Prologo

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Prologo

Nessuno spiraglio di luce filtrava nella sua camera. Il buio faceva da padrone in quel misero monolocale.
E se sua madre un giorno fosse andata a trovarla, si sarebbe vergognata di sua figlia.

Ma a Melanie non importava. Poteva sempre contare di avere un tetto sopra la testa che la proteggesse.
Non voleva il lusso, se avesse potuto, lo avrebbe evitato per tutta la sua vita.
Lei desiderava semplicemente un po' di stabilità e tranquillità economica, senza eccedere, che in quel momento però non possedeva.
Era un miracolo che avesse trovato quel bugigattolo qualche mese prima, prima di essere cacciata di casa dalla vecchia proprietaria di un ennesimo monolocale in periferia.
Si accontentava.
Si sarebbe sempre accontentata di vivere normalmente. Perché per lei bastava essere felice con poco.
Una piccola casa, il lavoro presso la tavola calda dei signori Marshall e un sorriso sul suo viso anche quando qualcosa andava storto.

******

Un odore stucchevole gli arrivò alle narici. Aprì gli occhi e diede un balzo sul letto, mettendosi a sedere.

Violentemente si scostò di dosso il nudo corpo femminile dell'ennesima puttana di turno.
Sgarbatamente la cacciò di casa e poté godersi con tranquillità la sua sigaretta, la prima di una lunga serie di sigarette che avrebbe fumato nel corso della sua giornata.
Si sporse sul piccolo balcone inspirando da quel tubetto cilindrico colmo di tabacco come se ne dipendesse la sua vita. Ironico, dato che il fumo era per la verità una delle sue tante dipendenze.

Si era appena svegliato e già non sopportava l'idea di dover affrontare l'ennesima giornata di merda.
Tutte le giornate che avrebbe vissuto sarebbero state giornate di merda, fino a che quel sentimento di rancore e odio che covava nei confronti di suo 'fratello' da un paio d'anni, non avrebbe dato i suoi frutti.
E nutriva per davvero un astio come non lo aveva mai provato per nessuno, eppure di gente che odiava ce n'era tanta. E parallelamente nel corso degli anni, la gente che si era inimicata era troppa.

Rientrò in camera chiudendo dietro di sé la finestra e mettendo una distanza non indifferente con il mondo che stava al di là di quel vetro.
Ancora insoddisfatto, vagò in quella camera, impregnata di quel sudore che gli ricordava momenti di un sesso niente male della sera precedente, alla ricerca di un pantalone per coprirsi.

Si fermò davanti ad uno specchio e tutto ciò che poté scorgere era un corpo, forte e tonico ottenuto da anni di allenamenti e palestra, macchiato di inchiostro.
Solamente un corpo.
Quello era. Non era nulla di più di un corpo.
Non aveva anima, non più almeno. L'aveva seppellita quel 14 Agosto, insieme a sua madre.
Di lui era rimasto il nome e quel corpo che tutte le puttane adoravano.

Lui era Rider, un corpo macchiato senz'anima.


CIAO A TUTTI! 🤗
Benvenuti nella mia prima storia che pubblico su questa piattaforma.
Spero possa crescere, ci credo molto.
Se notate errori di battitura non esitate a farmeli notare, con educazione!
Critiche costruttive si, critiche distruttive no!

Per quanto riguarda i personaggi siete liberi di dare un volto ai nostri protagonisti. Io per comodità ho preso come modelli Stephen James per Rider, e Nina Dobrev per Melanie.
Spero che l'idea della storia vi possa piacere!!
Commentate o stellinate, non siate timidi!
Vi ringrazio in anticipo.
Die Glasperle ❤

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