Mi sfilo la maglia e i pantaloni da ginnastica umidicci di sudore corporeo, ficcandoli nella sacca da ginnastica blu a tracolla, vestendomi come al solito con i miei vestiti ordinari. Mi sistemo qualche ciocca ribelle sulla testa, tendenti a volte ad andare dove pare loro, ed esco dallo spogliatoio con Colin.
La cabina delle classi superiori è a qualche metro di distanza da noi, a porte chiuse si possono in ogni caso udire le esclamazioni per la vittoria e delle risate divertite. Logan è tra loro.
Colin mi scruta per un momento con aria perplessa. «Sai, lo trovo cambiato.»
«Eh?»
«Logan. Lo trovo diverso, non ti pare?» Sorrido per un istante, alzando una spalla, fingendo noncuranza. «È come, non so, se fosse più mansueto, non trovi?»
Mi sento invadere dal panico. Accidenti, da cosa l'ha capito? Colin è troppo intelligente per nascondergli questo tipo di questioni.
«Trovi?» Faccio finta di nulla.
Lui inclina la testa, sistemandosi la giacca sui polsi. «Come se non l'avessi notato nemmeno tu» apostrofa.
«A me sembra sempre il solito, semmai è più tonto» lo liquido in fretta, sperando che si decida a voler abbandonare questa sua idea.
Colin mi ferma sull'uscio dell'uscita della palestra e io guardo la sua stretta. È ancora serrea. Sa che gli sto tenendo segreto qualcosa. Il corridoio è vuoto e lui controlla lo stesso il pericolo di orecchie indiscrete. Incrocio le braccia e mi guarda. O meglio, mi studia.
«Ti ha portato con sè in un locale» chiarisce.
«Uno, mi ha lasciato fuori. Due, eravamo con altre persone» specifico, ma lui non mi crede.
«E prima?»
«E prima cosa?»
«Quando ti ha rincorso. Tutti credevano ti volesse pestare a morte, e invece è tornato in palestra con un sorrisetto da ebete, come quello che hai tu adesso! Un mese fa non ci avrebbe pensato due volte a darti un pugno, adesso è come ammansito. È come se si fosse rammollito e te ne sei accorto anche tu. Lo sfidi, per giunta! Nessuno lo aveva mai fatto, e a lui sembra pure stare bene! Oh, per Dio, non me la dai a bere! Che mi nascondi?»
Provo a vedere le cose dal suo punto di vista e ha ragione. Da quando ci sono io Logan non si diverte più a fare scherzi idioti, né a me né ad altri ragazzini più piccoli.
Ignoro la voce nella mia testa che mi dice di tenere sotto controllo l'espressione, sorridendo. Come posso nascondere la felicità?
Colin apre la bocca. «Ecco. Questa espressione aveva. Tipo... affettuosa.»
Mi premo una mano sulle labbra tentando di non ridergli in faccia. «Affettuosa cosa?»
Improvvisamente dietro di noi appare il nostro professore di ginnastica, un po' patito per la lezione dura. Pone una mano sulla spalla di Colin e ci dice: «Allora, come vi è sembrata questa partita?»
Colin rotea gli occhi. «Un disastro. Abbiamo perso» esclama e il prof gli fa un sorrisetto incoraggiante.
«E tu, Rebley?»
«A parte le numerose fratture e ossa rotte, è stato molto divertente» confesso.
Il prof spinge piano Colin verso l'uscita. «Dovrei parlare un momento con Reginald, potresti dire ad Alaric che lo trattengo per qualche minuto, non vorrei fargli passare dei guai.»
Colin alza una spalla e dice che va bene, mi saluta e sguscia via prima che suoni la campanella della prossima ora. Il professore aspetta e io mi chiedo cosa sia così urgente da farmi saltare l'inizio della lezione di musica, importante per la mia borsa di studio e per il mio violino.
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Nicotine
ChickLitLIBRO III - Reginald Rebley ha quattordici anni e sta per iniziare la sua nuova vita scolastica alla Formey Academy, un prestigioso istituto musicale a Chicago che vanta di sfornare nuovi talenti nel genere musicale. I suoi sogni vengono brutalmente...