Capitolo 8

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Capitolo otto


Rider tornò a casa, subito dopo aver accompagnato la mocciosa a casa sua.
Si era permessa di mandarlo all'inferno, senza sapere che all'inferno sarebbe stata trascinata anche lei.

O forse, era già stata trascinata.

Si diresse verso il suo minibar privato, poggiando le chiavi della sua macchina sulla madia in frassino bianco.
Scelse un Old Blended Scotch Whisky invecchiato di venticinque anni e cominciò a versarlo in un bicchiere di cristallo.
La figura di Gary sul divanetto lo guardava amareggiato.

Non si spaventò più di tanto vendendo l'amico aspettarlo silenziosamente, dal momento che bevve tutto il contenuto del bicchiere, lentamente, versando altro liquido fino all'orlo.

"Che cazzo hai combinato? L'hai vista in che condizioni l'hai ridotta? Era shockata!" Parlò adirato Gary, sollevandosi.

"È normale, dato che non è mai stata toccata da nessuno!" Rise malignamente.

"Cosa cazzo...cristo Rider! Una vergine? Ma con tutte le puttane che puoi avere, decidi di traumatizzare in quella maniera una vergine? Ma ti ha dato di volta il cervello?" Urlò non credendo alle parole pronunciate dall'amico.

Tutto ciò che Rider fece, fu scrollare le spalle.

"Non ti è pesato per niente umiliarla di nuovo di fronte a me?" Chiese sperando di farlo ragionare.

Ancora un'altra volta, Rider fece spallucce. Cosa si aspettava esattamente Gary? Che si sarebbe scusato con la ragazza?

In quel silenzio tombale, interrotto solamente dai continui sorsi di quello scotch che veniva ripetutamente versato nel bicchiere, Gary ebbe modo di pensare.
Profondamente.

E giunse ad una conclusione che non gli piacque per niente.
Guardò preoccupato l'amico sorreggersi alla madia, mentre terminava l'ultimo sorso nel bicchiere e sperò che quello fosse per davvero l'ultimo.
Ripensò. Poi parlò, sussurrando.

"E' molto più facile umiliare e degradare qualcuno di quanto non sia ammettere di amarlo" ripeté una frase sentita in un film.
Altri minuti di silenzio seguirono.

"Cosa cazzo stai insinuando?" Parlò minaccioso Rider, fulminando l'amico con lo sguardo.

"Io niente" parlò sollevandosi dal divano e superando Rider, avvicinandosi alla porta d'ingresso.

"Chiedi a Nathan Young" continuò abbandonando la casa dell'amico, lasciandolo solo con i suoi mille pensieri.

"IO NON AMO UN CAZZO DI NESSUNO! MI HAI SENTITO?" Pronunciò emettendo grida forti, sperando che Gary lo avesse sentito, scendendo le scale. Non sentì però, il 'Non ancora' di Gary.

"IO NON LA AMO!" continuò Rider, gettando con furia animalesca il bicchiere al muro, riducendolo in piccoli pezzi sparsi su tutto il tappeto.

"NON LA amo" ripeté cominciando la frase urlando, e sussurrandola sul finale, per autoconvincersi, gettandosi per terra e sorreggendosi con le ginocchia, incurante dei vetri che gli si conficcavano nella carne, lacerandogliela.
Se lo meritava quel dolore, si meritava quel male.

"Non mi piace neanche!" ripeteva piangendo, poggiando le mani sul pavimento, continuando a graffiarle. Portò le mani insanguinate tra i capelli, tirandoli e sporcandoli.
Ma poco gli importava.
Ripoggiò le mani sui vetri sparsi sul pavimento, insensibile alle continue ferite che si stesse procurando.
In un giorno o due si sarebbe richiuse, a differenza di quelle della ragazza.
Le aveva fatto del male e lui ne era consapevole.
Sapeva anche, però, che se fosse tornato indietro, avrebbe continuato a sbagliare.
Non voleva ammetterlo, ma le aveva fatto del male.
Aveva continuato a spaventarla nonostante lei cercasse di farglielo capire. Ma troppo cieco, non voleva rinunciare all'opportunità di averla.
E poi con quel suo caratterino scontroso, che rendeva il tutto più complicato, si permetteva di offenderlo, rispondendo a tono, come nessuno aveva mai fatto.
E quel suo dolce viso lo irritava.
Quegli occhi che lo guardavano sempre con timore e paura che lui potesse ferirla nuovamente.

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