Capitolo 6

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Né la nonna né il vecchio ubriacone mi avevano fornito le giuste informazioni sulla Russia. 

Io ci volevo andare sul serio in Russovskia. Ragazzi, mi diverto a storpiare le parole. Non so se le avete notato. Mi dà una noia mortale dire le parole come il Signore Misericordioso – abbi pietà di noi - le ha create. Devo immaginare. Possiedo il cervello per fare inventare stronzate, balle e soprattutto per trasformare le parole. 

Altrimenti non saprei proprio cosa farmene del mio intelletto da studente di Harvard. Che brutto posto quello. Lì sì che l'ipocrisia cresce rigogliosa e il bestiame se ne ciba in abbondanza.

Ve l'ho detto che ma' stava fuori tutto il giorno per lavoro e via dicendo, quindi quella sera neanche c'era. So che si stava frequentando con un tizio, un professore. Parlava spesso con me, solo che io a volte mi annoiavo ad ascoltarla. 

Ragazzi, dopo quello che ha passato con quel figlio di puttana del marito, meritava anche lei una cavolo di vita sentimentale. Mi fa morire 'sta cosa della vita sentimentale. Vedi le persone che la cercano proprio. Non le viene da dentro, dall'anima, dal cuore e idiozie varie. No! Lo fanno perché devono copiare gli altri. Io li vedo come degli stupidi criceti che girano su quella ruota senza sapere perché diavolo lo fanno. Non che mi interessa più di tanto.

A volte, certe ragazze, ve le vorrei far vedere. Escono con chiunque. Nella Cittadina uscire significava limonarsi oppure fare qualche sega. Claudio, l'italiano sfondato di galline (sono cretino, io; galline nel mio vocabolario "forbito" è uno dei tanti soprannomi dedicato ai soldi) se le scopava tutte. Sembrava facesse la collezione di figurine. 

C'era una tipa nella comitiva, sapete no la Comitiva dei Falsi. Il suo nome era Betty Le. Mi sono sempre domandato che cazzo di cognome è "Le". La tipa, carina sotto certi punti di vista. Dipende a che orario della giornata la incontravi. Di mattina sembrava uno di quegli zombie che appaiono in quelle serie tv merdose. Di pomeriggio potevi essere fortunato, nel senso che prendeva colorito. Di sera era abbordabile però dovevi tenere a mente che indossava la maschera. Il succo della favoletta è che a me non ispirava proprio nulla. Zero assoluto.

Comunque, Claudio era coglione, ragazzi. All'epoca aveva diciott'anni all'anagrafe, ma ne mostrava sei, e non scherzo. Forse ancora oggi lo vedi litigarsi per ogni cazzata. Poi sempre all'epoca – ritorno al passato – era gelosissimo dell'amicizia temporanea che legava Patrick e Cesare. 

Ragazzi, se lo era. Lanciava quegli sguardi da fottuto serial killer sul punto di fare una strage. Sono tipi strani quelli lì, forse per questo mi attiravano. Ora non più.

Vi parlavo di Betty Le: in parole semplici se la giravano. Secondo me lei era un po' sformata, nel senso che aveva due bocce enormi e il sedere piatto. Era antropomorfa, Betty Le. Ve lo posso giurare. 

In quel periodo era indecisa, non sapeva chi scoparsi. Faceva Am Bim Bom con l'amica. L'amica, una certa Barbara non mi ricordo il cognome, era tozza, scorbutica e aveva un angioma assurdo sull'orecchio, ma era una seria. Se solo la toccavi ti mollava una sberla. Ed essere mollata una sberla da Barbara equivaleva alla distruzione di sette vertebre. 

La prof. d'italiano mi ha sempre detto che uso parecchio l'iperbole, io. Che cazzo è un'iperbole non ho propria voglia di scoprirlo.

Giù a quel parcheggio le cose si evolvevano piuttosto velocemente. Succedevano parecchie cose in quella comitiva. Ovviamente, quasi tutti i componenti della Comitiva si erano già dimenticati del Petroliere Russovski. Se glielo andavi a chiedere tipo a Thomas, ti faceva la faccia da ebete e ti diceva "Chi cazzo è"? Nella Cittadina se sorpassavi i confini, venivi dimenticato. Era la legge. Quanto cazzo invidio il Petroliere Russovski. Quel ciclista mi ha rovinato la vita.

Lupo di mondo - (ITALIANO) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora