Capitolo 14

9 3 0
                                    




Ragazzi non ci potete credere cose mi ha domandato Viperetta; vi devo aggiornare sulla lista di soprannomi del mio dizionario personale. Viperetta sarebbe la zia.

«Ehi, Levi dove andrai adesso?» È venuta vicino. Aveva uno sguardo addolorato. Non so se stesse recitando o meno; però se lo stava facendo è stata una performance da appalusi ininterrotti.

Ragazzi diciamoci la verità: quella tipa non ha proprio tatto. La cosa del tatto e del linguaggio figurato mi fa morire. Cioè l'essere umano ne inventa di stronzate. Io ne sono l'esempio vivente. Ne sparo al secondo. Un ragazzo ha appena seppellito sua madre e tu cosa fai? Gli chiedi dove andrà. Mi stava prendendo per il culo, ne sono certo. E allora ho fatto il cretino.

«Non lo so. Ho prenotato un volo per l'Argentina, poi una volta che sono lì, mi trovo a passare per l'Himalaya. Poi vado in Europa, quella che di recente è stata conquistata dagli egizi.» Lei ha annuito tutta triste. Alla zia potevi anche dirle che l'Europa era stata conquistata dagli egizi, lei non se ne accorgeva.

Si era pettinata i capelli. Si è sempre portata una spazzola nella borsa. Organizzazione, ragazzi, la vita di Viperetta consiste nello scendere le scale.

Ho usato un'altra volta una metafora e via dicendo. Non lo farò più. D'ora in avanti niente cinema e metafore. Mi fa ridere troppo questa frase. Sembra uno spot televisivo dove una madre vieta una cosa ai figli. Che cavolo ho nella testa, proprio non mi capacito.

Vi aspettavate una frase del tipo "proprio non ne ho idea"? A me non va molto a genio. Forse l'avrò scritto precedentemente, ma da questo secondo mi sta sulle palle "Proprio non ne ho idea". È il "NON NE" ad essere brutto. È scondito. Mi sentite? Il "NON NE" scondito. Ma cosa diavolo è un piatto di pasta?

Ritornando al fatto che Viperetta ha difficoltà ad approcciare.

«Cosa ti ho fatto? Perché mi odi così tanto?» Ragazzi se stava cominciando a piangere.

Che imbarazzo! Non sapevo cosa cazzo dire o fare. Le persone che piangono sono un po' troppo menefreghiste, seconde me. Diavolo, volete pensare che chi vi sta di fronte non sa cosa dannazione fare quando vi vede piagnucolare? Il mondo è proprio un posto strano, ve lo posso assicurare. Non che io sia uno che l'ha visitato. Quindi non chiedetemi come lo sappia.  È una sensazione a pelle.

«Tu? Assolutamente nulla. Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Andrà tutto bene.» Le ho dato qualche colpetto sulla spalla.

Lei piangeva come una matta. E comunque ho capito in quel momento che infondo la zia non era così cattiva. Stava davvero soffrendo per la morte della sorella. Me ne sono accorto dal capello fuori posto. Io sono disinteressato, però i miei occhi ricordano ogni dannato fatto. La zia a quel punto mi ha detto che lei – la mamma – non c'era più e che nessuno l'avrebbe più portata indietro e via fino all'infinito. Una noia mortale.

«Allora, vuoi venire a casa mia? Per un po'. Non lo so un paio di mesi. Vediamo come va.» La proposta me l'ha fatta e nel frattempo si asciugava le lacrime con un fazzoletto stropicciato e tutto quanto.

«Ci devo pensare. Ho già avuto un invito da un mio amico.» Balle. Nessuno mi aveva inviato. Forse sì uno, ma non era proprio un invito. Il vecchietto nell'ascensore dell'ospedale, quello con il borsalino. Lo psicanalista che ha studiato per "tutta la vita la psicologia dell'essere umano". Insomma lui. Avevo ancora quel bigliettino nella tasca.

«Sei sicuro? Però promettimi che ti terrai in contatto con me. Per qualunque cosa. Anche per i soldi.»

Si era proprio spinta oltre. La zia che mi offre un posto in cui dormire, è roba da trascrivere sui geroglifici e tramandare per millenni alle generazioni future. Per di più si era dichiarata disponibile anche per i soldi. Che gesto altruista.

Lupo di mondo - (ITALIANO) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora