Capitolo 21

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Capitolo ventuno


Silenziosa e in colpa si rigirava le dita nervosamente nella macchina, con un Rider accanto stranamente sorridente, in modo tale da far entrare in collisione le sue unghie, provocando un ticchettìo che innervosì il ragazzo, un tempo definito mostro da lei stessa.

Non avrebbe dovuto fare ciò che aveva fatto, se ne rendeva conto, ma era stato più forte di lei, come se un tarlo nella sua testa le avesse distrutto e divorato quella parte di cervello che le imponeva ed ordinava di seguire il buon senso.
Non ce l'aveva fatta, non ci era riuscita, aveva fallito e in quel momento si sentiva terribilmente in colpa verso se stessa e i suoi princìpi.

"Non farlo, bambolina. Non sentirti in colpa. Era solo un bacio" le parlò Rider cambiando marcia e accelerando.

Melanie si rattristò ancora di più, per quanto fosse possibile.
Era solo un bacio, così l'aveva definito lui, sottovalutandolo con un'espressione che la diceva lunga sull'importanza che lui gli aveva attribuito.

La ragazza non osò guardarlo più in volto, perciò direzionò il suo sguardo verso la città che via via si allontanava dalla sua vista.
Non vedeva l'ora di tornare al motel e allontanarsi da lui che, indisturbato, continuava a guidare come se nulla fosse successo.

Come se qualcuno avesse sentito le sue preghiere, in lontananza le parve di vedere l'insegna sbiadita del motel e sorrise internamente, non credendo di averlo fatto anche esteriormente e permettendo al ragazzo di vedere il sorriso compiaciuto.
Rider parcheggiò la vettura e appena disinserì le chiavi dal nottolino, la ragazza aprì la portiera allontanandosi di fretta da lui.

"Bambolina!" le urlò Rider chiudendo la sua portiera e appoggiandosi contro.

I passi di Melanie si arrestarono, lasciando la ragazza impalata e poco distante da Rider.
Il ragazzo le fece cenno con la mano di avvicinarsi a lui, e Melanie silenziosamente negò con la testa.

"Dai, non ti faccio niente" rise assumendo però un'espressione maligna.

Rider ottenne ciò che voleva, la ragazza silenziosamente gli si era avvicinata, contro la sua volontà.
Perchè non riusciva ad opporsi completamente a Rider, proprio non se lo sapeva spiegare.
Solo una stupida avrebbe continuato a sottostare alle richieste di quel ragazzo.

"Porta queste ad Ava" le parlò, consegnando le chiavi dell'auto della signora, alla ragazza, che pensò di dirgli che avrebbe potuto consegnargliele lui stesso, dal momento che lei non era il suo facchino.

"Tu non entri?" Preferì chiedere Melanie, evitando inutili discussioni che sapeva già in partenza avrebbe perso.

"Ho da fare" rispose sbrigativo e annoiato, guardando la sua moto a pochi metri da loro.

Melanie tirò un sospiro di sollievo, almeno per quella mattina non l'avrebbe più rivisto e non avrebbe provato ad infastidirla durante la colazione che avrebbe servito in quel momento ai suoi amici.

"Ma se vuoi posso restare..." parlò lascivo avvicinandosi molto al viso della ragazza.

"No" le sembrò di urlare. "Hai detto che h-hai da fare, non ha senso che rimani" cercò di salvarsi in calcio d'angolo Melanie, tornando ad un timbro di voce che si avvicinasse al normale, fallendo miseramente.

"Oh tu credi?" Chiese retorico Rider, non perdendo il suo ghigno.

Tutto ciò che Melanie poté fare, fu una scrollata di spalle.

"Fai la brava mentre non ci sono, Mel" le sussurrò vicino alle sue labbra.

Sembrava più un ammonimento a comportarsi bene che altro, pensò la ragazza osservandolo avvicinarsi sempre più.
Rider incastrò la sua mano dietro la nuca di Melanie e la spinse delicatamente verso di lui.
Le lasciò un dolce bacio a stampo sulle labbra, inusuale per un ragazzo burbero come lui.

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