Capitolo 7.

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"Ciao signorina Parker" Mi scostai subito da quella figura che mi si ereggeva davanti. Lui, il mio peggior incubo si era fatto vivo perfino a Venezia, in Italia!
Si, Conor era lì, davanti a me ed ero sola, in un bagno. Non lo guardai nemmeno in faccia e mi voltai correndo a più non posso verso la saletta del bar in cui si trovava Letitia ad aspettarmi.

Avevo il cuore in gola, la paura che pian piano prima stava scomparendo, ora era riaffiorata, così come le lacrime. Correvo correvo e correvo come non avevo mai fatto, fino a quando non mi trovai nella saletta del bar. Tutti si voltarono verso di me quando chiusi di forza la porta con la schiena, mi appoggiai ad essa ed iniziai a piangere fortissimo. Nessuno capiva nulla, tanto meno io.

"Oh santo cielo amore mio, cosa ti succede?" Leti mi venne incontro abbracciandomi come solo le migliori amiche sanno fare, ma non riuscivo a parlare; avrei voluto dirle "HEI ANDIAMO VIA, IN BAGNO C'ERA CONOR, ANDIAMO VIA" ma ovviamente la paura prese il sopravvento e il comando sulla ragione e sulla parola.
"Cosa avete voi da guardare? Non avete mai visto nessuna ragazza piangere?" Sgridava tutti gli 'spettatori' che mi guardavano male o dispiaciuti anche se erano all'oscuro di tutto ovviamente.

Il barista di prima fece cadere il vassoio per terra spaventato e si accasciò verso di me e Leti.
"Non lo so, portiamola via di qua per favore aiutami"
Detto ciò sentì delle forti braccia sollevarmi dal pavimento, mi aggrappai al suo collo tenendomi stretta e continuando a piangere bagnando così la sua bianca camicia. Mi sentii poggiare su una panchina e subito mi affiancarono.

"Cucciola, Milena respira. Cosa ti è successo? Sei così pallida..."
"Aspetta, vado a prenderle dell'acqua e dello zucchero"
Leti annuì e lo vedi allontanarsi, ma non volevo che se ne andasse. Conor era nei paraggi. E se fosse venuto lì da me e la mia migliorie amica? E se, se la fosse presa anche con il barista?
"NO ASPETTA" Urlai mentre questi pensieri lugubri mi passavano per la mente.
"Ti serve dell'altro?"
"Si che tu rimanga" M guardò stranito, così gli feci segno di sedersi di fianco a me, gli avrei raccontato di Conor anche se non lo conoscevo ma avevo troppa paura.

"I-in bagno c-c'era Conor"
"COSA? QUEL BASTARDO COSA TI HA FATTO?" Strillò Leti saltando in piedi e spruzzando sangue dagli occhi per la rabbia.
"N-non mi ha fatto nulla, io-io sono scappata" Riuscì a dire fra un singhiozzo e l'altro.
"Ma chi è?" Chiese il barista, ancora senza nome.
"Il mio ex, lui mi-mi ha.." Non riuscivo a dirlo, non ce la facevo proprio.
"Ti ha? Lasciata?"
"Peggio" Disse Leti abbassandosi per abbracciarmi.

"Lui mi ha violentata qualche settimana fa"
"OH CAZZO! CHE GRAN FIGLIO DI TROIA. MA LO HAI DENUNCIATO VERO?"
"No..."
"Scusa ma come no?! DEVI DENUNCIARLO! NON DEVE PASSARLA LISCIA"
"Lui è una persona malvagia, senza scrupoli. N-non posso denunciarlo, mi-mi farebbe patire l-le pene dell'inferno"
"Cosa c'è di più brutto di uno stupro? Ragiona, ti ci accompagno anche io dalla polizia per esportare denuncia, ma fallo"
"NO BASTA, TU NON SAI NIENTE DI ME E TANTO MENO DI LUI. NON SAI DI COSA È IN GRADO DI FARE"

Mi stavo alterando.
"No non lo so, hai ragione ma mi preoccupo e mi viene la pelle d'oca al solo pensiero che uno schifoso, possa mettere le sue mani su delle ragazzine indifese senza il loro consenso"
"Senti, ho 17 anni, non chiamarmi ragazzina grazie! E comunque non sono affatto affari tuoi"
"Mile, sta cercando di aiutarti... Non ha fatto nulla di male lui"
Il ragazzo si alzò di scatto ed entrò nel bar con fare triste e vulnerabile. Mi sa che avevo sbagliato a trattarlo così, ma provate a capirmi: quel mostro era tornato.

"Cosa ho combinato..." Dissi alla mia amica riferendomi a come avevo trattato il barista.
"Dai entriamo dentro, così paghiamo e ti scusi. Poverino!"
"Okay... Ma ho paura che ci sia C-Conor" Feci fatica a pronunciare il suo nome perché di nuovo le fitte allo stomaco era ritornate, quelle fitte che ti contorcevano tutto il corpo per via della paura, del terrore, dell'essere sola ed indifesa. Volevo Liam in quel momento. Solo Liam, ma non c'era, non più.

Mi asciugai le lacrime, mi sistemai un pochino i capelli per non sembrare una pazza scappata di casa, e insieme a Leti mi incamminai verso l'entrata. Mi fermai vedendo dalla porta a vetro, un ragazzo girato di spalle con la corporatura, capelli, tatuaggi di Conor.
"NO NO NON ENTRO IO" Dissi ritornando a sedermi alla panchina di prima.
"Milena Parker, ritorna immediatamente qui. Hai trattato malissimo quel povero barista, e anche se c'è quel bastardo non puoi rovinarti la vita per sempre, devi ricominciare a vivere."
A sentire quelle parole, mi sentii leggermente più sollevata: aveva ragione, dovevo reagire e c'era lei con me, sempre ci sarebbe stata insieme a Giuly.

Mi alzai dalla panchina decisa ad entrare, ma sapevo che se avessi mai incontrato i suoi occhi gelidi, mi sarei bloccata lì.
Leti mi prese per mano e insieme varcammo la soglia.
"C-ciao senti scu-scusa per prima" Dissi al barista senza nome.
"Niente dai, ti capisco..."
"Comunque piacere, Milena"
"Piacere mio. Lucas"
Ci stringemmo la mano e così fecero anche lui e la mia amica. Mi volevo sbrigare ad uscire, così finsi di aver da fare e lasciammo il bar dirigendoci a passo veloce verso l'autobus per ritornare a casa dei miei nonni.

***
"NONNA, NONNA LUI È QUI" Dissi a mia nonna che, dato che non mi stava guardando in faccia poiché stava preparando da mangiare, mi chiese subito se mi stessi riferendo a Liam; ma se avesse visto la mia espressione terrorizzata, non me lo avrebbe mai chiesto.
"No, Conor." A quelle parole le cadde il coltello con il quale stava affettando la carne, per terra.
"Stai scherzando, vero?"
"No nonna, l'ho visto oggi in un bar, ai bagni"
"Ti ha fatto o detto qualcosa?"
"No, sono scappata"

Mi venne incontro abbracciandomi dicendomi che forse sarebbe stato meglio se veramente ce ne andavamo da questo brutto mondo. Si ma quando? Quando avremmo riiniziato a vita migliore solo io ed i miei nonni? Non aspettavo altro.
"Nonna, devo parlarti"
"Certo tesoro, andiamo a sederci sul divano"

Presi la mano della mia amica trascinandola sul divano insieme a noi.
"Vedi nonna, Leti mi ha proposto di andare da lei per qualche mese, sarà divertente e almeno con lei e Giuly, non penso ad altro e passiamo del tempo insieme"
"Oh, io ti manderei subito... Ma sai, mamma e papà decidono su di te"
"Ma cosa vuoi che importi a quei due di me, io non sono nessuno per loro. Sono solo la figlia rompiscatole che ha intralciato la loro carriera e che adesso per farmela pagare, non si comportano da genitori"

Detto queste parole, sentii delle borse cadere per terra. Mi girai di scatto e vidi mia mamma che piangeva e mi guardava delusa. 'Cazzo' pensai; ma in fondo era ciò che pensavo ed era la verità. Non si curavano di me.
"Sai cosa ti dico?" Disse mia madre singhiozzando "Vai, vai pure da Letitia o dove vuoi, vattene pure!" Si mise le mani sulla faccia, lasciò le borse della spesa in terra e corse in bagno.

Forse avevo esagerato, in fondo era pur sempre mia madre, assente, ma mia madre.
"Aia.."
"Leti zitta ti prego, ma non l'avevo vista!"
"Beh vai a chiederle scusa"
"MA SEI SCEMA?"
"Mile l'hai vista? Piangeva come una ragazzina! Vai subito a chiederle scusa o non verrai da me!"
"Oh che palle, ok"

Mi alzai svogliata dirigendomi verso il bagno. Aprii la porta e la vidi seduta sul water piangendo...
"Mamma.."
"Cosa vuoi ancora? Rinfacciarmi altre cose?"
"No, volevo chiederti scusa, ho-ho esagerato"
"No non hai esagerato, é la verità. Ma sentirlo dire da te, ha fatto male.. Troppo male"
"Mamma è vero comunque. Sembra che io non sia vostra figlia.."
"Ma noi ti amiamo, anche se lo dimostriamo poco"
"Si certo, vado a fare i bagagli. Parto stasera con Leti" Cercavo di dileguarmi perché non era vero, non mi amavano.
"Non ti impedisco di andare... Così magari lì ti troverai meglio e poi i suoi genitori, sono delle bravissime persone"
"Grazie"

"Però non dimenticarti di noi. Anche se a casa ci vedi poco, noi ti vogliamo bene e beh, dopo tutto quello che è successo... Volevo starti vicini, ma evidentemente non ci riesce bene fare i genitori"

"Mamma dai, non dire cosi" Andai ad abbracciarla e iniziai a piangere insieme a lei. Mi aveva distrutta vederla così, mia mamma...la donna più forte che avessi mai conosciuto, stava piangendo a causa mia.

Ritornai in salotto da mia nonna e la mia migliore amica; ero molto triste ma cosa potevo fare? Non volevo più stare lì, non con loro e non con Conor in giro. Avevo bisogno delle mie migliori amiche e Niall, sì. Ma soprattutto Liam...

||SPAZIO AUTRICE||
Holaaaa :) come state? So che qualcuno era molto in ansia per il finale del 6esto capitolo HAHAHA ma vi adoro lol. ZAAAN ZAAAN CONOR E' TORNATO. Milena ritornerà a Sidney, lì cosa succederà di acclatante? E Niall che fine avrà fatto? E soprattutto Liam?! Al prossimo capitolooo, lasciate voti e commenti grazie, ~Vale❤️

But I know you were only hiding... ||NH, LP||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora