Parigi

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Uscimmo dallo stadio euforici come sempre, quella era l'ultima tappa del tour americano ed eravamo pronti a ripartire per iniziare quello europeo. Le nostre cose erano già nel pullman che ci avrebbe portato in aeroporto, dove un aereo diretto a Parigi ci aspettava. Mi allungai sul mio sedile, stanca morta, ma dovevo aspettare di arrivare in aereo per addormentarmi.
"Sono stanca morta!" Dissi
"Dai Jane, resisti ancora un po', potrai dormire appena saremmo sull'aereo" mi disse Freddie. Sbuffai e cercai di rimanere sveglia tirandomi su per sedermi bene, appoggiando la testa sulla spalla di papà. Il viaggio mi sembrò interminabile, ma alla fine riuscimmo ad arrivare. Degli addetti presero le nostre valigie per caricarle, noi intanto salimmo sul mezzo e dopo aver salutato il pilota mi sedetti al mio posto e mi addormentai. Quando mi svegliai eravamo ancora in volo
"Non siamo ancora arrivati?" Chiese
"Non credo che ci faranno scendere usando i paracadute" disse ironico Freddie
"Manca circa un'ora" mi disse mio padre
"E che ore saranno quando saremo lì?" Domandai
"Credo che saranno circa le sei di sera" mi rispose Brian
"Oh Dio, questo fuso orario mi ucciderà!" Dissi esasperata, facendo scoppiare a ridere gli altri
"Ehi!" Li ripresi, per poi prendere il mio mp3 e le mie cuffie per ascoltare della musica, ammazzando così il tempo che mancava all'arrivo. Quando finalmente l'aereo atterrò e un tassista venne a prenderci, ci salutò, caricò le valigie per poi non proferire più parola durante il resto del viaggio.
"Scontrosi questi francesi" notò John
"Beh, ci sarà un motivo se noi italiani li odiamo" dissi
"Come?!" Chiese Brian sorpreso
"Sì hai sentito bene, hanno fatto un sacco di cose brutte bei nostri confronti: ci hanno rubato la Gioconda e altri quadri nel periodo in cui Napoleone regnò, dicono che il loro paese è migliore del nostro, che il loro cibo è più buono (quando in realtà fa veramente schifo) e molte altre cose" risposi, al che tutti mi guardarono male
"E degli inglesi cosa pensate?" Chiese John ricevendo una gomitata da Freddie
"Guardate che ero ironica. Di sicuro ci sono dei conflitti tra noi, ma quando dico queste cose lo faccio scherzando" dissi per chiudere l'argomento. Arrivammo il hotel sfiniti e appena entrammo in stanza mi buttai sul letto, occupandolo tutto.
"Sai che dovremmo andare a mangiare" mi disse mio padre
"Ma non ho voglia!" Dissi usando un tono da bambina facendolo ridere. Mi trascinò verso il ristorante contro mia volontà e andammo a sederci al tavolo con gli altri iniziando a parlare del tour americano.
"Tutto è stato fantastico e perfetto tesori" disse Freddie
"Soprattutto grazie a te Jane" disse Brian facendomi arrossire leggermente
"Oh, ma io non ho fatto niente, ho solo cantato una canzone, non saprei mai tenere il pubblico come Freddie" dissi
"Tu sei troppo modesta" mi disse John
"Quando salivi sul palco il pubblico impazziva" continuò facendomi arrossire ancora di più.
"Grazie mille ragazzi, ma anche voi siete stati fantastici" dissi
"Questo era già sottinteso cara" disse il cantante facendoci scoppiare a ridere. Finito di mangiare ci ritirammo nelle nostre camere e andammo a dormire accordandoci per il programma del giorno dopo decidendo di visitare il Louvre e il resto della città. Il giorno seguente venni svegliata da Freddie, che continuava a scuotermi.
"Dai papà ancora 5 minuti" dissi
"Non sono tuo padre, lui sta dormendo profondamente, peggio della bella addormentata" disse Freddie
"Freddie! Come diavolo hai fatto ad entrare" chiesi stupita
"Mi faccio sempre dare la seconda chiave di tutte le stanze per stare tranquilli, anche per spiare gli altri in realtà" mi disse
"Sei uno stalker!" Dissi in modo melodrammatico mettendomi una mano sul cuore. Scoppiammo a ridere entrambi, svegliando mio padre.
"Che cavolo sta succedendo qui" disse stropicciandosi gli occhi
"Il caro e vecchio Freddie è venuto a svegliarvi e a ricordarvi che oggi faremo il giro della città. Preparatevi e scendere entro le nove" disse per poi uscire dalla stanza
"Ma fa spesso così?" Chiesi a papà
"Purtroppo sì, muoviamoci prima che ci uccida" disse, facendomi fare una piccola risata. Mi misi a frugare nella mia valigia e alla fine scelsi un paio di pantaloncini neri e una maglia rosa con la scritta greese, che abbinai con le mie vans rosa. Raccolsi i capelli ed ero pronta. Scendemmo ed incontrammo Brian sulle scale, arrivammo al piano terra ed entrammo nel ristorante per la colazione. Decidemmo di visitare prima il museo del Louvre rimanendoci tutta la mattina. Brian continuava a spiegare la storia dei quadri diventando la nostra guida turistica, mentre John faceva foto da bravo turista. Io, Freddie e papà osservavamo per un po' un quadro per poi passare a un altro.
"Perché non la rubiamo" dissi ironica quando fummo davanti alla Gioconda "verremmo riconosciuti come eroi nazionali in Italia" a quelle parole tutti scoppiammo in una grossa risata. Usciti dal museo consumammo il pranzo al sacco che ci eravamo preparati per poi dirigerci verso la torre Eiffel. Dopo aver scattato un sacco di foto prendemmo un taxi per andare alla reggia di Versailles. Arrivati lì facemmo i biglietti e una volta entrati Freddie disse: "vi rendete conto che qui viveva Maria Antonietta, chissà magari incontriamo il suo fantasma"
"Dite che ci sono i fantasmi" chiese John
"Devi smettere di credere a tutto quello che ti dicono, Deacky" disse papà per poi seguire Freddie, imitato poi da noi. Visitammo ogni singolo punto della reggia e quando entrammo nella sala del trono Freddie urlò: "fate largo! Sono arrivati i reali d'Inghilterra!" Facendomi scoppiare a ridere. Finimmo la visita e tornammo in hotel, pronti per il concerto del giorno seguente.
La mattina semplicemente ci riposammo, stando nella piscina idromassaggio. Il pomeriggio ci furono le prove, che non iniziarono col piede giusto: mentre Freddie entrava venne fermato da uno della sicurezza che voleva vedere il suo pass.
"Ma lei lo sa chi sono io!" Disse minaccioso, mentre il tizio rimase impassibile.
"Io sono Freddie Mercury e senza di me lo spettacolo non si fa!" Sbottò
"Non mi interessa, mi serve comunque il suo pass" disse l'uomo. Prima che il cantante potesse reagire mio padre si intromise
"Che succede Fred?" Chiese
"Questo non vuole farmi entrare" disse Freddie indicando l'uomo
"Ci penso io" disse papà per poi rivolgersi al tipo "senta signore noi siamo la band, possiamo tranquillamente entrare"
"Non senza pass" insistette quello della sicurezza, al che sia papà che Freddie diedero di matto iniziando a insultarlo.
Brian ci raggiunse e riuscì a risolvere il problema tirando fuori i nostri pass, finalmente entrammo e sentii Freddie borbottare: "io odio i francesi". Dopo quell'inconveniente tutto andò bene e il concerto fu una bomba. Ci trasferimmo nei nostri camerini e decidemmo di fare un brindisi per l'inizio di quella nuova avventura. L'indomani saremmo partiti per Roma ed ero entusiasta di tornare in Italia. Questa volta mi sarei divertita io a fare da guida portando gli altri in giro per la città. Questo mi fece pensare che tra un paio di giorni avrei rivisto i nonni.


Spazio autore💕
Ciao ragazzi💜 spero che il capitolo vi sia piaciuto. Sembra che il nostro Freddie non vada d'accordo con i francesi🤣 non chiedetemi come mi sia venuto l'idea di farlo litigare con un francese perché non lo so😅😘

It's late - Roger Taylor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora