New york

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3.30 del mattino: la sveglia suonò, si partiva per il tour. Mentre cercavo di spegnere quell'aggeggio infernale, sentii qualcuno suonare insistentemente il campanello, per fortuna ad aprire ci pensò mio padre, che probabilmente si era svegliato prima. Riconobbi la voce di Freddie: "muovetevi! Muovetevi! Dobbiamo arrivare in aeroporto almeno 5 ore prima per sicurezza e siamo già in ritardo!" urlò
"Ho capito! Ma non urlare, gli altri dormono" gli rispose papà.
Nel mentre scesi di sotto e li raggiunsi, avevo dormito vestita, perché sapevo che non avrei avuto voglia di fare niente quella mattina.
"Ti sei svegliata anche tu, muoviamoci e andiamo a prendere gli altri!" Disse il cantante. Prendemmo le nostre valigie e i nostri zaini e caricammo tutto nella macchina di Freddie, per poi passare a
prendere Brian e John. Arrivammo in aeroporto in orario, ovvero ore prima del volo, non c'era molta gente ed erano anche assonnati quindi passammo inosservati. Ci dirigemmo al bar per fare colazione e poi andammo a fare tutti i controlli e lì iniziai a vedere John agitato.
"Che succede?" Gli chiesi
"Cosa?! Oh, niente" disse lui quasi balbettando
"Sicuro?" Dissi
"Certo" disse cercando di essere convincente
"Ha paura del volo" mi disse papà in un orecchio. Realmente, avevano viaggiato tanto e John aveva ancora paura? Comunque riuscimmo a passare i controlli e passammo per i negozi, restandoci per un paio d'ore. Alle 7.30 stavamo aspettando di salire sull'aereo. Ci sedemmo ed io ero seduta con papà e Freddie, mentre Brian e John erano seduti dietro di noi. Il riccio cercava di tranquillizzare il bassista senza grandi risultati. L'aereo decollò e dopo circa un'ora passata a leggere mi addormentai, appoggiando la testa sulla spalla di mio padre. Mi svegliai avvertendo la fame, controllai l'orario: erano le 12! Avevo dormito per 3 ore. In quel momento passò la hostess con il carrellino della roba da mangiare: prendemmo tutti un panino al prosciutto e dell'acqua da bere, visto che Brian aveva deciso di vietare gli alcolici per il viaggio Freddie e papà si dovettero accontentare. Mancavano altre quattro ore e non sapevo che fare, ma poi mi ricordai di essermi portata un mini-Monopoli da viaggio, quindi ci mettemmo a giocare. Arrivammo lì che erano le 19.30, stremati e stanchi morti dal viaggio. Arrivati in hotel, che si trovava in pieno centro ed era super lussuoso, ci consegnarono le chiavi delle due stanze: erano due suite, in una avrebbero dormito Brian e John, mentre nell'altra saremmo stati io, papà e Freddie. "Questa stanza è fantastica!" Dissi entrando
La stanza era enorme: c'era un soggiorno grandissimo, con un mega divano e un televisore, con delle vetrate che si affacciavano sulla città. Nella suite c'erano due camere e due bagni, io dormivo con papà e Freddie aveva la sua stanza. Ero letteralmente morta e il fuso orario non aiutava, mi buttai sul letto e mi addormentai per circa un'ora.
Alle 20.30 andammo a cenare, per poi tornare in camera e crollare appena toccammo il letto. Il giorno seguente decidemmo di fare un giro per la città. Mi vestii in modo sportivo ed uscimmo a piedi. Passeggiammo per Central Park un bel po' e ci ritrovammo davanti al museo di storia naturale. Brian ed io volevamo entrare,e,anche se gli altri non sembravano entusiasti, riuscimmo a convincerli. Probabilmente papà mi voleva accontentare e gli altri erano in pratica stati trascinati contro loro volontà. Credo che restammo per un paio di ore ad osservare ogni singolo reperto nell'area egizia per colpa mia, amavo l'antico Egitto e volevo scoprire tutto su quel mondo. Restammo finché Freddie non iniziò a lamentarsi, per poi andare nel negozio per comprare libri, calamite e altri oggetti vari. Uscimmo con un sacchetto a testa. Poi ci dirigemmo verso l'Empire State Building, salimmo fino all'ultimo piano ed iniziai ad avere le vertigini. Mentre tutti si avvicinavano alle finestre io rimasi appiccicata al muro.
"Dai Jane, vieni a vedere è bellissimo!"disse mio padre
"Io, io credo di soffrire di vertigini" dissi, venne vicino a me e mi strinse, portandomi vicino alla finestra
"Tranquilla, ci sono io, non ti succederà niente" disse per tranquillizzarmi, mi rilassai e finalmente riuscii a godere del panorama.
"È veramente bello" dissi
Restammo lì un po' e poi andammo in un ristorante a mangiare. Mangiammo dei buonissimi cheeseburger. Poi ci avviammo verso la statua della libertà e ci salimmo sopra. "Questa città è fantastica!" Dissi io
"È veramente meravigliosa" aggiunse Brian
"È i negozi sono ancora più belli, andiamo" disse Freddie
"Facciamo una gara a chi arriva prima?" Disse John ed iniziammo a correre, arrivammo giù sfiniti, quindi decidemmo di chiamare un taxi. Girammo tutti i tipi di negozio e alla fine tornammo in hotel con un sacco di sacchetti in mano.
"È stata la giornata migliore di sempre!" Dissi
Ci sedemmo tutti sul divano ed iniziai a sfogliare con Brian i libri che avevamo comprato. Ci facemmo portare la cena in camera , ci sentivamo troppo stanchi anche solo per scendere al ristorante.
Il giorno dopo ci dirigemmo allo stadio per le prove: il palco era enorme e ci sarebbe stato un botto di gente. Provammo fino a mezzogiorno e poi Miami ci portò un pranzo al sacco, lo mangiammo sul palco. Ci riposammo nei nostri camerieri per un po' e poi iniziammo a prepararci. Io indossai un top a quadri bianco e nero, dei pantaloni in pelle e degli anfibi neri. Freddie indossò la maglietta con la scritta Flash, dei pantaloni in pelle rossi, una giacca di pelle e le sue Adidas. Mio padre si mise una camicia bianca, con un foulard dello stesso colore, i polsini, dei jeans neri e le Adidas. John indossò un completo completamente blu, una giacca in pelle e delle sneakers bianche. Brian invece indossava una camicia bianca, un gilet nero, dei pantaloni in velluto nero e delle scarpe rosse e bianche. Tutti venimmo truccati con dell'eye liner per far risaltare lo sguardo e a me aggiunsero anche un ombretto marrone, il mascara e un rossetto nude.
Dopo tutto questo mancava solo mezz'ora all'inizio e c'era molta ansia: John e Brian accordavano in continuazione gli strumenti senza mai convincersi, mio padre continuava a tamburellare i ritmi con le dita sul tavolo, Freddie si riscaldava la voce ed io facevo la stessa cosa, però continuando a camminare o correre in giro. Vennero ad avvisarci che mancavano 5 minuti e lì tutta la mia ansia decise d'uscire fuori.
"Non posso farlo, anzi non voglio più farlo! Rovinerò tutto!" continuavo a dire
"Senti cara, io ti voglio bene, ma tu devi partecipare, perché altrimenti noi siamo persi!" Disse Freddie
"Ma potrei farvi fare delle figuracce!" dissi
"Jane, amore mio, calmati" disse mio padre
"Come faccio se neanche voi lo siete?!" Dissi per poi prendere un grande respiro, tutti rimanemmo in silenzio. Ci dirigemmo verso alle quinte, pronti ad entrare: "Sarà un grande concerto" dissi
"Ovvio, cara" mi disse Freddie
"Soprattutto se ci sei anche tu" mi disse John, gli sorrisi
"Allora in bocca al lupo" dissi
"Anche a te" dissero in coro e ci abbracciammo
"Ricordati che qualsiasi cosa accada The show must go on" mi disse mio padre.
Corsero sul palco e sentii le urla e acclamazioni della folla, Freddie salutò il pubblico ed iniziò a cantare. Bohemian Rapsody, Play The Game, Don't stop me now, We Will Rock You, Craizy little thing called love... in pratica una scaletta fantastica, quasi non mi accorsi che Freddie mi stava presentando. Corsi sul palco salutando, abbracciai il cantante e facemmo un inchino insieme, poi andai a sedermi al piano. Ci guardammo per qualche secondo, intendendoci subito, iniziammo a suonare perfettamente insieme. Freddie cantò la prima parte ed io la seconda e il ritornello insieme. Proprio quando le nostre voci si fusero, il pubblico scoppiò in un grandissimo applauso, sorrisi al cantante e finimmo di cantare. Mi alzai e abbracciai Freddie, Brian e John, salutai il pubblico e tornai nelle quinte a godermi lo spettacolo. Quando lo spettacolo finì corsero ad abbracciarmi:
"Sei stata fantastica tesoro!" Mi disse papà
"Davvero perfetta" aggiunse Brian
"Direi che il pubblico ha apprezzato" dissi sorridendo
"Apprezzato? Il pubblico è letteralmente impazzito! Dobbiamo fare assolutamente un'altra collaborazione!" Esclamò Freddie, facendomi arrossire. Non avevo mai ricevuto tanti complimenti, la maggior parte delle persone che conoscevo mi diceva che il mio sogno era stupido e che non ce l'avrei mai fatta o che non ero abbastanza brava. Ci avevo creduto per molto tempo, ma poi avevo capito che era solo gelosia. Tornammo in Hotel e chiamai mia madre:
"Pronto?"
"Mamma sono io! È tutto meraviglioso!" dissi
"Com'è andato il concerto?" Chiese
"Benissimo" risposi " il pubblico è andato in visibilio!"
"Sono felicissima, qual'è la prossima data?"
"Domani, a Los Angeles" risposi
"Ti lascio, devi andare a dormire" mi disse
"Okay, ciao" la salutai e lei fece lo stesso. Mi buttai nel letto, ancora carica d'adrenalina, pronta per il giorno seguente. Destinazione Los Angeles!

Spazio autore💕
Ciao ragazzi💜 vi è piaciuto il nuovo capitolo? Non sono certa che domani riuscirò a pubblicare qualcosa, ma ci proverò😘
Comunque ho appena pubblicato una nuova storia: tu Queen que vales, se vi va leggetela😍

It's late - Roger Taylor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora