Capitolo 12 (Parte 2)

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Nei pressi dell'hotel a cinque stelle c'era una pizzeria. Mi sono fermato, ma quando ho visto uno scarafaggio che pascolava nel formaggio ho fatto dietrofront. Per poco non vomitavo.

Di notte nella Cittadina ogni dannata pattuglia della polizia era ferma in un bar. Vedevi i poliziotti che si intrattenevano a parlare con gli ubriaconi per evitare di starsene in giro a fermare auto. Dovete sapere che gli sbirri erano odiati nella Cittadina; c'era proprio una setta contro la polizia come il KKK. Io chiamo la setta dei "Fautori del Neolitico".

Comunque sono arrivato alla metro, che di solito era sempre in manutenzione per guasti immaginari (anche quella sera). 

In quelle zone spacciavano droga come se fosse un bene di prima necessità. In effetti per gli abitanti della Cittadina lo era. Marion ancora doveva arrivare e su una rampa ho visto Claudio insieme a Thomas. Parlavano con un tizio, poi a un certo punto il tizio, di soppiatto, gli ha dato della roba e loro hanno pagato. Quando hanno fatto per scendere dalla rampa, mi sono nascosto dietro a un pilastro.

«Ci sballiamo con questa roba. Faremo un regalo anche a Cesare.»

Mi era salita la voglia di spaccargli il muso, poi ho fatto due per tre e sono giunto a conclusione che mi avrebbero riempito di botte come un pallone. 

Ai tossici rubategli tutto, ma non la droga. Sono capaci di fare un attentato terroristico per un grammo di merda. Che brave persone i tipi così.

A un certo punto ho pensato che una brava persona volesse farmi una rapina, poiché ho visto un'ombra incappucciata dirigersi verso di me.

«Gesù, pensavo fossi un tossico e che volessi farmi una rapina.» Ragazzi, che benvenuto le ho fatto a Marion. Sono un fuoriclasse con le ragazze. Lei era incappucciata, aveva un'aria tutta pensierosa però era uno schianto. Aveva sempre quel nasino perfetto.

«Wow, non ci vediamo da un po' di tempo e ti presenti con una galanteria alla James Bond.» Ha fatto lei facendo una risatina. Nonostante fosse nelle vesti di un hacker o tipe così, era da sposare, ve lo giuro. Mi ha sempre fatto impazzire Marion. Non so perché, è così e basta.

«Però devo ammettere che sei cambiato. Brutto ci sei lo stesso.»

A quel punto ho riso. «Allora, perché un appuntamento di notte, alla metro dove spiacciono droga?» Mi ha chiesto lei.

«Non lo so. È stato il primo posto che mi è venuto in mente. E comunque stavo alla finestra e mi sono ricordato di te. Così ti ho cercata. Ormai non ci vuole Sherlock Holmes per trovare una persona.» Mi sono appoggiato a un lampione. Avevo il cappello del giubbotto in testa e faceva un freddo da polo Artico.

«Aspetta, doppio Wow. Crescendo ti sei fatto più strano, però non hai perso il vizio di dire le parolacce. Uno che guarda alla finestra e si ricorda di te non è nella normalità.» Era diversissima Marion, però era sempre una ribelle.

«Ho ricordato il ceffone che mi hai dato qualche anno fa. Cazzo, sento ancora il dolore. Mi hai sistemato la mascella. Devo ringraziare te se non ho mai avuto problemi con il dentista.» 

Ragazzi, è esplosa a ridere la vecchia Marion. Giuro su qualcuno, che in quel momento mi sono innamorato. Non so cosa cazzo sia successo, però sentivo di essermi innamorato. Non vi aspettate mica la confessione in diecimila parole e con frasi del tipo "I suoi occhi smeraldo" e cazzate simili? Marion non avrebbe voluto una cosa del genere, lei è diversa. Non le piacciono i romanzi rosa. Questo credo di essermelo inventato. Però a una tipa come lei non possono piacere, è scontato.

«Sei proprio uno stronzo. Sì!» E rideva ancora la vecchia Marion. Nella mia mente invece era già scattato il momento del bacio: ora la prendo sotto al collo e le ficco la lingua in bocca. Sono un vero romanticone, non potete negarlo questo dato evidente.

Lupo di mondo - (ITALIANO) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora