Capitolo trentadue
Rider prontamente si allontanò dalla ragazzina, raggiungendo il letto dove poggiava la sua beretta, lasciando Melanie incollata alla parete, quando la figura di una donna entrò in stanza.
Inizialmente perplessi, gli occhi della signora, che Rider presuppose si trattasse della madre di Melanie, si trasformarono in gioiosi, come se non vedessero la propria figlia da troppo tempo.
"Melanie!" Urlò la donna, piantando i piedi saldamente sul pavimento, paurosa di fare il primo passo.
"Mamma" sussurrò la ragazza dopo essersi asciugata il viso di soppiatto, lontano dallo sguardo di sua madre.
A Melanie sfuggì un'occhiata a Rider, trovandolo seduto sul suo letto, poi riguardò sua madre, gettandosi tra le sue braccia.
Era stata la sua salvezza.
Poco dopo, nell'abbraccio timido di sua madre, si rese conto di aver annullato tutte le distanze che aveva posto prima di partire per colpa della situazione che Ivonne aveva creato, e tutto l'odio che Melanie aveva promesso di provare nei suoi confronti.
"Mi sei mancata, piccola. Mi disp..." cominciò la signora Rogers, osservando gli occhi di sua figlia, che cercava di tranquillizzarla.
"Ssh, ora sono qui. Mi sei mancata anche tu" rispose sorridendo Melanie, riabbracciando sua madre e dimenticandosi per un momento della presenza di Rider in quella stanza.
Il ragazzo si avvicinò strafottente alle due donne, presentandosi cordialmente alla signora Rogers, che lo osservava incuriosita, sorridendo a Melanie.
"Salve signora Rogers. Incantevole come sua figlia" sussurrò mellifluo.
"Sono Rider, un amico di Melanie" continuò porgendole la mano, accennando un patetico e falso inchino.Che farabutto che era!
"Oh, grazie, Rider. È un piacere conoscerti. Sono Ivonne" sorrise compiaciuta, stringendo la presa di Rider.
"Dov'è papà?" Chiese voltandosi verso la figlia, che aveva cominciato a incenerire Rider con il suo solo sguardo.
"Fuori. Jogging" rispose monosillabica, continuando a fulminare il ragazzo, che si allontanò leggermente dalla signora, la quale si incamminò verso la porta, dopo aver annuito alla risposta di Melanie.
"Vado giù a fare colazione. Mi accompagnate?" Domandò non abbandonando il suo sorriso.
Come avrebbe potuto abbandonarlo?
Sua figlia era tornata dopo tanto tempo, e quell'abbraccio in cui era stata avvolta le aveva fatto capire che era mancata anche a lei."Grazie Ivonne, ma abbiamo già fatto colazione. Ti raggiungiamo più tardi" bisbigliò cupo Rider, ricambiando lo sguardo di Melanie, che cercò di intervenire, volendo trovare una qualsiasi scusa che le permettesse di allontanarsi da Rider.
Ivonne, però, abbandonò la stanza, lasciando volontariamente la porta della cameretta spalancata, annuendo nuovamente ai due ragazzi, per poi sparire dalle scale.
"Quali sono i progetti per oggi?" Domandò Rider dopo pochi secondi di silenzio, infilandosi l'arma nella tasca interna della giacca, con cautela.
Melanie finse di non aver sentito, dirigendosi verso il piccolo bagno personale che aveva in camera, per svuotare il suo beauty e organizzare nel porta oggetti angolare in doccia, i vari prodotti bagno.
Dietro di lei, uno sbuffo da parte di Rider. Non aveva neanche avvertito i suoi movimenti e i suoi successivi passi che la seguivano ovunque.
"Mi stai seriamente facendo incazzare. Odio non ricevere risposte".
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Running after you
RandomAlessitimico. Anaffettivo. Arrogante. Bastardo. Egoista. Machiavellico. Misantropo. Sfacciato. Stronzo. Vendicativo. E bello da togliere il fiato. Pochi aggettivi che avrebbe usato Melanie per descrivere Rider. Abitudinaria. Emotiva. Ridicolosamen...