Capitolo 27

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Capitolo ventisette


Il mattino seguente Melanie con non poca difficoltà si alzò dal letto e si diresse in bagno per medicare la ferita, così come le era stato suggerito e spiegato dai vari infermieri e dal dottor Jackson.

Due soli giorni la separavano dalla partenza per il compleanno di suo padre, e avrebbe voluto riprendersi completamente perché per nulla al mondo avrebbe rinunciato ad un riavvicinamento con la sua famiglia. Quella sarebbe stata l'occasione giusta e di certo non l'avrebbe sprecata. Anche se quello avrebbe significato nascondere il dolore, per le varie fitte che si sarebbero diramate dalla ferita, ai suoi genitori.
Non importava. La voglia di rivederli era più forte degli stessi dolori.

Osservò la piccola ferita dal riflesso dello specchio in bagno, e dopo essersi concessa un pianto liberatorio, la disinfettò e la ricoprì con delle garze sterili.
Silenziosamente tornò nella sua unica stanza che rappresentava l'intera casa e si diresse verso il frigorifero, dopo aver attivato il profumambienti che sprigionò una leggera fragranza di talco.
Dal piccolo frigorifero estrasse un succo ai frutti di bosco e dalla credenza tirò fuori un bicchiere di vetro.
Nel silenzio di quel monolocale, udì un timido bussare alla sua porta.
Lentamente e arrancando, si sporse dallo spioncino e la figura di Ava le apparve dal piccolo oblò della porta.
La signora sollevò in bella mostra un vassoio, non appena la ragazza aprì la porta d'ingresso e Melanie poté giurare si trattasse di cornetti.

"Buongiorno bambina, come stai?" La abbracciò cautamente Ava, facendosi spazio in casa e poggiando la colazione che aveva portato sul tavolino.

Melanie non fece in tempo a sorridere e rassicurarla che stesse bene, che la porta si spalancò, cogliendo di sorpresa le due donne.

"Ti avevo detto di lasciare le chiavi sul tavolo" lo rimproverò Melanie, vedendo Rider chiudersi la porta alle spalle.

"Buongiorno anche a te!" Esclamò il ragazzo lasciando una busta sul tavolo.

Ma che, si erano organizzati per portarle la colazione a casa?

"Ava!" Continuò i suoi saluti Rider, osservando l'espressione stranita di Ava e corrucciata di Melanie, che a fatica si sedette.

L'occhio del ragazzo cadde sul vassoio posizionato accanto alla sua busta, e la sua espressione divenne cupa.

"Ava, dove li hai presi?" Chiese grave, guardando Ava confusa.

La sua sembrava più un'accusa che una semplice domanda.

"Da Hannah"

"Per un po' scordatevi di mangiare i prodotti di Hannah" parlò burbero, afferrando con rabbia il vassoio di cui stavano parlando, e aprendo ogni tiretto della cucina in cerca della spazzatura.

Fece scontrare le mani tra di loro, come a volersi liberare di un peso grande, poi guardò le donne.

"Ma cosa hai combinato? Perché l'hai fatto?" Urlò esasperata Melanie, mentre Ava preferì il silenzio.

"Odio ripetermi. Fate come vi ho detto e nessuno si farà male" riprese odioso e duro Rider, andandosi a sedere su un piccolo sgabello, lasciando l'altra sedia disponibile ad Ava.

"Come osi venire a casa mia e comportarti da padrone, usando anche le chiavi, quando ti avevo ordinato di lasciarle qui ieri sera?!"

"Nessuno mi ordina cosa fare e cosa no. E se ti dico una cosa, tu falla. È per il vostro bene" terminò il ragazzo osservando Ava prendere posto al tavolo.

"Voglio sapere perché" si impuntò Melanie, decisa di sapere il motivo di quel gesto sconsiderato.

"Ora mangiamo" la ignorò volutamente Rider.

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