nella vita delle ragazza. Occhi verde smeraldo,piccoli e vispi. Molto,molto magra,con altrettanti...