Capitolo 10 (Parte 2)

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Fatto sta che sono entrato in ospedale. La valigia l'ho nascosta in un cespuglio. La centralinista stava sul cellulare e secondo voi cosa poteva fare? Ovviamente giocava al rompicapo delle caramelle. Ragazzi, quanto mi sono innervosito.

«Di recente è morta una donna, sulla quarantina. Sa dirmi dove si trova, per cortesia?» Ho fatto io tutto gentile come il duca di Cambridge. Non so neanche se esiste il duca di Cambridge. Ma se esiste, non mi fa piacere.

Ragazzi, quella zotica del cazzo ha continuato a masticare la gomma e a giocare al rompicapo delle caramelle. Stava al livello settantatré. 

Ovviamente incrociare le caramelle è più importante di rispondere a uno stronzetto che gli è appena morta la mamma e che sta sul punto di mandare fanculo la vita perché un coglione di nome Petroliere Russovski è volato in un buco merdoso pieno di neve.

«Fiona, sto parlando con te.» So bene che ogni razza di umano ha visto nella sua vita Shrek, e so anche che chiamare Fiona una donna significa farla indisporre di brutto. Così è capitato.

«Come diavolo mi ha chiamato, scusa?» Ha fatto lei tutta corrucciata. Aveva davvero le orecchie come Fiona, impressionante.

«Ti ho chiamato Fiona. E ti pagano perché devi dare informazioni alla gente e non stare seduta con quel tuo culo da 720kg a giocare a quella merda sul cellulare.» 

Sono convinto che se in quel momento, Fiona avesse avuto una pistola mi avrebbe fatto secco. Sul serio. Ce la immaginate? Fiona con la pistola puntata contro la mia fronte... Fiona che carica la levetta, non so come cazzo si chiama. Non ho mai preso in mano una pistola. Fiona che sta per premere il grilletto. Cazzo, alla fine spara perché anche gli spettatori si sono rotti le balle di aspettare. 

Ragazzi, se c'è una cosa che contribuisce a fottere la mente, quella è il cinema. Di film buoni ce ne sono pochi in giro. Però concedo del tempo al cinema, dopotutto è come la generazione, giovane. Ragazzi, credo in voi! In verità non so credere, però usare il verbo credere ha il suo effetto. Hitler ammirava la chiesa. Lo sapevate questo? Quel pazzoide del cazzo diceva che i cattolici erano dei veri professionisti a persuadere la gente. In effetti Schizzatino aveva ragione.

«Non è morta nessuna donna sulla quarantina "di recente".» Ha fatto la centralinista con una faccia da vipera certificata dal quadro nazionale europeo. Le virgolette hanno significato che ero un brutto stronzo e che lei non era disposta a dirmi nulla. Ma di starmene zitto, io, non avevo intenzione.

«Senti, non voglio essere scortese con te, te lo giuro. Però non devi farmi girare le balle. Dimmi dove cazzo posso trovare la fottuta sala mortuaria.» 

E così è calato il silenzio in quella sala d'accoglienza. Che cazzo di voce. Una di quelle doppie e possenti. Da doppiatore di cinema. Basta, devo levarmi questo cinema dalla testa. 

Dicevo: un secondo dopo mi sono guardato intorno e mi sono domandato per quale diavolo di motivo tutti mi stessero guardando. Ho capito che la donna non voleva dirmi nulla e che forse ero stato un po' troppo scortese. Così – solo per essere coerente – l'ho mandata a fanculo e mi sono diretto verso le scale. 

A quel punto ho preso l'ascensore e quando le ante si sono aperte, ho incontrato un vecchietto dall'aria simpatica, sul serio. Ero di uno quelli che ti fanno venire la voglia di invecchiare perché si mantengono pimpanti e armoniosi come un attorone di Hollywood che si appresta a recitare in uno di quei film in cui la gente ha i superpoteri. Aveva due lenti tonde ma alla moda. Una barbetta curata e bianca e uno sguardo da volpone. Ho subito pensato che il preside Niels, non era nulla a confronto a quel tizio. E non mi sono sbagliato.

Lupo di mondo - (ITALIANO) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora