Capitolo trentaquattroIl ritorno a casa fu silenzioso, con Melanie che faceva di tutto per nascondere le sue lacrime a quel ragazzo burbero e misogino, e con Rider che credeva di aver esagerato.
Leggermente, pensò, osservandola voltare il capo verso la strada, che scorreva sotto i suoi occhi.Lentamente il ragazzo fece scorrere la sua mano sulla coscia nuda della ragazza che si paralizzò inizialmente, per reagire e bloccare il percorso della mano di Rider che continuava a salire.
"Smettila, Rider" lo minacciò Melanie, credendo di poter sovrastare con la sua voce, la volontà oscura e perfida del ragazzo.
"Non sei nella posizione di minacciarmi. Non quando sai che posso distruggerti la vita con un solo colpo di pistola. E mi riferisco ai tuoi" bisbigliò avvicinandosi al viso della ragazza che si era paralizzato in un'espressione sconfitta e di puro terrore.
Sapeva che il suo punto più debole fossero i suoi, e sapeva dove colpirla.
'L'odio' di Melanie verso Rider, incrementò.
La ragazza scosse la testa intimidita, mantenendo la presa salda su quella del ragazzo, ferma sulla sua pelle, che si era avvicinato maggiormente alla ragazza.
"Io non so se voglio questo, Rider. Almeno, non ora" sussurrò, timorosa di scatenare la vera bestia che era in lui.
"Cosa vuoi, allora?"
"Che tu vivessi la tua vita lontano da me, dimenticandoti di me, e che questa tua ossessione morbosa e pericolosa nei miei confronti sbiadisse per sempre" sollevò lo sguardo, notando gli occhi di Rider davvero troppo vicini.
Occhi che le facevano paura per ciò che scatenavano in lei, provocandole continui pensieri sui suoi sentimenti per Rider.
Ma perché dirgli quelle cose e il suo continuo volerlo allontanare le facevano male? Perchè con le sue parole esprimeva sempre la volontà di separarsi da lui, ma in quegli occhi Rider leggeva una muta preghiera di starle accanto?
Perché aveva paura dei sentimenti che provava per lui?
Perché Rider sapeva che alla ragazzina lui non era indifferente, ma proprio non riusciva a capire perché volesse sempre cacciarlo dalla sua vita.Melanie d'altro canto, temeva di lasciarsi andare totalmente a quel ragazzo, all'apparenza scontroso e dispotico. Ma lei non era stupida, aveva notato le particolari attenzioni che lui le rivolgeva, e sapeva che in qualche modo e nella sua contorta maniera, lui tenesse a lei, nonostante non volesse ammetterlo. E se da un lato lei voleva continuare a conoscerlo per ciò che egli stesso cercava di nascondere a tutti, dall'altro era frenata dal fatto di scoprire cosa realmente ci fosse oltre la sua burbera superficie e quante forze questa ricerca le avrebbe prosciugato.
Ma in un momento di lucidità, pensò che non avrebbe avuto più importanza. Doveva dare un'opportunità al ragazzo, scavalcando la sua paura, lasciandosela alle spalle, perché credeva che Rider meritasse un po' di tranquillità. Tranquillità che Melanie avrebbe potuto dargli, se si fosse convinta dei suoi sentimenti crescenti verso il ragazzo.
Accettazione dei sentimenti verso Rider, che Melanie considerò difficili da elaborare ma non del tutto impossibili.
Aveva bisogno di tempo, lo sapeva. Quanto tempo ancora non sapeva.Spaventata, cercò di ritrarsi non smettendo di guardarlo, aprendo la portiera che però non si aprì mai.
"Ti ho già detto che non posso" sussurrò scorbutico Rider, afferrando il viso di Melanie tra le sue mani.
La ragazza cominciò a divincolarsi dalla presa, ma le mani di Rider cominciarono ad applicare un po più di forza per bloccarla maggiormente sotto il suo tocco.
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Running after you
RandomAlessitimico. Anaffettivo. Arrogante. Bastardo. Egoista. Machiavellico. Misantropo. Sfacciato. Stronzo. Vendicativo. E bello da togliere il fiato. Pochi aggettivi che avrebbe usato Melanie per descrivere Rider. Abitudinaria. Emotiva. Ridicolosamen...