Capitolo 3

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Capitolo tre

La porta d'ingresso del motel improvvisamente si aprì, lasciando che dei ragazzi entrassero con delle ragazze.
Melanie non le giudicò, credeva di essere l'ultima persona che si potesse permettere di avere pregiudizi sulla gente.
Ma trovava i loro vestiti, quasi del tutto inutili portati in quella maniera, osceni. Lei, personalmente, non avrebbe mai voluto e potuto indossare quei miseri pezzi di stoffa, neanche sotto tortura.

A quel rumore Melanie sembrò sobbalzare agli occhi di Ava, che le strinse maggiormente la mano.

Lei era abituata a quello che vedeva e a quello che sentiva dalla bocca di quei ragazzacci, ci aveva fatto l'abitudine. Così come si era rassegnata all'idea che le compagnìe che i ragazzi si portavano dietro, fossero prostitute.
Ed era certa che Melanie lo avesse capito.
E si dispiacque per la ragazzina, perché in un lampo di lucidità pensò che se solo fosse potuta tornare indietro, non le avrebbe mai rivelato l'esistenza del motel.

Ava guardò il capo del branco che si era tenuto più distante, avvicinarsi lentamente, bramando lo sguardo di Melanie nel suo.

Nel momento in cui i due crearono quel contatto visivo, Ava poté scorgere una scintilla di curiosità negli occhi di Rider. E da quel momento ebbe paura per Melanie, pentendosi amaramente di averla coinvolta nella vita di quel cattivo ragazzo.
Le strinse la mano per confortarla ulteriormente, sapendo che nulla avrebbe impedito a Rider di avvicinarsi a Melanie e distruggerla.

Melanie si sentì stringere la mano da Ava e solo in quel momento riuscì a distogliere lo sguardo da quel ragazzo.
Per quanto se lo stesse imponendo, non riuscì a guardare tutto ciò che la circondava.

Non aveva mai visto una bellezza così sfacciata da toglierle il fiato, provocandole una forte emozione.
Si ritrovò, perciò, a dover inspirare profondamente per recuperare il ritmo.

"Ava" la salutò Rider, saldando gli occhi su Melanie.

La signora fece un cenno di saluto a tutto il gruppetto che cominciò a disperdersi tra i due piani del motel, continuando ad urlare come scimmie, fatta eccezione di Gary che rimase accanto a Rider, in compagnìa di Penny.

"Lei chi è?" Chiese burbero guardando la signora.

Melanie nel frattempo abbassò il capo, come se non stessero parlando di lei e come se si trovasse nel posto sbagliato.

"Lavora nella mia tavola calda. Aveva bisogno di un ulteriore lavoretto" confessò la signora Marshall impaurita dallo sguardo tetro e cupo del ragazzo di fronte a lei.

"Oh bambola, il lavoretto te lo trova Will" urlò Gary sorridendole malignamente.

Rider gli rivolse uno sguardo glaciale che spinse Gary ad abbandonare la scena, raggiungendo la prostituta, che Will gli aveva procurato per quella sera, nella camera assegnata a lui.

"Prendi le chiavi della stanza e andiamo. Voglio solo scopare" parlò per la prima volta Penny, e Melanie sperò non l'avesse mai fatto.

Non era mai stata una grande seguace della volgarità, tanto meno quella femminile.
Quella era una cosa che le faceva rivoltare lo stomaco.

La guardò schifata preparando le chiavi della loro stanza e guardando poi il bellissimo ragazzo che continuava a trafiggerla con lo sguardo.

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