'Sto Archie, il tipo di cui vi raccontavo pochi minuti fa, era all'università. Un bravo ragazzo e tutto, però aveva la fissa per i cani. Ragazzi, se gli domandavate il numero di peli di quel cane che ha il muso schiacciato, il farabutto vi sapeva rispondere. Dopotutto uno per stare all'università deve essere preparato, che ne so a rispondere alle domande dei professori e cose di questo tipo.
Io e Archie ci siamo fermarti a prendere qualcosa da mangiare. Non avevo molta fame, ma il vecchio Archie si è preso la bellezza di due panini con hamburger, bacon e lui sa cos'altro. Non era mai stato uno obeso, però la pancia la teneva, eccome se la teneva. Sembrava un ubriacone con quaranta anni di esperienza nel settore. L'addome era come un uovo sodo. Lo dovevate vedere. È difficile da descrivere un tipo di pancia.
«Ho saputo di tua madre... Levi, mi dispiace. Per qualsiasi cosa, puoi contare su di me.» Archie il matematico - lo chiamo così perché lui, l'informatica e la matematica erano fidanzati e scopavano anche molto – ha detto "puoi contare su di me" con la bocca piena di hamburger, merda e putridume.
«Grazie, però la prossima volta quando devi fare una cosa del genere, ingoia prima. Magari funziona meglio. Lo dico per te, mica per me.»
«Sei sempre rimasto un grande bastardo, tu.» Questa volta mi ha detto la frase con la bocca priva di putridume. Archie il matematico era uno in gamba e non credete che fosse un secchione. Ragazzi, vi sbagliate di grosso. Ci sapeva fare con le ragazze e poi era ricco di brutto.
«Allora, cosa mi racconti?» Il primo panino era già sparito. Mangiava a una velocità sonica quel vecchio cervellone.
«Nulla di nuovo. Penso che tra poco me ne vado, in Russovskia credo. Ancora devo decidere. Per 'ste cose ci vuole tempo. Ci devo riflettere.»
A quel punto Archie mi ha guardato ed esploso a ridere. Dalla bocca però sono usciti pezzi di hamburger, bacon e via dicendo.
Si stava affogando. Io lo guardavo con le mani ficcate nel giubbotto. Una tipa con un perizoma infilato su per le chiappette - le aveva invisibili, neanche il telescopio sarebbe servito a nulla – ci è passata di fianco e ha fatto una faccia disgustata. In effetti Chiappette Invisibili aveva ragione. Archie ha fatto proprio schifo, cioè sembrava un vulcano che erutta mangiare masticato.
«Sei sempre un gran bastardo. Non cambi mai.» Ha ripreso asciugandosi le lacrime. Stava proprio piangendo dalle risate. «Ma a chi vuoi prendere per il culo? Tu che rifletti?»
«Però mi offendi così! Comunque ti devo dire una cosa, Archie.» Non vi ho detto che stavo guardando una componente particolare da tre ore. La "compenente" erano i capelli di Archie, cioè quelli che gli erano rimasti. Sarà un vero peso avere vent'uno anni e la zucca abbronzata trecentosessantacinque giorni all'anno.
«Spara, però non farmi ridere più, altrimenti dovrò chiamare un'impresa di pulizia per sistemare questo schifo a terra.» Ha fatto lui pulendosi con un fazzoletto.
«Hai perso i capelli, cioè non ce li hai proprio più.» Per me è strano non avere i capelli. Gesù, io ce ne ho davvero tanti, a volte rompono. Comunque Archie ha fatto la faccia imbarazzata e cose simili.
«Amico, tra non molto dovrò prendere l'erba del parco e attaccarmela in testa.» Mi ha fatto morire quel cervellone. Ho riso per trenta secondi.
«Sempre un grande bastardo. L'ho notato, sai? Puoi fottere a chiunque tu, ma a me no.» Ha preso ad agitare il dito.
«Dimmi una cosa, stasera ce l'hai un posto per dormire? Non so dove diavolo andare.» Archie ha finito di bevere la Coca Cola – lui era sempre stato un tossico di quella roba marrone – poi mi ha abbracciato. Non me l'aspettavo a una cosa del genere. Da uno come Archie ti potevi aspettare che ti diceva "Sei sempre un grande bastardo", ma un abbraccio proprio no.
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Lupo di mondo - (ITALIANO) COMPLETA
Science-FictionQuesta cosa della sinossi io non l'ho mai capita. A volte ho letto dei racconti narrati da un tizio, o come si dice in prima persona, che hanno la sinossi scritta in terza. Vi garantisco che quando vedo queste cose avviene lo svuotamento della mia...