«Quindi te ne vai? Molli tutto?»
Io non le rispondo, ma Hailey non mi lascia in pace. Dopo un'ora comincia a darmi sui nervi. Vorrei dirle di andare al diavolo, ma non voglio commettere un altro errore e continuo a stare zitto. Le ho detto solo che me ne andavo, senza specificare altro. Non voglio che qualcuno pensi che non ce la faccio più.
«E... lo spettacolo di fine anno?» sbotta. «Avevamo deciso insieme di andarci.»
«Puoi sempre andare con Colin o Bekah, è uguale.»
«No. Non è uguale. Perché te ne vai, è successo qualcosa?» mi domanda lei, girando la testa per fissarmi.
Ruoto gli occhi, palesemente irritato. Le sue domande sono senza filtro e mi annoiano. Non le voglio rispondere perché sono cose mie. Mie e di nessun altro. Henry mi ha mandato a scuola oggi solo per svuotare l'armadietto. Questa mattina ha già inviato una mail alla preside per annunciare il mio trasferimento. È già tutto pronto.
«Parlami!» strilla, dandomi uno schiaffo in viso.
Mi allontano, ma non le parlo. Ficco un libro di non so quale materia dentro lo zaino. Molte cose nel mio armadietto le butterò.
Hailey mi insulta e se ne va, senza degnarmi più di un'altra parola. La guardo andarsene via, sbattendo le sue scarpette rosse a terra con furia. Non si guarda indietro.
Sbuffo. Alcuni mi guardano, ma non mi parlano. Logan non si fa vivo. Forse non c'è, ma ne dubito: Logan è venuto a scuola anche quando, durante un nostro litigio, gli ho tirato un libro in testa. Mi sta evitando.
Prendo dal mio armadietto la foto di me e Logan al parco, con le facce buffe e il gelato mezzo sciolto in mano. Non saremo mai più felici così. La strappo.
«Quindi quando Logan mi ha detto che era finita intendeva in quel senso.»
Non voglio parlare con Nick. Dice cose troppo ovvie e non voglio più assecondarlo.
«Mi stai ascoltando?» esclama.
Lui mi afferra una spalla e mi fa voltare. Gli tiro un pugno e lo insulto, dicendogli di lasciarmi stare. Lui mi guarda basito. Gli do una spinta. Ancora niente. Che ha da guardare? Mi irrita.
«È finita, Nick. È solo finito tutto» ringhio.
«E Logan?»
«Cosa ti ha detto lui?»
«Che è finita. Credevo intendesse altro, ma forse intendeva veramente tra voi due. È andata male dai suoi?»
Scuoto la testa. «È andata male con mio fratello.»
«Glielo hai detto?»
«No, ci ha scoperto. È stato peggio.»
Lui fatica a parlare. «E per questo te ne vai?»
Mi mordo con forza un labbro, mettendomi lo zaino sulle spalle. «Sì... No. Non lo so. Anche se voglio restare, comunque non potrei. È Henry che decide e non posso andare via di casa e basta. È convinto che lasciare la Formey mi farà bene e non lo biasimo. Per lui sono un caso da curare.»
Alza un sopracciglio. «Perché?»
Non so cosa dirgli. Nemmeno io lo so. Faccio spallucce. Mi volto e vado via.
Il martedì successivo Henry torna a casa con una "bella" notizia: ha trovato un buon appartamento in un'altra zona della città, più a sud, e mi ha mostrato un paio di foto. Ho subito pensato a un polizesco della TV e se ci avessero ucciso qualcuno, lì dentro, ma non ho detto niente. Il prezzo è ragionevole, ma la casa non mi piace. Ci saranno presto nuovi cambiamenti.
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Nicotine
ChickLitLIBRO III - Reginald Rebley ha quattordici anni e sta per iniziare la sua nuova vita scolastica alla Formey Academy, un prestigioso istituto musicale a Chicago che vanta di sfornare nuovi talenti nel genere musicale. I suoi sogni vengono brutalmente...