Capitolo 22

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Capitolo ventidue


"È stata Penny?" Irruppe annoiato nel locale Rider, prendendo posto accanto a Will.

Si sedette, lasciandosi cadere svogliatamente sulla sedia di legno scuro, proprio di fronte a Gary.

"Figurati se quella riesce a capirti e ad elaborare frasi di senso compiuto" Negò con la testa, ironico Will.

Penny viveva in una sua costruzione mentale della vita costellata da soldi, unghie laccate e sesso. Per Penny non esisteva nulla se non lei stessa, una versione femminile di Rider in definitiva, figurarsi cercare di leggere la mente di uno come Rider che non era un tipo espansivo. Non ci aveva nemmeno mai provato.

Rider sbuffò, sicuramente, pensò, era stata Melanie.

"È stata la ragazzina" prese parola Gary, guardando negli occhi il suo amico, la cui espressione si era trasformata in una smorfia sorridente.

"E menomale, aggiungerei. Un punto per Melanie" parlò Will, attirando l'attenzione di una giovane cameriera.

"Da quando siete diventati suoi amici?" Li derise Rider, giocherellando con una bustina di zucchero trovata in un barattolo di alluminio posto al centro del tavolo.

"Perché non ci hai detto nulla, Rider?" Lo riprese serio in volto Gary, non notando neanche la figura della ragazza che si era avvicinata al loro tavolo.

"Buongiorno ragazzi, cosa vi porto?" Chiese educatamente la ragazza nel suo anonimo e bianco grembiulino.

Sarebbe stato meglio su Melanie, pensò stupidamente Rider.
Ma cosa cavolo andava a pensare?

"Tre Plain Coffee con bourbon e il tuo numero" rispose malizioso Will, osservando il sorrisino che si formò sul volto della ragazza.

Rider sbuffò e attirò l'attenzione dei tre che gli stavano vicini.

"Prendi la cazzo di comanda e vattene" le disse burbero, ricevendo un'occhiata shockata dalla ragazza, delusa da Will e sorridente da Gary.

La ragazza non se lo fece ripetere una seconda volta e prontamente si allontanò.

"Amico ma che cazzo! Prima la segretaria Mary e poi questa! Si può sapere che ti prende? Non sarai geloso di me?" Parlò scherzoso Will.

"Rider..." lo richiamò Gary autorevole, volendo riprendere la conversazione interrotta dalla cameriera.

Il ragazzo scrollò le spalle, di certo non doveva dar conto a loro della sua vita e dei suoi problemi.
Erano suoi e tali sarebbero rimasti.

E si sbagliò profondamente.
Perchè i due amici tanto fecero, che riuscirono a far parlare Rider.
E stranamente a come avrebbe creduto, si sentiva più leggero.
Forse, pensò, condividere la stupida e piccola preoccupazione per Pierce, gli aveva fatto bene.

"Lo devo far sparire. Per sempre" sussurrò Rider con occhi vitrei e inespressivi.

"Puoi contare su di noi, Rider" lo appoggiò Gary, osservando il cenno di assenso da parte di Will.

"Ora parliamo di cose serie. Tu e Melanie eh..?" Chiese lascivo Will. "Avevo capito ci fosse qualcosa, ma ancora oggi non riesco a comprendere cosa esattamente" rise vedendo la serietà nel volto di Rider, e muovendo giocosamente le sue sopracciglia.

A Rider proprio non piaceva parlare della ragazzina, soprattutto con i suoi amici. Non voleva essere etichettato come un debole e un fallito, non poteva permetterselo. Avrebbe tenuto tutto per sé. Perché già il fatto che Melanie avesse compreso che lei, il suo corpo, e quel bel visino gli facessero provare cose, era stato un male.
La ragazza ne avrebbe approfittato per imporsi a lui e Rider sapeva che la cosa non gli sarebbe andata a genio.
Glielo avrebbe impedito, con tutte le sue forze.
Aveva sbagliato una volta a confessarle che gli piacesse, non avrebbe continuato a farlo. Sarebbe tornato quello di prima, quello della prima notte al motel. Solo così Melanie avrebbe distrutto tutte quelle convinzioni che aveva cominciato a creare nella sua testolina.

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