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«Ehi, Reginald, sveglia.»

Logan mi da dei buffetti al naso. Provo a togliermelo di dosso, ma è inutile. Affondo la faccia nel cuscino e mugugno assonnato.

«Reginald, avanti, alzati.»

«Aspetta ancora un minuto...»

«Lo hai detto anche cinque minuti fa. Sei incredibile. Io sono sveglio dalle sette. Fammi il piacere e alzati, sono le dieci di mattina e a mezzogiorno dobbiamo andare a casa dei miei, ti ricordi?»

Apro gli occhi, completamente sveglio. Ovvio che mi ricordo.

Oggi finalmente incontrerò i suoi genitori e loro vedranno me. Oggi finalmente saprò se sarò accettato per prendere il posto accanto a Logan. Non ho mai visto i suoi genitori, ma da come me ne ha parlato so che il padre è un tipo severo e la madre è molto comprensiva. Quando ha detto che avrebbe portato a casa il suo fidanzato, non so bene come i suoi abbiano reagito al genere maschile. Non me l'ha voluto dire. O vuole che sia una sorpresa per me o non vuole riferire la litigata fatta, ma dubito che mi porterebbe a casa sua se non fosse ancora ben accetto.

In base a questo incontro, decideremo il seguito. Voglio assolutamente dire a mio fratello quello che sta succedendo con Logan, anche perché sta diventando una cosa abbastanza seria e sono stufo di tenermi tutto dentro e non potergli dire niente.

Ho una paura folle. Sto per incontrare i suoi genitori, per la miseria! So che non posso contare su nessuno; Henry e Nora non lo sanno, ma saranno i prossimi sulla nostra lista. Mi chiedo come ancora le voci non siano arrivate fino a loro.

Mi sollevo e stropiccio gli occhi, mettendo a fuoco la figura di Logan accanto a me, seduta sul letto.

«Io ti aspetto giù, mi raccomando: non riaddormentarti, altrimenti passerai un bruttissimo guaio.» Mi strizza l'occhio.

Logan si allaccia le scarpe e, silenziosamente come quando è entrato, esce dalla finestra. Lo guardo attento. Vado vicino al vetro, sperando di vederlo scendere integro.

Ultimamente gli lascio sempre la finestra aperta di sera, in modo tale da farlo entrare a suo piacimento e senza rischiare di farlo restare troppo sulla scala antincendio.

Scuoto la testa e mi scrollo il sonno di dosso.

Sguscio in bagno e velocemente mi faccio una doccia, spazzolandomi i capelli. Henry è di là, in cucina, e sta preparando una delle sue nuove stranezze culinarie insapore. L'ho già avvisato, tirando la scusa che oggi io e Hailey saremmo andati al luna park insieme e che, probabilmente, saremmo rientrati la sera o il pomeriggio tardi, tanto per essere sicuri con i genitori di Logan. Non voglio far la figura di quello che ha un coprifuoco da rispettare nel bel mezzo di una conversazione.

Metto una camicia decorosa e degli skinny jeans, il primo paio che trovo non macchiato e mi infilo le scarpe, annodandole bene. Cerco ancora di pettinare i capelli elettrici di prima mattina, bagnandoli un po'.

Vado da Henry, afferrando come primo spuntino una fetta di pane con marmellata di mirtilli.

«Buongiorno, fratellino. Di buon umore, oggi?» mi domanda Henry, girandosi verso di me e sorridendo.

Io ridacchio, mangiucchiando il mio snack e infilandomi la giacca sportiva.

«Vuoi un po' di macedonia o...»

«No, no. Tra un po' io e... Hailey andiamo fuori a mangiare» gli ricordo. Guardo l'orologio. Tempo impiegato: venti minuti. Un buon record. Lo saluto e faccio per uscire di corsa. «Ehi, ehi!» mi richiama lui, afferrandomi per il cappuccio e tirandomi. «Aspetta! Tieni venti dollari, con cosa ci paghi il pranzo altrimenti?»

NicotineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora