Capitolo 7

10 4 0
                                    



Comunque ero nella pagina dedicata alla Russia; non ho mai studiato le capitali d'Europa però le conosco lo stesso. Non so dove diavolo la mia mente abbia assorbito queste informazioni.

Insomma, dalla pagina di Wikipedia sono terminato in una dove i voli aerei costano quanto una di quelle gomme verdi a melone sfuse, il marketing dei dentisti in parole semplici. 

Internet è una grande presa per il culo, però ci sono informazioni niente male, davvero. Fatto sta che ho messo nel carrello 'sto volo per la Russia che ammontava a qualcosa come centocinquanta bigliettoni. 

L'obiettivo adesso era convincere la nonna. Cinquanta galline (ricordatevi che galline nel mio vocabolario personale significa SOLDI) me le aveva già date. Ne avevo bisogno di altri cento. Così sono andato in veranda a prendere una valigia. Ragazzi, aveva fatto la guerra quella valigia, tipo quella dei Trent'Anni, ve lo giuro. C'era una rotellina che sembrava avere la sclerosi multipla. L'altra era assente, forse era andata a farsi un viaggio. Una rotellina che si va a fare un viaggio, la nonna e io abbiamo entrambi i cervelli fottuti. Il suo corredo genetico è al sicuro.

Nella valigia ci ho messo abiti alla rinfusa. Non ho mai saputo piegare una maglietta. Credetemi se vi dico che è una cosa difficile. Ragazzi, dovrebbero introdurre il brevetto per il piegamento degli abiti. Non scherzo.

«Cosa cazzo stai facendo?» Ha detto Cesare entrando nella stanza. Gesù, mi ha fatto cagare sotto. Ragazzi, non l'avevo proprio sentito. Comunque Cesare si è fatto una risata pazzesca perché mi sono cagato sotto. Aveva le lacrime agli occhi quel rinoceronte.

«Cosa cazzo ti dice la testa?» Gli ho fatto io imbestialito. Ragazzi, sì che ero nervoso.

«Si può sapere cosa stai facendo? È una valigia quella?» Le persone che ti domandano cos'è quell'oggetto quando è palese cosa sia, mi angosciano. Cesare è uno di quelli. Viveteci voi con uno che mentre mangi una pizza ti guarda e ti domanda: "Ma quella è una pizza?" Però non è ignorante, capisce soltanto quello che gli va di capire, per tutto il resto i cancelli dell'apprendimento sono chiusi.

«Questa dici? È una Mercedes Benz del 2002, con 330 cavalli e motore turbo. Un vero gioiellino tedesco.»

«Perché sei sempre coglione? Che bimbo merda del cazzo.» Cesare godeva nel chiamarmi bimbo merda, infantile del cazzo, bimbetto, moccioso e via dicendo. 

A me non fregava niente delle sue parole. È mio fratello, questo è certo, anche se non ci assomigliamo neanche un po', ma adesso non mi importa poi molto di lui. Ragazzi, non sono psicopatico. Cesare è sempre stato un sadico bastardo. 

A volte mi ricorda Vladimir Putin, il suo livello di bastardaggine equivale a quello di quel dittatore lì. Assurdo! Ogni dannato sabato in cui lui usciva con la Banda, faceva di tutto per tagliarmi fuori. 

Una volta mi ha lasciato in una piazza dove spiacciano la droga. Io non mi sono smosso, ho cominciato a camminare con le mani nelle tasche mentre la polizia ha arrestato un paio di spacciatori. Louise Shepard dice che sono uno gelido, io. 

A volte usava la parola "algido", credo sia un sinonimo. Una volta mi ha paragonato al protagonista di un film di cui non ricordo il nome. Il tipo aveva delle forbici al posto delle mani e pascolava per i vicinati a modellare i prati. Che tipo strambo, ma vi confesso che non l'ho mai visto quel film.

«Tu perché non ti fai i cazzi tuoi?» Ho risposto a Cesare. 

Persino il suo nome mi è sempre stato sul cazzo. Una volta ho domandato alla donna che l'ha messo al mondo, perché cavolo l'avesse chiamato in quel modo. Lei ha risposto che è sempre stata innamorata della civiltà latina e cose simili. Resta il fatto che è un nome osceno.

«Io vado a scopare, mentre tu rimani a fare le valigie. Se devi andare all'estero, prendi questo, potrebbe servirti.» Ragazzi di quegli attimi non ricordo più nulla. 

Ora vi spiego: il coglione di Cesare mi ha lanciato una moneta, ma l'ha fatto con disprezzo. E vi spiego anche quest'altra cosa: nella mia testa è presenta una trappola per topi, quando qualcosa finisce in linea di tiro con la molla, la trappola si innesca. In quel momento si è innescata la trappola per topi. Ho preso la monetina e l'ho lanciata dritta sulla fronte di Cesare. 

Ragazzi, quanto si è incazzato. Ho stretto il pugno e ho provato a mollargli un destro, ma lui l'ha placato. Un secondo dopo mi sono ritrovato due ceffoni sulle rispettive guance e steso al suolo con il ginocchio di Cesare premuto dietro la schiena. Non riuscivo a respirare, ma a lui non fregava un cazzo.

«Se non la smetti di muoverti come un serpente, ti piazzo un pugno diritto sul viso. E lo faccio eh... Di' di sì e ti faccio vedere come la tua faccia da moccioso erutta sangue.» Mi ha minacciato con quella voce schifosa e doppia che si ritrova.

Non mi sono mai arreso davanti a Golia, ma quella volta stavo per morire, letteralmente. Non respiravo più. E non faccio il melodrammatico.

«La smetti?» Ha urlato lui. Però a un certo punto ha scostato il ginocchio dalla mia schiena. Ragazzi, quella è stata umanità. Non ho mai creduto che Cesare la possedesse. 

Forse l'ha fatto per non sentirsi la mamma. Lui odiava quando la mamma cominciava a sbraitare. In verità anch'io. La mamma era una parecchio impulsiva. Quando era in giornata, poteva farti salire la voglia di prendere il primo aereo per la Russovskia, e non scherzo. Però rimane la mia donna.

«Fottuto coglione! Solo perché sei un orco con le liane nel naso, fai il bullo bastardo.» Ragazzi, quanto ho tossito.

«Non farti vedere dalla mamma. Hai il labbro spaccato. Gesù, hai il corpo di una femminuccia. Dovresti fare un po' di boxe o qualcosa del genere.» Era pentito, glielo leggevo in viso. Il coglione lo sapeva che non avrei detto niente alla mamma, però gli seccava lo stesso sentirla urlare.

«Fanculo. Va' a farti Betty Le.» Mi è venuta la voglia di sputarlo in viso, ma non l'ho fatto per educazione.

«Buon viaggio.» Mi ha salutato pescando un preservativo dal suo comodino. Aveva un'azienda di profilattici quel vecchio orco nel suo cassetto. 

Un tempo era diverso, ma quando ha superato la soglia dei tredici anni, si è imbastardito. Non so cosa cazzo gli abbia innescato questo fenomeno.

Cesare è andato via e così ho continuato a fare la valigia. Però a un certo punto mi sono reso conto che mancava l'accappatoio. 

Ragazzi, l'ho cercata in ogni fottuto buco, ma non sbucava, aveva deciso di andare in letargo. L'accappatoio che va in letargo, quante ne dico. 

Un po' infantile ci sono, però quando me lo dice Cesare vado in bestia. Ragazzi, questa cosa la dovete sapere, però non vi spiego tutto nel dettaglio. Lo faccio per rispetto della mia donna. 

Prima c'era anche Gabe, mio fratello, ma lui e la mamma hanno avuto tipo un litigio che è durato ore. Ora lui sta in un paese tropicale con una fidanzata pazzesca. È una tipa un po' scura di pelle, e tutta forme. 

Gabe me l'ha fatta conoscere la prima volta via webcam. Non so cosa diavolo abbia aperto in quel paese tropicale, ma adesso è ricco sfondato. C'è da dire che la fidanzata è la figlia del governatore di quel posto.

L'argomento Gabe a casa era vietato. Vi confesso che mi trovavo bene con lui. Innanzitutto non è mai stato bastardo nei miei confronti, lui, anzi quando ero più piccolo (Io e Gabe abbiamo sette anni di differenza) ce la spassavamo insieme. 

Facevamo tipo una stronzata che quando lui entrava dalla porta di casa, io facevo finta di essere vittima di un infarto stroncante. Gabe a quel tempo studiava medicina; ora è un dottore con le palle.

Ritornando alla faccenda dell'accappatoio: non è sbucato. Così ho deciso che la valigia l'avrei completata l'indomani quando ma' sarebbe rincasata. Quella sera però, ma' non è mai tornata, in verità non avrebbe messo più piede in quella casa.

Il Petroliere Russovski se l'è portata nel suo merdoso viaggio, lasciandomi solo come un cane, perché è così che mi sentivo. Solo nel mondo perduto.

SPAZIO AUTORE

Questo romanzo merita milioni di strane artworks. L'aggettivo in inglese per descrivere gli artworks è quirky. 

Luca 💙

Lupo di mondo - (ITALIANO) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora