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(Colin Aston)

Dopo il casino fatto al El Diablo ho preferito non farmi vedere molto in giro. Non mi importa e non mi ha importato della gente che ci guardava, ci giudicava e rideva. È stato l'ultimo dei miei problemi. Quello principale è stato quello che Logan ha detto: "Non è posto per te."

Non so perché questa frase mi è rimasta in testa così tanto a lungo, forse il significato o l'astio imbevuto nelle parole, di come molto a fatica, ha gridato senza arrivare alle mani. Mi ha fatto presumere che nemmeno lui voleva farlo, far del male al prossimo, tuttavia è difficile abbandonare l'etichetta quando qualcuno te la attacca alle spalle e tu devi girare e rigirare come un cane per cercare di togliertela e di ricominciare a camminare davanti a te.

I giorni seguenti sono stati una tortura, uno stress. Non sono riuscito a concentrarmi su niente. La musica che amo è diventata una distrazione. Ci sono state delle volte in cui, in mezzo al corridoio, Logan mi è venuto a sbattere intenzionalmente contro per vedere la mia reazione. Altre volte, persino, si è fermato mentre io svoltavo velocemente l'angolo.

Con il passare del tempo, la mia fobia per lui si è leggermente attenuata, perché a parte fissarmi storto o qualche dispetto non ha fatto niente e, per lo più, se io lo ignoravo, lui faceva altrettanto e con questa questione andavamo avanti bene.

Io, Hailey e Colin abbiamo vite diverse da quelle di Logan, Elly e Marcus e ci sta bene così com'è. Ci stiamo entrambi a distanza, seppure una parte minima di me voglia andare da lui e chiedere spiegazioni, o dargli un pugno.

In ogni caso, il primo mese di studio è finito ad alti e bassi. Nelle materie pratiche me la cavo di fortuna e mi sono iscritto per farmi promuovere al corso avanzato di musica, tuttavia in matematica e scienze la mia media è a dir poco deplorevole.

Henry mi ha sequestrato la televisione e non ho il permesso di usare il suo tablet, il pc solo per scuola.

Qualche giorno fa, uscendo, ho gettato l'occhio nella bacheca della scuola e ho visto un manifesto nel quale si offrivano ripetizioni di matematica. Ho alzato le spalle e quando l'ho detto per caso a Henry mi ha rimproverato duramente per non essermi appuntato il numero di telefono, perché lui dice che non so prendermi cura di me e che non so pensare con la mia testa. Per evitare liti, il giorno dopo sono tornato a mani piene. Più che una sua richiesta pareva farmi capire o-ci-vai-o-ti-metto-il-violino-su-per-il-culo e io non ci tengo a vedere se l'anatomia umana può consentirlo o meno.

Henry allora ha chiamato (dopo esserci stato al telefono quasi mezz'ora) e si è accordato per questo pomeriggio, sabato pomeriggio, alle quattro in punto. Ho tentato di dirgli che avevo programmato altri impegni con i miei amici, ma guai a chi lo contraddice.

Non essendo mai andato a ripetizioni mi sto facendo molti problemi, anche adesso, davanti alla porta di questo estraneo, mi domando a raffica: 'Che faccio quando apre la porta, che dico? Ciao o Sono Reginald, quello per le ripetizioni... Ma che cazzo, lui mi ha detto alle quattro e chi altro si aspetta alle quattro puntuali, cretino? Comunque, appena entro che faccio, dove vado?'

Mi vergogno di me.

Busso, prima di pentirmene.

La cosa più strana è che apro già la bocca per parlare quando la porta si spalanca, preparandomi di mio meglio per pronunciare il mio nome, e mi ritrovo a fissare il petto nudo di Logan, il quale ha uno spazzolino in bocca e dei pantaloni larghi della tuta addosso. Non mi degna neppure di uno sguardo che mi chiude la porta in faccia. Rimango allibito e penso semplicemente: "Ho sbagliato casa." E alla faccia di essere uscito mezz'ora prima.

Sbatto gli occhi confuso e mi chiedo che fare. Prima che possa prendere il cellulare e dire a Henry che ho sbagliato indirizzo, dall'altra parte della porta sento una voce femminile.

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