Capitolo ventotto
L'ennesima sigaretta si consumava tra le sue dita, mentre osservava l'osceno spettacolo che avevano messo su le sue ballerine sul palco del suo club.
Sedeva al bancone in compagnia di Will e Gary, con un Alex che versava liquidi alcolici non appena scorgeva i bicchieri vuoti dei tre.
Non sapeva neanche a quante bevute fosse arrivato e, sinceramente, quello era l'ultimo problema."Sei passato da Melanie? Come sta?" Chiese Gary sovrastando l'alto volume della musica.
Il viso di Rider scattò all'improvviso verso l'amico, come se quel nome gli avesse provocato una scossa. I ricordi di quella mattina erano ancora vividi in lui, i gemiti che la dolce bocca di Melanie emetteva e tutti quelli che nascondeva in lei, i suoi seni che rimbalzavano ad ogni sua spinta, le sue mani che gli graffiano la schiena e ciò non aveva fatto altro che eccitarlo maggiormente, il respiro affannoso e la conseguente vergogna nei suoi occhi.
Diamine, rivivere quei momenti gli aveva provocato una squallida erezione.
Rider annuì semplicemente all'amico, che portò la sua attenzione sulle ragazze che erano rimaste solamente con un misero tanga, realizzando i desideri dei porci che le acclamavano sotto il palco.
Ecco perché Melanie non poteva lavorare nel suo squallido club. Era pieno di uomini malati di sesso, quello sporco, quello violento, a volte anche quello di gruppo. E Melanie non sarebbe mai stata in grado di soddisfarli tutti.O forse era solo lui che non voleva che li soddisfasse.
La sola idea di vedere la bambina completamente nuda e alla mercé di quei maiali, gli faceva risalire tutti gli alcolici che aveva bevuto.
Mentre faceva questi pensieri, una mano gli si posò sul cavallo dei pantaloni, e prese a strusciarsi sul tessuto.
Rider ghignò, voltandosi verso la figura di Penny."Tra pochi minuti vado in scena io. Guardami" gli leccò il viso Penny guardandolo seducentemente, credendo che l'erezione che avesse il ragazzo fosse tutto merito suo.
Ignorava il fatto che il ragazzo stesse ancora pensando a lui nel corpo di Melanie, e al rapporto che avevano consumato.
Il primo di una lunga serie.
Non si sarebbe per nulla al mondo fermato in quel momento, non dopo aver fatto sesso con Melanie, che gli aveva promesso che a lui non si sarebbe mai e poi mai concessa.
Era stato bello, lo aveva voluto, desiderato e bramato per troppo tempo che, se glielo avessero detto tempo addietro, non ci avrebbe mai creduto.Sorrise sornione al pensiero di Melanie, immaginandola dormire tranquillamente e sola nel suo letto, ignara dei pensieri sporchi e volgari che stava facendo su di lei.
"Dopo lo spettacolo, sono tua. Totalmente" sussurrò lasciva, allontanandosi dal bancone e muovendo i fianchi con andamento sensuale, attirando l'attenzione dei presenti lì vicino.
******
Si ritrovarono ben presto nel suo ufficio, dove formalmente e ufficialmente si occupava di contabilità e andamenti del profitto, e clandestinamente si occupava delle sue ragazze del club. E in quel momento si sarebbe occupato di Penny.
- Che male c'è? - si disse.
Aveva semplicemente fatto sesso con la bambolina, non si era mica convertito alla monogamia!
Rider chiuse rudemente la porta con un tonfo, che rilasciò un udibile eco nella stanza. Con uno strattone, fece scontrare la schiena di Penny sul legno della porta, che ansimò per il colpo inaspettato.
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Running after you
AcakAlessitimico. Anaffettivo. Arrogante. Bastardo. Egoista. Machiavellico. Misantropo. Sfacciato. Stronzo. Vendicativo. E bello da togliere il fiato. Pochi aggettivi che avrebbe usato Melanie per descrivere Rider. Abitudinaria. Emotiva. Ridicolosamen...