XXII

86 17 0
                                    

«Vuole uccidermi?» domando schiettamente.

Lui si volta leggermente per scoccarmi un'occhiata furtiva e, anche se si gira in fretta, noto un lieve sorrisetto sulle sue labbra.

Dio, vuole ucciderti! Vuole ucciderti davvero!

Con mio stupore mi indica il terrazzo e io esco per primo, aspettandolo. Logan non c'è. Mi chiedo dove sia. Credevo volesse parlare con entrambi, ma a quanto pare non è tra i suoi piani. Preferirei ficcarmi l'arco del mio violino in gola piuttosto che avere una degna conversazione con quest'uomo.

La terrazza è ampia, comoda per una trentina di persone, lastricata con mattonelle grigie. Ciò che vedo è una piccola distesa di verde, racchiusa nel lungo cancello della proprietà Steel. Le alte sequoie gettano ombre gradevoli sul prato e il tempo, chiaro ma ancora fresco, è calmo. La tranquillità della primavera si fa già sentire.

Max si ferma vicino al parapetto del balcone e guarda in alto. Lo seguo.

«Quindi tu... sei l'ufficiale fidanzato di mio figlio?»

Sbatto gli occhi. «Gli ci sono volute due ore per capirlo?»

Lui mi squadra, ma non mi fa paura.

«Tu sei convinto che non mi piaci, vero?» mi interpella.

Faccio una smorfia. «Oh, già!»

Lui alza le mani dalla balaustra, poggiandole di nuovo sopra un momento dopo. «Molte persone sono interessate ai soldi.»

Scuoto la testa. Che c'entra Logan con i soldi? Poi capisco.

«Mi creda su questo. La prima volta che ho visto Logan credevo fosse un demente» dico.

«Davvero?»

«Sì, credevo che fossi io il demente fino a pochi mesi fa, fino a quando non ho saputo che Logan porta le mutande con i soldatini» borbotto.

Lo scopro a ridacchiare, quasi tossicchiando per mascherare il tutto. Si ravvia i capelli, perfettamente in ordine sulla nuca. «Ascoltami, ragazzo, so che sei convinto che io ti odi, e un po' è vero, ma so che Logan è felice e io non posso dire niente. Mi ha detto che lo hai aiutato molte volte.»

Arrossisco. È stato lui ad aiutare me.

«Piuttosto. Logan ci teneva che mi scusassi con te. Non prendere questo gesto come una resa o qualcosa di obbligatorio da parte mia. Mi ci vorrà un po' a digerire la faccenda. Ascoltami e non arrabbiarti quando ti dico che non è la normalità a cui le persone sono abituate» vocia piano, temendo la mia reazione.

«Ha ragione» dico solo.

Chi sono io per negarlo? Prima anche io pensavo fosse così, ma quando ho scoperto che amavo quel ragazzo con le mutande con i soldatini e un pessimo carattere è cambiato tutto. L'amore non si può decretare solamente tra la differenza tra i sessi, ma è qualcosa di più profondo. Non ho mai avuto qualcosa di così certo nella mia vita che mi impedisse di stare male, ma ora che l'ho trovato non voglio lasciarlo.

«Ma oramai nessuno sa più cos'è la normalità, a questo mondo. Forse neppure lei.» Respiro. «Ho sempre cercato una persona come Logan» dico con un sorriso.

«Un rompiscatole maleducato?» obietta.

«Uno che mi sopporti per quello che sono e che mi faccia sentire bene» specifico. «Se non le piace che io stia con Logan, almeno per suo figlio, è meglio che menta ad entrambi.»

Lui inclina la testa. «Non mentirei mai a mio figlio. Sarebbe troppo difficile.»

«Troppo difficile? Lei non ama il figlio di un grande azionista con grandi aspettative.»

NicotineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora