Capitolo 21

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Lo sapevo che la gente ci guardava con quel solito sguardo da ipocriti, ma a noi due – io e R – non ce ne fregava. Quel giorno l'abbiamo passato insieme. Ci siamo fermati a un fast food e abbiamo mangiato cinque hot dogs ciascuno. Una roba da urlo. Ero troppo eccitato. Cioè, ragazzi, trovatelo voi un amico cui entrate subito in sintonia e poi fatemi sapere. R mi teneva parecchio compagnia, però alla fine si è rivelato anche lui uno stronzo. Questa cosa che sto per dirvi me l'ha accennata quando è calata la notte e ci siamo seduti su una panchina al parco.

«Cazzo, sembriamo due omosessuali qui.» Era ancora un po' fatto R.

«Cosa ci interessa delle persone, R. Loro parlano sempre. Sembrano quei pesci rossi che aprono la bocca senza un motivo.» Eravamo in piccolo parco che affaccia su un laghetto ghiacciato.

«Senti, fratello. Sei stato l'amico più fedele che abbia avuto e anche il più intelligente. Volevo dir...» A quel punto l'ho interrotto a R l'Erbaiolo. Già sapevo quello che voleva dirmi e non so è stata l'erba a farmi diventare un veggente.

«Te ne devi andare, vecchio R. Lo so. Si vede che sei uno che non sta mai fermo.» R è rimasto di merda. Forse perché ho fatto una faccia un po' strana. L'ho fatto sentire parecchio in colpa. E non mi dispiaceva affatto.

«Tutti vanno via, vecchio R. Queste dannate relazioni sono come un'autostrada. Le auto passano e non si fermano mai. Questa roba che mi hai fatto fumare mi fa diventare un po' cretino. Io 'ste cose non le voglio dire. Mi danno fastidio le frasi da filosofi e via dicendo.» 

Ero stravaccato sulla panchina e come sempre faceva un freddo micidiale. Avevo l'arcata ghiacciata. Però l'effetto della marijuana circolava ancora nel mio corpo. Anche se R mi aveva appena fatto capire che sarebbe dovuto partire, mi sono sentito strano. E non voglio dire quelle stronzate tipo "una parte di me sapeva che R fosse partito e bla bla"; queste cazzate le potete trovare nei film, questo show è dedicato ai mentecatti, ai folli e a tutti quelli che non sanno cosa fare della loro vita perché guardarsi intorno e chiedersi cosa diavolo diventare nella vita e non saperlo, rende questo schifo più eccitante.

«Il fatto del migliore amico che abbia avuto, è la verità, fratello. Mi hai fatto divertire questa giornata. E poi io volevo sapere chi fosse quel Petroliere Russovski.»

«Dove andrai, vecchio R?» Gli ho fatto io. Però lui ero fermo a guardare il laghetto. 

È triste l'acqua ghiacciata. Ti fa pensare che nella natura nulla è imbattile, non esiste alcun tipo di elemento più forte dell'altro o un animale. Cioè un leone può essere tranquillamente ucciso da un serpente velenoso che di soppiatto gli ficca i denti nella giugulare e gli inietta una quantità di veleno capace di attecchirlo nel giro di due secondi. Forse sono stato un po' troppo drammatico eppure non lo sono mai. Comunque il leone può morire così come ogni dannata cosa.

«Non lo so, fratello. Non lo so. Sai prima, quando ci siamo seduti sul cassettone, ho fatto finta di non ascoltarti sulla morte di tua madre. Sei fortunato, fratello. Io una madre non ce l'ho mai avuta. Solo un padre bastardo.» Quando l'ho guardato, R strusciava le scarpe al suolo spostando delle foglie. Le trecce crespe gli coprivano il volto. Era parecchio imbarazzato. Me ne sono accorto di questa cosa.

«Vuoi sapere una poesia che ho sentito oggi, R?» Gli ho fatto io. Lui ha annuito.

«E subito riprende il viaggio. Come dopo il naufragio. Un superstite. Lupo di mondo. L'ho sentita da un ragazzo, però non sapeva cosa significasse. Credo di aver distorto qualche parola.» Gli ho confessato.

«Beh, allora cercala in internet e hai risolto no? Quel posto è un ritrovo del mondo, pazzesco!» R mi ha dato il suggerimento tutto illuminante.

Ci ho pensato un po', devo ammetterlo.

«Non lo farò. Scoprire la verità distruggerebbe questa poesia. A me piace la strofa Lupo di mondo. Forse perché il lupo mi piace. Non sono il tipo da avere un colore preferito, un animale preferito e tutte quelle smancerie. Però quell'animale mi attira, R. Fidati, è veramente complesso da spiegare.» Ho tirato fuori uno di quei sospironi pazzeschi. Mi sono seriamente domandato quanta aria potesse contenere un polmone. Poi la curiosità si è volatilizzata.

«Conosci quella stronzata che dice che ogni essere umano si rispecchia in un tipo di animale, fratello? Sto rito lo praticavano i pellerossa. Ho sempre ammirato quel popolo, lo sai? Quei bastardi hanno lottato fino alla fine. Poi quando uno ti punta il piombo alla testa non puoi fare più nulla. Fanculo Dio, fanculo il mondo. Questa è la vita.» R si è bloccato. Ragazzi, ha preso a tirare un vento da uragano. Infatti ho pensato che stesse arrivando una tempesta.

«Già, vecchio R.»

«Quella cosa dell'universo parallelo e dalla timeline, tu ci credi?» Mi sono voltato e R era un po' incerto. Aveva l'espressione di uno che vuole che qualcuno gli dia il coraggio di credere in una concetto.

«Io faccio proprio fatica a credere. Secondo me la coniugazione di questo verbo non la conosco, oppure mi è sfuggita quando la maestra ce l'ha detta alle elementari. Sarà sicuramente così.»

«Già, Levi. Però l'argomento del tempo è curioso. Forse sono ancora fatto ed è per questa dannata ragione che mi interesso. Non lo so, non lo so proprio. Mi piace pensare che un altro me invecchiato di vent'anni viva in un universo parallelo, oppure che il me bambino stia ancora vivendo in un altro mondo ancora. Mi domando adesso cosa starà facendo. Da piccolo impazzivo per i Lego. Me li rubavo ovunque. All'asilo mi hanno sospeso per furto di Lego.» Ci siamo messi a ridere per il suo primo reato.

«R, quel vecchiaccio mi avrà preso per il culo. Ai tipi come lui piace sperimentare la testa della gente e cose simili. Anche se dovessero esistere diversi, infiniti universi paralleli, allora dove diavolo si dovrebbe accedere? Io vorrei almeno una porta, niente cunicoli come i film di fantascienza o macchine del tempo. Proprio non le sopporto quelle cose.»

La questione del tempo, della sua relatività e cose alla Einstein, sono argomenti che puoi giocarti tranquillamente i neuroni che hai in testa.

«Però, fratello, pensa se dovesse esistere una roba del genere. È un dannato puzzle. I pezzi vanno incastrati altrimenti non si finisce mai di completare il rompicapo. Basta poco per cambiare questo schifo, Levi.» R era parecchio speranzoso.

«Ma a me non importa cambiare le persone o cose simili. Non me ne sono mai fregato.» Gli ho risposto in ogni forma di sincerità.

«E allora cosa ti interessa?» Mi ha domandato R. Ho capito che quella non era curiosità maligna, ma una di tipo benigna. Gesù. Ho la dannata fobia del cancro. Non lo nominate. Però lo stesso mi ha dato un fastidio enorme. Lo stesso fastidio di quando ti compri un maglione di lana e ti pizzica ovunque o giù di lì.

«Mi interesso a tante cose, ma non alle persone. Ecco. Le persone proprio no. Io non riesco a trovare interesse in loro.»

«Diaviaaavolo, amico. Tu sei troppo strano. Però mi piaci troppo. Allora dopo di qua dove sei diretto?» Mi ha fatto R. Poi si è alzato dalla panca.

«R, nessuno te l'ha mai detto che tu fai troppe domande? Non voglio essere scortese, ma non mi va di risponderti.» È subentrata quella parte scorbutica di me, come quello lì, Wintson Churchill che appariva sempre tutto pensieroso e corrucciato. 

Io sono lui, però senza essere ministro del Regno Unito e salvatore dell'umanità. Le persone se lo sono dimenticato a Winston. A volte immagino di essere amico di persone illustri. Mi piace parecchio. Ovviamente per Zucchi non vale questa cosa. Vi siete sbalorditi vero? Pensavate che non l'avrei tirato più in ballo? No, ragazzi, un tipo come lui deve essere nominato. Non è mica come il cattivone di Harry Potter.

«Okay, fratello. Ti dico pace. E se dovessi scoprire il segreto del tempo e incontrarmi da qualche altra parte, ricordami di te. Il Me futuristico lo farà. Il Me del passato non credo, o forse sì.» Ragazzi, R era proprio confuso peggio del dilemma Essere o non Essere. Ve l'ho detto che gli argomenti del tempo fanno gettare la testa nel contenitore dell'umido.

«Ciao R.» L'ho salutato. Lui mi ha abbracciato. Poi se n'è andato anche lui. E a quel punto sono rimasto di nuovo solo.

SPAZIO AUTORE

Levi è una persona contorta

Luca 💙

Lupo di mondo - (ITALIANO) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora