Capitolo 6

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Capitolo sei



La settimana alla tavola calda trascorse senza intoppi, con i clienti più gentili del solito, Ava stranamente sorridente, e David particolarmente amichevole.

Da quella sera, nessuno aveva parlato di ciò che era successo al motel, anche Ava sembrava averlo dimenticato.

Ma non Melanie.
Lei non avrebbe mai dimenticato nulla.

Mentre il dolore fisico a poco a poco cominciava a scomparire, quello psicologico l'avrebbe perseguitata per lungo tempo.
Lei lo sapeva.

Fortunatamente, con i soldi in più che si ritrovava, aveva potuto comprare una crema lenitiva e della cipria che applicava nei momenti in cui doveva recarsi a lavoro per coprire il segno.
La macchia era così grande che a stento riusciva a scolorirsi dopo una settimana.

Durante il fine settimana organizzò la sua mezza giornata libera domenicale, proponendosi di andare a comprare qualche capo di abbigliamento che avrebbe sostituito a quello logoro che indossava da anni.

La giornata di lunedì invece, l'avrebbe impegnata a leggere qualche libro scaricato da internet, giusto per passare il tempo.

******

L'ennesima gara del fine settimana. L'ennesima striscia di coca prodotta da lui e inspirata prima della gara. L'ennesima vittoria di Rider.
Gli ennesimi soldi guadagnati per le scommesse.
Tutto gli era sembrato identico alla settimana precedente, tranne per la figura femminile che gli avrebbe fatto compagnìa nella sua stanza quella sera al motel, e l'assenza di quella ragazzina al bancone.

Si chiese dove si nascondesse e, sorridendo, si disse che l'avrebbe fatta uscire dal suo nascondiglio.

Non gli poteva sfuggire.

Aveva atteso una lunga settimana per rivederla e distruggerla, e lei osava nascondersi da lui?

Si avvicinò ad Ava guardandola interrogativo, mentre la signora abbassava il capo intimorita.

"Lei dov'è?" Chiese duramente mentre gli altri si allontanavano dalla hall, ognuno prendendo la sua direzione verso la propria camera.

"Non poteva aiutarmi, oggi" disse Ava, lasciandosi scappare una voce incrinata dalla paura.
Non voleva ridurlo in un mostro, facendolo arrabbiare, ma non poteva fare altrimenti.

"Non poteva eh? Ma stamattina ti ha aiutata alla tavola calda, o mi sbaglio?" Chiese cercando di avere una conferma dalla signora.

"No"

"No cosa, Ava?" Chiese risoluto e caparbio.

"Non ti sbagli, signor Wilder" confessò la signora Marshall, mentre Franz, impassibile, era seduto sul divano.

"Quindi, deduco che non volesse venire stasera" concluse Rider, deluso.

"La verità è che non le piace questo lavoro" parlò per la prima volta Franz, sollevando lo sguardo dal settimanale.

-O la gente che frequenta questo motel. Me, per esempio- pensò Rider, nascondendo la rabbia che cominciava a crescere in lui e che sapeva che avrebbe sfogato poi sulla malcapitata Trisha, al suo fianco.

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